Esce oggi, 6 Dicembre, il nuovo album degli Actionmen, “Ramadama”. Di seguito trovate il loro discoraccontato.
INTRODUZIONE
Descrivere la bellezza di quest’opera sarà davvero sminuitivo e catagrosso, tuttavia vogliamo soffermarci sul fatto che i nomi dei brani sono frutto del caso e che i collegamenti coi testi non hanno assolutamente senso.
AGAMENNONE
Brano tra i più compatti e mattonati. Il basso regna sovrano nel pezzo. Il testo parla di aria fritta con olio di sansa, mentre la musica è bella rock duro danzante con un classico finale in stile funky medioevale.
È la fusione fra i Cacao (duo di Diego e Teo) e i Mugnas (duo di Libero e Mugna), pezzo nato facendo una jam e perdendo tempo in sala prove.
È tra i pezzi preferiti di Matteo, che dal vivo reclama sempre, è uno dei pochi registrato con modalità overdub.
MARIO
Uno dei pezzi focali del disco.
Scritto in fattanza da Libero, Teo e Diego a casa di quest’ultimo, ha necessitato di poco tempo in sala prove per essere definito,
ma di tantissimo tempo per essere registrato.
Essendo tutto il brano una registrazione collettiva e live, senza uso di click, è stata l’impresa più ardua e stressante di tutto il lavoro.
Ci saranno state decine e decine di take per questo brano: la prima versione è sempre la migliore, in principio il pezzo si chiamava “Bidello Mario”.
L’unica cosa bella sono le trombe, registrate dal buon Simone Marzocchi.
LIVING ON MY OWN
In realtà nessuno aveva in mente di fare una cover in questo disco d’oppio che tanto d’oppio sa e ci vede doppio perfino.
Nata come un mezzo scherzo, è venuta fuori tutta in una volta, come il vomito.
La parte più prestigiosa è lo special lento in cui Matteo ha registrato (alla prima e tutto improvvisato) l’assolo di chitarra più memorabile.
Il resto è in classico stile ActionMen: arrangiamenti stucchevoli, passaggi errati, voci stonate.
MIRCO E FROCELE
Pezzo nato con una jam e finito in una sera di prove, peccato che per trovare la versione giusta in registrazione nel frattempo sono cambiate le mode, ma essendo un brano gay è pur sempre un serpeverde sempreverde.
ORLANDO
Scimmiottamento di Hormonauts, Forty Winks e noi.
Brano preferito del Francesco Cattelan (Era mio padre, Il Buio) registrato con 2 stufe e 1 comodino con un magnete. I suoni sono a dir poco perfetti, il testo è brutalmente banale e stantio.
Molto bella quando finisce.
RAM DAS
Un bel classico che ritorna, uno dei primi brani scritti dopo “The Game!”, in cui la barba era solo un modo per sembrare più misteriosi e i capelli potevano ancora dare chanche. Anche qui il click è un opinione e i riff sono giusti singolarmente ma errati in collettivo. Ascoltarla fa sentire puzza di pollo bruciato.
DUBAI
Brano in italiano che parla del gatto del figlio di Ram Das, Dubai appunto.
Rock duro per take buona alla prima tutti assieme, il massimo.
Pochi fronzoli, arrangiamenti improvvisati, testo mantrico.
DIOSPORC
Il titolo farebbe pensare alla blasfemia, in realtà il brano parla di quanto rimpiangiamo il passato dando poco peso al presente, che quando passa assume significato.
La chiave è la percussione perpetua che dall’inizio alla fine fa scassare i maroni di tutti. Ripetizione è convizione. Il tempo dispari serve a far capire che siam bravi.
MUGNA LATIN
Registrato da ubriachi, ridendo solo quando era necessario. Notare le chitarre armonizzate che sono stonate tra loro, scelta stilistica ponderata con le pinze. I produttori han chiesto questo.
Il testo in spagnolo parla solo di puttanacce. Brutta sì!
JACK MCQUACK
L’immaginario collettivo della fattanza a Piambaruccioli, la comune hippie dell’Acquacheta. JackMcquack distrugge la città dando un contributo sociale di ecologia.
La musica è rock duro quasi anni ’80, dal vivo la sbagliamo quasi sempre.
KEBAB
Anche qui pezzo scritto in una prova, registrato finito in 2 anni.
Se avessimo registrato il primo giorno eravamo a posto, ma l’avremmo saputo solamente dopo averlo ritentato altre 200 volte. Come quando fai un quadro che non ti sembra mai finito ma che in realtà non ti sei accorto di averlo finito molto tempo fa.
Il finale è solo per i palati più sottili, un ricordo di una batteria gialla.
MUGNA 2
Una delle prime volte che abbiamo provato insieme “mugna 2”: camera da letto di Libero (casa in collina), batteria elettronica seria con i pad, gran birre moretti, baffi e film porno veri.
Poi il pezzo fa parte della gamma “falsi tecnici” in cui si fanno note veloci per far sembrare complicato ciò che realmente non è.
Il testo riguarda il passaggio all’età adulta per forze maggiori. Trascurabile.
TURBO PASCAL
Pezzo venuto fuori senza Pozzi: stavamo provando in trio per un esibizione batteristica… naturalmente nessuno ne aveva voglia, ed è venuta fuori Turbo Pascal. Era caldo.
I suoni sono quelli più brutti del disco.
QUERELA
Esercizio di allenamento per bassisti e batterai, Gipsy King che suonano in una discoteca dell’est europeo. È stata composta (allo Studio 73, Ravenna) la sera in cui abbiamo posato nudi per una mostra fotografica sui gruppi di Ravenna. Gran fagiolini!
MUGNA 3
Pezzo scritto nel 2007, in cui Mattia de Paola non c’era mai: a 6 mani con ampli piccoli e proiezioni mentali di batterie… forse era meglio. Da annoverare il testo su Maicol Pasini e la voce di Teo come lead vocal.
Anche qui falsi musicisti.
MARINO
Riff di Libero (un plagio di “Mi dai fastidio” dei Camillas). La canzone riguarda una sera in cui, trovatisi smarriti a Cesenatico, venimmo addescati da un ristoratore di nome MARINO che, vendendoci qualsiasi cosa come la migliore e la più economica, ci ha letteralmente pelati offrendoci cibo infimo.
Grande Marino!
FRANCO
Altro brano uscito da Libero: parla di boschi e funghi. Ricorrente.
CANTANTE DEI KORN
Questo bel pezzo è per dimostrare la simpatia per i Korn, i Metallica, i Guns e la gente che compra le loro magliette. In realtà parla di una relazione tra un uomo e una donna molto corpulenta.
Il mixaggio è fatto interamente da noi e si sente.
MUGNA 45
Ennesima prova di proporre dell’hardcore melodico nel nostro periodo tardo. Scritto a casa di Teo quando abitava ad Urbino (bei tempi!) tra acquisti di pessima fattura e cibi troppo pepati.
Potrebbe essere un c-side di The Game!
DEMETRIO
Anche questa periodo Urbinate. Si allaccia molto alla filosofia di “The Game!” che proponeva ritornello veloce ed intro tranquillo che sfuma nel diavolo.
Il testo non ha senso.
MURGIA
Forse uno dei primi pezzi nati dopo il tour del 2008, sicuramente il primo pezzo del disco che è abbiamo registrato (2009?).
Avevamo appena preso la scheda audio, 8 canali tutti assieme: i suoni così belli non li abbiamo avuti più.
Pezzo strampalacrime.
SALAMM
Fattanza partorita da Pozzi direttamente al Duna Studio,con Duna in veste di co-produttore. Sulla destra take unico di Libero con chitarrina indio acida buona alla prima.
È stato fatto un lavoro di arrangiamento LUNGHISSIMO ma doveroso, per il brano più completo del disco.
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