Il virtuoso dello scratch Franky B ha dato da poco alle stampe, sotto lo pseudonimo di Cryptic Monkey, un album intitolato “S.E.B.A.” (Sound Explicit Bassline Anthems). Un lavoro corale nel quale anni di esperienze ed incontri confluiscono in diciotto tracce sia strumentali che cantate. Un lavoro corale nel quale gli artisti coinvolti vanno dai nostri Alessio Bertallot, Pietra Montecorvino, Marcello Coleman degli Alma Megretta, Sha One, Polo e Simi fino agli stranieri Mc Hunta e Kingston Edwards. Una chiaccherata con Franky ci ha aperto una finestra sul suo mondo musicale, il suo rapporto con la sua città Napoli, suoi esordi di turntablist ed altro ancora
Tu vieni dal turntablism, una vera e propria forma d’arte. Come sono stati i tuoi inizi in quel ambito?
È iniziato e finirà tutto con il giradischi. Prima di sapere cosa fosse il djing, l’ Hip Hop… vidi in TV (era circa il 1988) un video che iniziava con un mano sul giradischi e in quel momento decisi che tutta la mia vita sarebbe stata votata al quel movimento fisico, avanti e indietro su un vinile.
Era bellissimo, perché ho passato l’adolescenza a pensare allo scratch come linguaggio alieno. Non c’erano i mixer con i fader, infatti usavo degli interruttori per la luce come transfomer, non c’era internet e quindi era tutto estremamente più difficile e creativo.
A quel tempo a Napoli c’erano dj fortissimi come Simi, Lello Romano, Uzi, Two Fast che scratchavano da paura, a Salerno i KK e l’allora piccolo come me Tayone, con il quale iniziammo ad allenarci per le gare, vedendo che in Italia avevamo una generazione di mostri come Giorgio Prezioso, Zappalà, Cesare Tripodo.
Ero ossessionato da questi fenomeni, volevo essere come loro e uno di loro e anche più forte.
Poi arrivarono gli Invisible Scratch Piklz di Qbert, Mix Master Mike e Apollo e non si capì più niente…
Considerando che negli ultimi anni, grazie alla completa digitalizzazione di fatto della figura del dj, si è sempre di più affermata una specie di idea di “democratizzazione” dietro alla consolle, mi piacerebbe sapere se ti manca quell’aspetto di “competitività” quasi sportiva che il turntablism al contrario ha sempre portato con sé?
Credo e chi mi conosce personalmente sa che sono uno abbastanza tranquillo. Io sono fan del dj se è un vero dj, qualunque cosa suoni.
La competitività è uno dei miei elementi basici, quando suono amplifico la mia energia e non lo faccio per sovrastare gli altri, ma per una questione di ortodossia del livello.
Vivo il djing come una disciplina marziale e quindi sono sempre alla ricerca del gradino successivo, non per primeggiare ma per fare sempre più strada verso la conoscenza della consolle.
Mi piacerebbe chiederti di descrivere in poche parole quali sono state le tappe più importanti dal punto di vista formativo. Gli incontri che più hanno influito sul tuo percorso artistico.
La cosa più formativa resta sempre il fatto essere cresciuto a Ercolano con Luigi Pane, lui andava in skate e io suonavo… e credetemi crescere a Ercolano era veramente “formativo”.
Poi sicuramente le gare, con le sconfitte e specialmente le vittorie ai DMC , alle ITF con Men In Skratch, aver fondato Nevrotype con Gianni Blob e Ambrò, ma anche tutto l’apprendistato che ho fatto nello studio di dj Simi & Masterkeys, e ovviamente il fatto di aver vissuto l’Hip Hop a Napoli dalla strada con quasi gli esordi di tutti.
Una cosa che mi intriga molto è la tua collaborazione con James Senese in “Vesuvius Bunks”. Come è stato lavorarci assieme considerando i vostri background apparentemente lontani anni luce?
James è un idolo ed è sacro. Grazie a Luca Wo Siano e Luigi Pane rispettivamente art director e regista del video, si era pensato di coinvolgerlo per un cameo.
Stavamo girando agli scavi di Ercolano, lui arriva e io tremo, mi manca la voce, poi iniziamo a parlare della musica e lui si propone per suonare su quella traccia.
Abbiamo unito due visioni cosmiche in un qualcosa di unico e soprattutto simbolico, lui è una persona di una profondità spirituale enorme, un maestro assoluto, gli sarò sempre grato per questa occasione. Ci siamo anche fatti un sacco di risate, insomma è nata una bella amicizia.
Hai collaborato con Alessio Bertallot, di sicuro uno dei principali divulgatori della musica elettronica e di qualitá in Italia, al suo programma “Raitunes” sia nella sua versione radio che in quella televisiva. Come è stato tecnicamente il tuo approccio a quel tipo di formato?
Io e Ale siamo amici da circa 13 anni, abbiamo spesso suonato insieme in giro. Ho accettato di fare “Raitunes” con lui non solo per il rispetto che gli porto, ma perchè potevo essere me stesso cioè mixare e scratchare dal vivo tutte le sere con due giradischi ed un mixer generi musicali diversi, ed in più avevo anche un grande libertà nella scelta delle scalette.
Ci riveli come è lavorare con Alessio?
Molte delle sottoculture musicali più importanti dell’ultimo ventennio, sono arrivate in Italia, grazie a Bertallot. Lavorare con lui per me è molto facile perchè come ti dicevo ci conosciamo molto bene, c’è parecchio scambio, e la cosa più interessante è che lui ha sempre ed ancora voglia di mettersi in gioco.
Sul tuo album “S.E.B.A.” si nota una interessante commistione stilistica e soprattutto linguistica, riflesso della internazionalitá degli ospiti nelle vesti di vocalist. Ci vorresti raccontare un pó di loro?
Il mio album è un manifesto del mio suono che è quello della bassline, volevo integrare dei featuring che aggiungessero quel “quid” in più sopratutto in termini sonori, più che di nome.
La voce diventa suono e strumento, è così nel caso di Sha One, che in “Terratrema” credo abbia sovvertito qualsiasi limite lingusitico-metrico. Oppure Polo, che da vero super mc e istrione ci ha regalato due strofe di crasi “Napolamericana”. Monsi Du six gioca con la morbidezza della lingua francese e Deadly Hunta e Marcello Coleman ci portano nella giungla roots. I Funky Pushertz sono la crew più U.K. oriented che ci sia. E nel caso degli altri featuring strumentali, come Simi e Bop Singlayer, c’è l’opposto ossia far diventare il synth una voce.
Una collaborazione che salta subito all´orecchio e quella con Pietra Montecorvino in “Senza Core”. Ha dato un impronta molto passionale, carnale alla sua interpretazione. Mi è piaciuto il fatto che sia una donna a cantare un testo come quello, così pieno di sensualitá, o almeno questa e l´interpretazione che ho dato io al testo. Mi sembra che descriva sentimenti che nei decenni passati solo gli uomini osavano esprimere in musica. Che ne pensi?
Ti ringrazio per la tua impressione, è perfetta. Pietra Montecorvino è una leggenda, esprime una fierezza sensuale e malinconica. Ha una delle voci più belle e potenti che ci siano, non per nulla, John Turturro ne ha fatto la sua musa. Adoravo l’idea di poter collaborare con lei, e come per James Senese mi piaceva far scontrare due mondi completamente opposti ma tanto simili. Adesso stiamo preparando il video di quel pezzo ed uno degli aspetti su cui ci stiamo concentrando è proprio quello di un certo sentimento che tu hai notato.
Il 2013 sembra aver riportato le ritmiche Jungle e la DnB sulla scena elettronica. All´interno del tuo “S.E.B.A.” ne fai molto uso.
La sottocultura urbana è la mia essenza e nella mia musica c’è sempre stata, ho fatto il primo disco D&B nel 2000, “Nevrotype”, e sebbene io veda la mia bassline music come un ventaglio molto ampio, che va dall’ Hip Hop alla Techno passando per il Dub è ovvio che la matrice Drum n Bass è quella che sento di più.
A proposito, siamo in tempi di classifiche di fine anno. Mi piacerebbe sapere quali sono stati i tuoi dischi preferiti del 2013.
I miei tre album preferiti di quest’anno sono : James Blake – Overgrown , Calyx& Teebee – All Or Nothing, Submotion Orchestra – Fragments
Domanda immancabile in chiusura: quali sono i tuoi progetti per il 2014? Promuoverai il tuo album nei prossimi mesi con dei gigs? Ci sono remixes o altre tue produzioni in arrivo?
“S.E.B.A.” esce ufficialmente in molti paesi esteri tra i quali anche il Giappone, a metà gennaio 2014 per cui spero di poter promuoverlo più possibile sia in Italia che fuori.
Ci saranno sicuramente altri due videoclip estratti dal disco e poi usciranno dei remix ad opera di bei personaggi che rispetto molto.
Per quanto riguarda nuove cose già sono al lavoro.