Una giornata di sole. L’anno nuovo. I buoni propositi. Tanta musica. Poche cose riescono a farti star bene come la successione di elementi appena elencati. Ti immagini disteso su di un prato illuminato con l’iPod a farti compagnia. Magari trovi un walkman. Non ti serve poi molto a disegnare tutto il quadro, siamo in Italia.
Strano invece che una cornice del genere arrivi da Londra, dal collettivo Dred Art, dalla divisione Ital Records per esser più precisi. Sessantanove (sì, 69) tracce che sono una proclamazione più che una raccolta. Un manifesto d’arte e d’intenzioni, la volontà del bello che si estrinseca nella musica. Musica ad accompagnare le altre peculiarità del gruppo: arte e graffiti. Sperimentazione insomma, perfettamente ripresa da tutti gli artisti presenti nella compilation, sessantanove appunto. Unire gli intenti, spaziando per il continente, sorvolando l’Atlantico e giungendo negli USA e chissà dove ancora.
Stando ai titoli questo è solo l’inizio, si ma di cosa? Tutti rimandano ad atmosfere, luoghi come “Black Horizons”, “Hawaiiana Feel Tool”, “Northampton”, “New Tokyo” , o cose, sogni come “Cadillac Jam” e “BetweenDreams”.
Prima o poi entri nel vortice dell’hip hop strumentale fuso ad elettronica, prima o poi le tracce ti entrano sottopelle dai nostri HLMNSRA (e del suo campione di Ciara) e Dusty ( e del suo piano) agli americani come Eu-IV, ai sudditi della regina Cypria e Chocalope, a finire nel Giappone di EeMu.
Non staranno cambiando il mondo, ma il modo di vederlo si. Hai trovato il walkman? Rilassati, mettiti comodo, fatti coinvolgere e non pigiare stop, tanto la compila non finisce mai. La vita è bella, come diceva Walter White.