I Fine before you came sono e sempre saranno Marco, Filippo, Mauro, Jacopo, Marco– così recita ogni comunicato stampa che si trova in ogni cartella scaricabile gratuitamente di ogni disco prodotto dai Fine before you came. Mi basta leggere questa frase ogni volta che mi appresto ad ascoltare un loro nuovo disco, per sapere già che le mie orecchie stanno per riconciliarsi con un suono che è il suono di una famiglia. Persone che magari non conosci personalmente che finisci per conoscere intimamente attraverso la loro musica e, sembra incredibile, viceversa. Marco, Filippo, Mauro, Jacopo e Marco ci conoscono bene perché ogni volta che suonano, ogni volta che cantano, sembra di stare in piedi davanti allo specchio ad ascoltare il nostro riflesso parlarci delle cose più intime che teniamo nel cuore. “Quassù c’è quasi tutto” sono due pezzi che proseguono la tendenza presente nel penultimo “Come fare a non tornare”, ovvero ritmi rallentati e dilatati, suoni più decadenti, cantilenati, non ci sono urla. In “Angoli” la dilatazione è estrema anche se raggiungiamo i 10 minuti senza accorgercene. In “Distanze” succedono cose molto interessanti. La canzone ha una struttura ben più definita della precedente e se nella prima parte sentiamo una stupenda sovrapposizione di voci con la strofa –questa cosa qui o la buttiamo o la teniamo rotta– che diventa una vera e propria cantilena/tappeto per la strofa solista di Jacopo, nella seconda metà il pezzo parte più spedito con dei giri di basso che mi hanno fatto sciogliere il cuore perché ho esclamato “M-M-MA CAZZO SONO GLI ISIS!” –gli ISIS sono e sempre saranno tipo uno dei miei tre gruppi prefe di sempre. Insomma, I FBYC sono una famiglia, sono sempre e sempre saranno le stesse cinque facce, eppure ogni volta che se ne escono dal nulla con qualcosa di nuovo, restiamo tutti zitti con la bocca aperta. “Quassù c’è quasi tutto” esce per La Tempesta e si scarica gratis qui sotto.
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