Thomas Raimondi è un illustratore controverso: risponde alle tue domande con altre domande ed ha una carnalità estrinseca forte e bruciante. I suoi disegni, più somiglianti a tele che ad illustrazioni, sono cariche di colore, ma non di pudore. Parla, tocca la religione, si esprime in maniera forte, torna indietro, è una spirale di opinioni. Ci cadi dentro e non ne esci più.
Sesso e violenza sono ancora gli argomenti preferiti dell’uomo?
Sesso e violenza covano in grembo il tabù umano più grande: la paura della morte. E per contrappasso l’esatto suo contrario, ovvero l’esorcizzazione come affermazione dell’esistere sul nulla. Attraverso l’atto sessuale si genera nuova vita. Con la violenza invece si annienta quella altrui per confermare e imporre la propria. Non esistono forze più potenti e ancestrali.
C’è qualcosa di caustico nei tuoi disegni. Lo stesso vale per la tua persona?
Tu che dici?
Se ti dico infanzia, qual è la prima cosa che ti viene in mente?
Io che gioco.
Cosa abbozzi quando sei al telefono?
Risposte opportune?!
Abitudine o improvvisazione?
Se parliamo di creazioni direi improvvisazione feroce: penso con lo stomaco, disegno col cuore. Per la vita di tutti i giorni credo nelle mie certezze.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
I tuoi maestri.
Nessuno. Tecnicamente parlando la mia formazione “artistica” è da autodidatta. Se ti riferisci alle influenze che possono aver plasmato il mio stile non saprei dirti con certezza: un sacco di cose tra arte, cinema, musica, grafica. Personalmente amo le creazioni viscerali, sincere, che hanno qualcosa da dire e lo fanno senza censure. Chi ha stile ed esagera, nel bene e nel male, ma so anche riconoscere la bellezza nelle sue altre molteplici forme. Nella mia crescita e formazione come individuo mio padre e mia madre e i miei fratelli dai quali cerco di imparare in ogni momento.
I tuoi nemici.
I miei nemici sono la banalità e il pressappochismo della gente, le persone che parlano senza cognizione di causa, l’attitudine all’omologazione dei gusti, i critici d’arte, i curatori che non siano anche artisti, gli art director ottusi che non mi fanno lavorare, quelli che vogliono lavori gratis, quelli che non hanno rispetto e riconoscenza per il tuo operato o per la tua persona, i galleristi egocentrici e improvvisati, i plagiatori, l’arte concettuale, gli esaltatori della non pervenuta scena musicale e cinematografica italiana, i fumetti che vogliono far ridere (non c’è un cazzo da ridere).
Esposizioni recenti ed esposizioni future.
L’ultima mostra è stata la personale alla Kalpany Gallery (Rojo) di Milano, Burn Your House Down!, della quale vado molto fiero! Una delle poche gallerie con le quali ho lavorato ad avere respiro internazionale per attitudine e proposte, fuori da retoriche, mode del momento e familiarismo. Sto lavorando ad alcuni progetti ma niente ancora di così concreto e pianificato da poterne parlare.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?