Chiara Armellini ha risposto alle nostre domande all’01:00 di notte, mentre il resto del mondo fuori giaceva dormiente tra le braccia di qualcuno. Me la immagino come una piccola ape laboriosa, al lavoro su mille progetti e circondata da scatole di matite colorate. Guarda i suoi disegni. Non avresti voluto avere una maestra come lei?
Sei nata nel grigio Nord-Est italiano, ma ora abiti a Parigi. Com’è la scena locale dell’illustrazione?
Di altissima qualità. Ci sono un’infinità di illustratori che pubblicano libri nuovi ogni giorno, e molte case editrici e librerie che organizzano vernissage, esposizioni, incontri, dibattiti, proiezioni, ecc. Una cosa piacevolmente bizzarra per me è che negli scaffali dei supermercati o nei negozi di prodotti generici si possono trovare libri importantissimi come quelli di Leo Lionni, Iela Mari, Sendak, Tomi Ungerer ecc… I libri illustrati qui si vendono come le baguettes.
La reazione più comune ai tuoi disegni.
La mia? “m..non mi piace, più.” Quella degli altri? “Bello, che tecnica hai usato?”
Lavorare con i bambini ti fa tornare all’infanzia o sentire incredibilmente vecchia?
Nessuna delle due. Lavorare coi bambini attraverso gli atelier fa parte del mio lavoro attuale di illustratrice, un prolungamento parallelo e necessario al procedimento di creazione di immagini e storie. Attraverso gli atelier prendiamo in mano un progetto, magari partendo da alcuni libri che trattano dei temi specifici, e lo sviluppiamo attraverso tecniche e forme nuove, valorizziamo quindi il libro, e tutto quello che ne sta attorno, l’idea e il metodo, come fosse la seconda parte di una prima analisi.
Ti Faccio A Pezzetti è stato il tuo primo libro per bambini, ne prevedi altri?
Ho pubblicato anche il 13esimo volume dell’Enciclopedia della Favola a cura di Gianni Rodari, per Editori Riuniti; sta per uscire un gioco per Djeco e presto un nuovo progetto con Topipittori.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Occasioni mancate.
Dimentico spesso la scadenza dei concorsi.
Un colore per il buon’umore, un colore per la delusione e uno per la speranza.
Il giallo mi rallegra, se non c’è nella scatola dei colori sto male. Rosa barbie mi delude, non riesco a dargli credibilità. Tutte le tonalità dell’azzurro e del blu mi fanno vedere immagini continue, sono un’indovina del blu, vi ci leggo il futuro.
Occasioni che non avresti dovuto cogliere.
Staremo a vedere, vi rispondo fra qualche anno.
Musica per disegnare.
Tutto l’album di colonna sonora di Mean Streets , the Hooded Fang, the Metronomy, Benny Goodman, Civil Civic. Basta che si scodinzoli e si canti (o si fischietti) ad alta voce.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?