Nonostante abbia ancora un notevole numero di abitanti, Detroit è da anni considerata a tutti gli effetti una città fantasma.
Negli anni ’40 e ’50 capitale dell’automobile (e della techno) nonché città natale di Henry Ford, l’anno scorso la metropoli del Michigan ha dichiarato bancarotta con un debito di 18.5 miliardi di dollari. In questi 60 anni, una serie di fatti che hanno contribuito al suo declino: gli scontri razziali che hanno portato al trasferimento dei bianchi nei sobborghi, la crisi del petrolio nel 1973, il fallimento della General Motors, il crollo dei posti di lavoro e il tasso di criminalità altissimo (Detroit è considerata la città più pericolosa degli States) hanno prodotto un abbandono progressivo della popolazione.
Michigan Central Station, costruita nel 1913, chiusa nel 1988.
Le cifre, ahimé impietose, parlano chiaro: si è passati dai quasi 2 milioni degli anni ’50 ai 700.000 odierni. Una città in caduta libera, con 78.000 edifici vuoti e in rovina. Edifici tra cui chiese, biblioteche, scuole, teatri e ostelli. Un lento degrado e l’azione di squatter, junkies e criminali li ha resi orribilmente fatiscenti, luoghi senza più una storia da ricordare.
Proprio per questo sono nati progetti come il libro Ruins of Detroit, splendido volume fotografico dei giovanissimi francesi Yves Marchand e Romain Meffre con splendidi scatti raccolti tra la fine degli anni ’90 e gli inizi dei 2000 che illustrano l’abbandono totale di stazioni, cinema, fabbriche, studi dentistici e posti di polizia.
Orologio fuso, Cass Technical High School, costruita nel 1917, demolita completamente nel 2011.
William Livingstone House, costruita nel 1893 dall’architetto Albert Kahn, demolita nel 2007.
Hotel Lee Plaza, 15esimo piano, sala da ballo. Costruito nel 1929, chiuso agli inizi degli anni ’90.
Un altro notevole progetto è Historic Detroit, che raccoglie fotografie e storie degli edifici e palazzi (alcuni dei quali, pochi, ancora aperti), divisi in ordine alfabetico. Facile innamorarsi della Book Tower, con il suo stile eclettico e cacofonico che mescola un esasperato razionalismo a uno spintissimo Neoclassicismo.
Book Building (o Book Tower), alta quasi 150 metri, costruita tra il 1916 e il 1926, abbandonata nel 1988.
Perché la città, una volta, non più di 50 anni, era viva e pulsante. I suoi edifici, molti dei quali contraddistinti dallo stile razionalista e modernista che si mescola a un tardo Art Decò, costituivano il vero centro della vita economica e sociale di Detroit. Un prima e un dopo pieno di malinconia che viene ben sviscerato da DetroitUrbex, sito che ha come mission risvegliare la consapevolezza delle sfide economiche e sociali che affronta ogni giorno Detroit. Per fare tutto ciò, quale migliore arma della fotografia? Sezioni come Now and Then sovrappongono foto attuali con foto d’epoca, a creare un corto circuito temporale in cui passato (recente) dialoga con un presente desolato.
Un presente muto che non lascia spazio a nessun tipo di futuro, ma che vaga di stanza in stanza, luogo in luogo. Come un fantasma.
Cass Technical High School
Eastown Theater, inaugurato nel 1931, chiuso nel 2004.
St. Agnes Church, costruita nel 1913, chiusa nel 2006.