È uscito lo scorso 7 Febbraio il primo album di Elli de Mon, dal titolo omonimo, per l’etichetta bergamasca CORPOC (Bachi Da Pietra, Uochi Toki, Il Buio, Caso, Garage Ermetico) e la OTIS RECORDINGS (Kepi Ghoulie, Leeches, Manges). Qui, il track by track.
Leave this town riprende il singolo già uscito come 7 pollici a marzo, è il brano d’apertura del disco ed è il primo pezzo in assoluto che ho scritto come Elli de Mon. E’ nato di getto, e credo sancisca la chiusura con alcune esperienze passate. E’ stato il mio modo di prendere il toro per le corna.
Spell è un pezzo sulle ossessioni, sulle dipendenze dalle quali la mente non riesce a scagionarsi, siano esse le paranoie, la droga, l’ego. Spell è una lei che ci rende schiavi.
Call me è il classico pezzo ignorante e cazzuto nato da due accordi picchiati. Di solito quando lo faccio dal vivo spacco il plettro e le corde…è un monito a percorrere il proprio cammino, a discapito di tutte quelle voci che ti vogliono da questa o quella parte.
Sick è nato giocando con i tempi dispari. Anche se come Elli de Mon suono tutto con la cassa dritta, in realtà i tempi dispari sono un po’ la mia ossessione: mi diverto ad ascoltare la musica extraeuropea e a giocare con il corpo seguendo tutti i cambi ritmici. Ho fatto anche più di un incidente in auto per via di questa abitudine…ehehe. per cui occhio se mi vedete in giro.
Devoted è l’unico pezzo suonato con la band improvvisata in studio, con Bruno Barcella alla batteria e Alessio Lonati al basso. Mi sono divertita un sacco a registrarla! Il testo cancella l’icona della donna fedele e remissiva.
Boogie man è l’incarnazione di quelle paure che ci accompagnano ogni volta che la luce scompare. e’ l’uomo nero che ci spaventa ma che allo stesso tempo ci seduce e ci attrae a sè.
Devil è il classico blues in G7, ma questa volta è il diavolo ad essere sedotto e non la donna.
Walk away è un altro pezzo ignorante, uno di quelli che ti diverti a fare dal vivo. Parla di un caro invito agli ospiti indesiderati (siano essi uomini, donne o spettri) a farsi un giro lontano.
Light è un altro brano già contenuto nel 7 pollici, una preghiera che ci aiuti ad affrontare le tenebre.
Ratri riprende il tema della notte: è un inno del Rigveda, antico testo sacro indiano. In questo brano ho voluto esplorare il mio legame con la cultura indiana, suonando con il sitar i movimenti tipici di raga Bageshree, un raga insegnatomi dal mio maestro e che tradizionalmente viene suonato nelle ore notturne. I testi tradizionali descrivono questo raga come una composizione volta ad esplorare le emozioni di un amante che aspetta la riunione con il suo amato, parla della ricomposizione di una unità. Anche il testo del Rigveda riprende questo tema, ossia l’unità degli opposti. E’ infatti un’invocazione alla dea notte affinchè ci faccia passare attraverso l’oscurità e ci porti alla luce.
Shade parla di nuovo di raggi e di tenebre. di violenze subite e della necessità di un riscatto. A suonare con me c’è il mio amico Silva, aka Phill Reynolds al banjo.