Se sulle tue scarpe hai scritto SGP (che non sta per SpaceGhostPurrp, ma per San Giovanni in Persiceto) e allo spareggio per il trofeo del Three Point Contest vinci contro quello che si faceva accompagnare a scuola da Nelly, devi per forza di cose essere un ragazzo speciale.
Marco Belinelli era il meno quotato del gruppo: non era una macchina da highlights come Irving o Curry, non era un closer come Joe Johnson, non era un maestro della doppia doppia come Kevin Love, eppure ha lasciato che siano stati i fatti a parlare.
I telegiornali di tutta Italia, sportivi e non, si sono accorti che c’è altro oltre alle lacrime di Balotelli e all’antipatia di Conte, e se il movimento cestistico avrà della visibilità in più, lo dobbiamo al nostro Marco.
Sdeng un paio di palle (a spicchi, s’intenda).