“Com’è la vita in nove?” – “Divisibile per tre”. Se pensate che condividere il proprio lavoro con tante persone sia faticoso, fate un giro sulla barca dello Studio Armad’illo. I ragazzi che animano ogni giorno questo grande laboratorio d’illustrazione sono tanti, eppure i loro disegni sembrano essere partoriti da una mente sola. E se non avete mai visto Shaq in versione Carmen Miranda, è l’occasione giusta per ricredervi.
Partiamo a un assioma insindacabile: gli armadilli sono la cosa più bella del mondo, soprattutto quelli disegnati e non quelli reali. Come mai danno il nome al vostro studio?
Volevamo che il nome fosse quello di un animale, facilmente traducibile anche in un logo. Che fosse un animale con un nome identico almeno in italiano e in inglese, visto che proporci all’estero era uno dei nostri obiettivi, e che contenesse un riferimento all’illustrazione (illo, illu). L’armadillo ha tutte queste caratteristiche, inoltre è piccolo e corazzato allo stesso tempo: Armadillo come Arma d’Illustrazione.
Siete dei grandi sostenitori dell’autopromozione. Fino ad ora ha portato i suoi frutti?
Sì, senza dubbio: noi mettiamo tutti in circolo i contatti che abbiamo singolarmente, raggiungendo più persone. È anche un modo per metterci alla prova con prodotti sempre nuovi: dal kit di sopravvivenza portato alla Fiera di Bologna dell’anno scorso, alle cartoline di San Valentino, dalle cover di facebook ai calendari. Il vantaggio è quindi di farci ricordare come gruppo e “brand”, guadagnando visibilità.
Come si illustra una guida a Mark Rothko per bambini? Da dove si parte?
Si parte da una serie di saggi sul pittore, gentilmente forniti dal Museo Nazionale di Varsavia; Zosia ha passato due settimane a leggere e guardare. Dopo è arrivato il testo, semplice ma forte, di Agnieszka Tarasiuk, che spiega la difficile vita di Rothko ai bambini (come parlare dell’immigrazione? dell’alienazione? del suicidio?). Insieme all’autrice del testo, che curava anche la mostra di Rothko a Varsavia, Zosia ha cercato dei momenti nella vita di Rothko che potessero parlare all’immaginazione dei bambini. Poi, una volta trovati i temi, ha avuto libertà totale nell’ esecuzione delle illustrazioni; un’opportunità di solito rara.
Subway Letteratura, sì o no? Avete illustrato la copertina di Non Dirlo A Nessuno firmato da Silvia Pillin, ma cosa pensate di questo strumento di intrattenimento?
È stata una delle prime occasioni in cui Alessandra è stata selezionata, e in questo senso emozionante. Un buon modo per iniziare a misurarsi con il lavoro su commissione. Quindi: perché no?
Com’è la vita in nove?
Divisibile per tre.
Ci mandate una fotografia della scrivania su cui state lavorando in questo momento?
I vostri migliori amici.
Noi stessi (che insieme ci divertiamo assai) nonchè Lito, l’uomo del pulito, che ci consente di non lavorare nella monnezza. Ma ovviamente anche lo staff del MiMaster, che abbiamo frequentato tutti insieme e ci ha reso professionisti, così come gli insegnanti che abbiamo avuto il privilegio di avere lì, come Giulia Orecchia, Guido Scarabottolo, Emiliano Ponzi.A questi si aggiungono tutti i nostri colleghi, di Milano e non, che vengono a trovarci… Visite assai gradite tanto più se corredate di omaggi ipercalorici.
Sul vostro sito c’è una sezione dedicata alle illustrazioni per bambini. Che differenza passa con quelle per gli adulti?
Certamente non può essere una differenza di qualità. Illustrare per bambini non vuole dire semplificare, o banalizzare lo stile. A prescindere dallo stile, che può essere molto complesso e raffinato, l’illustrazione per bambini deve comunicare. Deve avere la forza di attirare il bambino dentro la storia. Ai bambini non interessa la maestria tecnica, ma le possibilità di identificarsi con un personaggio, di entrare in un mondo. Quindi, forse, è ancora più difficile!
L’unione fa la forza o chi fa da sé fa per tre?
L’unione fa la forza: condividiamo le spese, i dubbi, i risultati e a volte le delusioni, i pranzi e lo spasso (per esempio, qui sotto vedrete quanto ci si diverte a fare un lavoro a 9 mani).E del resto lo sapete già che l’unione fa la forza, ci avete intervistato per questo motivo :)
Se vi dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegnate?