Intervista di Luca Lovisetto
Foto di Riccardo Ruspi
Partiamo dalle presentazioni. Insomma, le solite cose: chi sei, quanti anni hai, che fai nella vita, come nasce questo gruppo.
Sono Filippo, ho 20 anni e ho cominciato quest’anno a studiare agraria qui a Perugia. Il progetto nasce verso Dicembre del 2012 dopo varie esperienze musicali avute nel corso degli anni con Bernardo (il batterista). L’idea del duo è nata in maniera abbastanza casuale per la verità ma ci è subito piaciuta per la libertà che ci dava questo tipo di formazione.
Effettivamente ultimamente la combo chitarra+batteria in duo va per la maggiore. Ho intervistato l’altro giorno i Clothes, anche loro in duo.
Dunque: perché Autunno? Definisci il vostro genere e presenta la band ai lettori che non la conoscono.
Il nome è venuto fuori, neanche a dirlo, per caso. Ci è piaciuto da subito il suono stesso della parola e come in qualche modo i sentimenti, i colori e le caratteristiche della stagione avessero un collegamento abbastanza diretto con quello che poi volevamo esprimere musicalmente parlando.
Ho sempre difficoltà a definire o a ricondurre ad un genere ben definito quello che suoniamo: Veniamo entrambi da ascolti molto variegati e differenti, principalmente non italiani. Io ad esempio sono un grandissimo amante del post-punk e della dark wave, ma non posso negare che l’ascolto di molte delle cose uscite in Italia negli ultimi tempi (e non) nel panorama punk ed emo-core ci abbiano influenzato molto. Un mio amico ascoltandoci ha tirato fuori i Nuvolablu ad esempio, ma è semplicemente uno dei tanti ascolti che abbiamo.
Ok. Bene che l’hai tirata fuori tu questa annosa questione. Band di maggiore ispirazione / a cui vi piacerebbe essere paragonati:
Domanda difficilissima! Proprio per la varietà di ascolti riesce molto difficile dirlo. Per i testi in italiano in particolare posso dirti alcuni nomi di gruppi che ammiro molto: Altro, FBYC e Verme su tutti. Nel periodo recente ci sono molto piaciute le uscite dei Lantern. In senso più ampio diciamo che tra i gruppi fondamentali per la mia formazione ci sono Slint, My Bloody Valentine, Joy Division. Potrei continuare, ma la lista sarebbe lunghissima.
Chi scrive i testi da voi? Mi piace molto l’immaginario che riuscite a creare con queste liriche rarefatte e talvolta oniriche. Un’altra cosa che trovo geniale del vostro EP è la copertina.
La copertina è opera di un amico di Bernardo. È una foto che fece anni fa e della quale si era completamente dimenticato. Ha subito colpito molto anche noi e ci ha fatto veramente piacere poterla usare per il disco. I testi solitamente li scrivo io e mi fa molto piacere che ti siano piaciuti.
Come nascono le vostre canzoni? L’estetica lo-fi delle canzoni mi fa presupporre che per le registrazioni abbiate seguito un approccio DIY. Raccontami un po’ la gestazione del disco.
Le canzoni nascono in sala prove. I pezzi solitamente escono dalla miriade di decibel che tiriamo fuori in saletta e che ci stanno facendo diventare sordi. Su disco abbiamo cercato di ricreare quella sensazione con un approccio molto Lo-Fi, registrando tutto in presa diretta in una stanza che non aveva niente a che fare con uno studio di registrazione. In questo ci hanno aiutato Stefano e Valerio i due creatori di quella mini-etichetta che è “Astio Collettivo” che ha anche permesso che il disco uscisse, per nostra grande gioia, su vinile (un 7″ più precisamente).
Qual è la tua canzone preferita dell’EP o – alternativamente – quella che consiglieresti di ascoltare per prima a chi non vi avesse mai ascoltati?
Tutte le canzoni, ognuna con le sue sfaccettature, ci rappresentano in un modo o nell’altro. Ti butto lì “Dettaglio” per dirne una anche se penso che alla fine tutte le tracce del disco dicano un po’ chi siamo e che idea abbiamo del fare musica.
E questa scena emocore / post punk umbra? Consigliaci una band, dai.
Tra i giovanissimi per la verità non saprei farti nomi. I gruppi “del giro” con cui entriamo in contatto, direttamente o indirettamente, sono sparsi un po’ per tutta Italia. Però di umbri non mi viene proprio in mente nessuno. Probabilmente è più ignoranza mia che desolazione regionale. Un pochino più legati all’hardcore ci sarebbero i Cayman the Animal, un gruppo a metà tra Lazio e Umbria, che ha recentemente fatto uscire un disco molto figo, così come i Tiger!Shit!Tiger!Tiger! di Foligno, che hanno tirato fuori un disco molto Shoegaze e, soprattutto, bellissimo.
Cosa c’è attualmente nel tuo lettore cd? E ancora: i cinque dischi che ti hanno cambiato la vita.
Negli ultimi giorni ho avuto in rotazione continuata il singolo nuovo di The Soft Moon. Probabilmente il mio progetto preferito tra i recenti. Per i 5 dischi ti dico: “Loveless” (My Bloody Valentine), “Closer” (Joy Division), “If You’re Feeling Sinister” (Belle & Sebastian), “Spiderland” (Slint) e, di italico, tutta la discografia degli Altro.
Prossimi progetti. Che futuro intravedi per gli Autunno? Con quale etichetta sognate di lavorare?
Con gli Autunno spero di poter continuare a scrivere e a suonare (tanto) in giro, in sala prove e ovunque sia possibile. Di etichette ce ne sono tante che seguo e delle quali apprezzo molto le produzioni. La nostra speranza resta comunque quella di poter esprimerci sempre come vogliamo e senza filtri di alcun tipo.
Perfetto. Grazie mille per la bella chiacchierata. Ultima domanda: prossime date?
Per ora non abbiamo niente di ufficiale, ma speriamo di poter fissare qualcosa per i prossimi mesi. Grazie anche a te e a Dance Like Shaquille O’Neal per l’intervista.