Photo: Nicolò Parsenziani
Musica liquida. Musica che prende la forma delle orecchie di chi ascolta. È stato questo il mio pensiero durante l’intero concerto dei Darkside che si è tenuto Domenica scorsa ai Magazzini Generali di Milano come preview dell’Elita Design Week Festival 2014. Un’atmosfera surreale, incorporea ed immaginifica per uno degli spettacoli sonori più emozionanti cui mi sia capitato di partecipare negli ultimi mesi. Il duo di produttori di base a New York è un tandem perfetto che soppesa al grammo ogni nota prima di mandarla nell’etere: Nicolas ha la capacità di diluire le vibrazioni fino a farle scomparire, mentre Dave restituisce la dimensione materiale alle cose grazie alla sua chitarra veemente e delicata. Una dopo l’altra vengono snocciolate le tracce di quel piccolo capolavoro che è Psychic, uscito lo scorso ottobre via Other People, l’etichetta dello stesso Jaar: Golden Arrow, Paper Trails, Heart, Metraton, qualche incursione nel primo EP uscito nel 2011 quando il progetto era ancora in fase embrionale. Climax sonori accompagnati da uno spettacolo visivo permeante: un buio pesto in cui i due artisti danno quasi le spalle al pubblico, l’uno di fronte all’altro senza guardarsi mai negli occhi. Un bagno di oscurità interrotto solo da fasci di luce che fendono l’aria, alle spalle dei Darkside un enorme specchio circolare che manda immagini distorte di una folla in religiosa adorazione.
I Darkside ci hanno mostrato il lato mentale della musica elettronica, il volto freudiano del rock’n’roll, l’intimità di cui è capace la musica quando la ascolti a serrande abbassate. Per una volta ti chiediamo di ascoltare le emozioni con la testa e di lasciare lo stomaco da parte.