Esce domani, 11 Marzo, il nuovo disco degli Ex-Otago, “In capo al mondo”. Tante cose sono cambiate e abbiamo fatto quattro chiacchiere con la band per farcele raccontare.
Foto Simone Roviario
1) Partiamo dalla copertina del disco, un po’ come si farebbe con la copertina di un libro. Natura verde versus modernità e consumismo? O avete solo caricato il baule per una scampagnata fuori Genova?
Se ascolti il brano “L’età della spesa” guardando la copertina forse troverai più o meno la nostra chiave di lettura: Ci è capitato di sentirci indigeni e cittadini in bilico tra un parcheggio e una foresta “[…] ma chissà dov’è la mia casa la mia gente […]”. Siamo alla ricerca, insieme a tanti altri; proviamo a tradurre, in musica, alcune visioni, mondi che viviamo.
2) La cifra stilistica del disco: la vacanza, il viaggio in capo al mondo, tra zattere, barconi, vento e foglie in balìa del vento. Cosa c’è lassù? “Dicono che è un posto bellissimo, colori e lingue sono tutte diversi”.
Direi non tanto la vacanza quanto più il viaggio: di certo ci sentiamo molto più viaggiatori che non turisti, forse anche un po’ esploratori, ma sicuramente non coloni. Il libro che accompagna il disco si chiama “Burrasca”. Tante Burrasche ci hanno travolto in questi anni e ci hanno portato in luoghi sconosciuti: tanti eventi ed incontri ci hanno guidato, ma anche costretto a prendere strade sconosciute. Quando suoniamo i brani di questo disco ci sentiamo un po’ in capo al mondo e, tutto sommato, ci stiamo parecchio bene.
3) Quante cose sono cambiate da “Mezze Stagioni”? Quanto ha inciso, se ha inciso, l’uscita del Pernazza?
Ognuno troverà le proprie differenze: c’è chi noterà la mancanza del rap, chi, invece, coglierà il sax, il flauto o il charango più di altre cose; c’è chi noterà un cambiamento delle tematiche dei testi, o dei ritmi che prima non avevamo mai usato: c’è chi sarà colpito soprattutto dalla presenza di una chitarra classica e dal pizzicato in 3/4. Siamo un baule aperto: ognuno può frugare e se è fortunato, trovare qualcosa di molto prezioso. C’è chi si allontanerà, ma anche chi si avvicinerà per la prima volta al nostro progetto.
4) 4 dischi, 3 libri, 2 viaggi e 1 persona che hanno influenzato la stesura dell’album?
Fleet Foxes “Sun Giant” ; Litfiba Desaparecidos, The National “Terrible love”; Goran Bregovic “Champagne For Gypsies”. Serge Latouche “Per un abbondanza frugale”; Lorenzo Guadagnucci “Restiamo Animali”; Ivan Illich “La convivialità”; Il viaggio dell’ultimo concerto con Albe e il ritiro alla Nina; una piccola baita di montagna dove lo scorso inverno ci siamo ritirati per ragionare sulle canzoni. Una persona sola è impossibile da trovare.
5) “Dove si trova la felicità?”, o almeno, voi dove la cercate?
Magari sapessimo dove si trova! Sicuramente l’ abbiamo trovata nel riuscire a realizzare questo disco e libro con il supporto diretto di un sacco di amici attraverso Musicraiser. E poi chissà, “[…] in una soffitta, sotto una scarpa […]”, sicuramente in tante piccole cose, nell’avere un progetto, nell’avere qualche certezza e tante incertezze e nel sentirsi sempre alla ricerca, consapevoli che non troveremo mai tutto ciò che cerchiamo.
6) Chi è Mentino?
Mentino era un contadino della Val Borbera; valle selvatica e severa nell’Appennino Ligure-Piemontese. Aveva la passione del violino, girava sempre con due vacche bianche e un cane nero. Era un buono, troppo, deriso per la sua generosità e naturalezza. Era un uomo semplice e pacato a cui non è stato concesso un posto in questo mondo. Sappiamo bene quanto la furbizia e la forza siano caratteristiche ben più apprezzate nella nostra comunità rispetto alla bontà d’animo e alla generosità. Mentino si è ammazzato nella Cascina in cui Mauri sta costruendo il Progetto Cascina Barbàn.
7) Chi di voi è più “Gian Antonio”? Volete dare un taglio a qualcosa? Volete compiere un salto?
Tutti noi siamo un po’ Gian Antonio; tutti in un certo senso abbiamo voglia di buttarci: c’è chi, tra noi, è già in volo, c’è chi lo sta per prendere o chi è ancora dubbioso sulla traiettoria: in tutti casi nessuno, di certo, è già atterrato.
8) Questo Paese ha perso la tramontana? Ha bisogno di un po’ di tramontana?
Questo Paese avrebbe bisogno di una dose massiccia di tramontana; non vogliamo essere gli ennesimi a cambiare aria, vorremmo che cambiasse in casa nostra.
9) Nella ghost-track l’incontro con lo Spirito guida dell’Universo. Ci dite di più di questo?
La ghost track è una lettura di parte di un discorso di Alce Nero. Abbiamo trovato le sue parole profondamente vicine a noi e formative. Alcuni di noi in particolare, sentono un gran bisogno di ricollegarsi con spirito e corpo, con l’esistente, gli alberi, la terra, le nuvole. Capire da dove siamo venuti e cosa ci facciamo in questo mondo.
10) Il filo conduttore che apre e chiude il disco è un albero… come mai?
Non ci sentiamo di appartenere ad un solo mondo: siamo plurali e con tanti elementi, bellezze e colori, sensazioni e visioni che che fanno parte delle nostre vite, abbiamo costruito il nostro mondo sempre in movimento, diverso. Fili conduttori sono anche il mare, il viaggio, le foglie, l’incertezza, la scoperta, la città: è un po’ come se la nostra musica fosse come un contenitore che cerca di dare forma leggibile a tutto questo. Ci troviamo a metà tra il selvatico e il coltivato.
TOUR
21 marzo: Bologna @ Covo
27 marzo: Milano @ Ohibò
28 marzo: Treviso @ Home
29 marzo: Padova @ Studio 2
05 aprile: Saluzzo (CN) @ Ratatoj
11 aprile: Torino @ Officine Corsare
12 aprile: Modena @ Vibra
17 aprile: Sant’Elpidio (FM) @ Preview May Day Festival
18 aprile: Trani @ La Lampara Club
24 aprile: Foligno (PG) @ Supersonic
25 aprile: S.Egidio alla Vibrata (TE) @ Deja Vu
26 aprile: Roma @ Asaparty – Circolo degli Artisti
30 aprile: Genova @ Teatro dell’Archivolto