Foto di Flavia Tullio
Qualche tempo fa, in macchina con un amico, stavamo discutendo dell’evoluzione della musica, specialmente quella italiana. Parlavamo dei suoni nuovi, della corrente di quella musica che mi piace definire “istruita”. Io avevo citato Machweo, giovane, italianissimo e mio personalissimo esempio della nuova scena nostrana. Di chi, con i piedi per terra tipici della generazione 200o italica, ci mette la voglia di sperimentare, di provare ad avvicinarsi ai grandi.
Qualche mese dopo, alla notizia che avrei dovuto intervistarlo rispondo con un sano entusiasmo. La conversazione, causa malattia e distanza geografica si svolge via Facebook, ed assume subito i toni più giusti, quelli informali. Due coetanei, appassionati, che chiacchierano di musica. Giorgio (Machweo) si mostra subito privo di preconcetti alcuni e risponde a tono alla mia prima, magari stupida domanda. In primis devi sapere che io sono sempre stato affascinato dalle descrizioni degli artisti su Soundcloud (non so il perché). Dunque, dietro il tuo Somewhere, Italy, alla voce <luogo> c’è una motivazione?”
Sì assolutamente, ho vissuto in diversi posti in italia per svariati motivi, sono nato in Salento, ora vivo a Carpi in provincia di Modena e quindi a meno che qualcuno non voglia sapere la mia città di residenza attuale (e non ne vedo il motivo, non dovrebbe essere importante) non aveva troppo senso scrivere un posto in particolare.
Quindi dietro c’è il tuo girare per l’Italia che , mi pare di capire, ha influenzato anche il tuo suono?
Non credo, o almeno, non consciamente, non so ancora dirti esattamente cosa influenzi il mio suono. Penso che l’influenza sia un fattore inconscio, ho cercato anche in passato di rispondere in modo preciso a questa domanda ma pensandoci non credo più di tanto a chi è così sicuro che qualcosa lo abbia ispirato in particolare. un conto è decidere a tavolino che vuoi far suonare i tuoi pezzi simili a qualcos’altro, un conto è l’ispirazione. Quindi il viaggiare potrebbe influenzarmi nel processo creativo come potrebbe non c’entrare nulla.
Capisco. Ed ha ragione. Pensateci per un attimo. La domanda che più frequentemente di fa ad un’artista è proprio questa: cosa ti ispira? Una risposta secca potrebbe risultare finta, una troppo vaga fare la figura delle “vibrazioni” di cui parla Jep Gambardella nel pluri-premiato film che con la nostra intervista ha ancora un suo link. Passiamo ad un aspetto più pratico.
Mi spieghi qualcosina in più circa <Earthquake Island>? Cioè tutti quei video m’avevano messo un attimino in agitazione. Come sei stato avvicinato al progetto?
Earthquake island è uno dei tanti amici produttori che il fantastico mondo dell’internet mi ha permesso di conoscere. io ho partecipato insieme a tanti altri validi compari al suo disco di remix, mi sono divertito molto, ma come per ogni remix che faccio sono sempre molto scontento del risultato.
Ah sì? Perché? Questa la voglio sentire. C’entra qualcosa anche il “sad remix” di Jerome Lol?
Eh vedi, anche lì, se dovessi chiedermi se mi piace o meno (nonostante lo reputi un remix tutto sommato riuscito) ti direi che non mi convince totalmente. Il motivo è che semplicemente non sono così capace in questa forma di composizione, forse a volte mi ostino a suonare anche quando manca un’ispirazione però se dovessi avere un approccio costantemente irrazionale alla musica finirei per recluderla nel mero hobby. Sono convinto che ci voglia esercizio, come in ogni cosa. Al contrario di molti finisco per pubblicare su Soundcloud sempre tutto quello che faccio a priori, non so se è molto furbo, effettivamente potrei anche smettere.
Machweo ci fornisce inconsapevolmente, ma forse neanche troppo, uno spunto per un’interessante digressione, tuttavia impossibile da trattare qui. Siamo sicuri che tutta la musica che un producer “getta” in rete, sia un prodotto appetibile, finito, ed in grado di dover esser pubblicizzato? Ovviamente no, tuttavia…
Io credo che sia un bene, dico pubblicare tutto quello che si fa. Si mostra alla gente
Mostro alla gente che non sono un fenomeno ahah
ahahahahahaha no ma che… dicevo: non solo il prodotto finito, quello tutto impacchettato e luccicante, ma anche tutto il resto, il contorno, lo scazzo di una serata ed è proprio quello che se vogliamo delinea al meglio l’artista, o l’immagine che abbiamo noi di artista, eterno sognatore e tutte le notte ispirato accanto ad oppio e/o bourbon.
Sì direi che è giusto.
Te la posso fa una domanda? Tu che lavoro fai? Nel senso, vivi di musica?
MA MAGARI! Sarebbe molto bello, ancora non è successo, se succede facciamo una festa. Io ho ventun’anni e non lavoro, studio scienze naturali a Modena.
Ah vedi, siamo quasi coetanei (mi stai facendo sentire vecchio). Abbiamo più volte parlato di Machweo sulle pagine digitali di DLSO, ogni volta esprimendo ammirazione mista a curiosità nei confronti delle sue produzioni. Nei nostri (frequenti) post sui tuoi lavori, qualcuno di noi (Oscar Cini così facciamo i nomi e te la prendi con lui) ha definito più d’una volta il tuo sound “VISIONARIO”. Sei d’accordo? O forse voleva dire che sei pazzo (LoL)?
Beh è un grosso complimento, ho sempre voluto osare certo ma visionario è un parolone. Bisogna chiederlo a Oscar cosa intendesse esattamente con visionario ahah.
Provvederemo. Tuttavia è di semplice, pure se non facilissima, interpretazione quello che il nostro Oscar volesse intendere. Un suono visionario è qualcosa che ti spiazza, che lascia a fantasticare. La musica <istruita> per l’appunto. Mi sembra che tu non sia molto a tuo agio a classificare il tuo suono, sbaglio?
Ci hai preso, non sono troppo a mio agio a classificare in generale, ecco.
Devo dirti la verità, hai fatto breccia nel mio cuore in maniera definitiva con quel sample vocale di Breaking Bad nel remix di Gunshotta (per altro uno dei pezzi dell’anno). Beh quella è una bella roba da visionario, come t’è venuto in mente?”
Gunshotta è un pezzo tosto, Walter White è un tipo tosto et voilà. Ho una bella passione per il cinema e la filmografia in generale, mi è venuto spontaneo.
Ti sei esposto in maniera pericolosa adesso, data la mia passione per il cinema. Adesso mi confidi se ti piace la Grande Bellezza o meno.
Troppo.
Ah menomale, non dobbiamo litigare.
Temevo la litigata anch’io (ride)
Hai mica visto “House of Cards” sulla Netfix, la serie con Kevin Spacey?
La mia ragazza mi ha imposto di farlo ma mi sono fermato alla prima puntata della prima stagione, forse non dovrebbe saperlo. Ho perso la testa per true detective e fino a lunedì prossimo mi sa che ci sarà solo true detective. Poi ho anche troppo poco tempo ultimamente sono chiuso in studio da mesi.
Il che ci porta per mano alla prossima domanda. Quando esce? e soprattutto, cosa?
Ah, a saperlo… (ride). Beh le cose stanno così, per ora: ho avuto la fortuna (una di quelle occasioni che ti capitano una volta nella vita) di aver stretto amicizia con Sollo, il bassista dei Gazebo Penguins, che mi ha proposto ormai tanto tempo fa di produrre il mio prossimo disco. è un processo lungo. sono arrivato all’Igloo Audio Factory, lo studio che ha con altri due ragazzi a Correggio (RE), a metà dicembre con pezzi più o meno finiti, alcuni giri e alcuni beat e abbiamo iniziato un lavoro di selezione. una volta scelte le papabili dieci tracce ho finito le pre produzioni in studio, sollo mi ha dato una mano negli arrangiamenti, così anche Daniele Rossi (già Like A Shadow e Threelakes) e le batterie sono state suonate da Andrea Mancin (giardini di mirò, esperanza, quakers and mormons e mille altri). Ora ci sono dei pezzi più o meno finiti ma ancora ci sarà da lavorare, quelli di cui siamo ormai sicuri devono essere mixati e masterizzati, altri dovranno ancora essere modificati. Posso dirti che il 24 di marzo esce un singolo per Bad Panda Records. Per ora si sa solo questo.
Bolle un bel po’ di roba in pentola insomma
Sì, per ora mi sto godendo quest’esperienza unica sia dal punto di vista personale che da quello di musicista, le produzioni sono super professionali, le persone con cui collaboro pure, lo studio neanche a parlarne (basta vedere le foto allegate a quest’intervista). Insomma cose belle. (vedrai Flavia, ha fatto un lavorone).
In questo paese per vecchi che è l’Italia, c’è stato qualcuno della “scena” che ti ha aiutato, o in qualche modo influenzato?
In questo paese per vecchi c’è Giulione Go Dugong che prima di essere un “collega” è un amico. Anche qui non so se mi ha influenzato ma sicuramente mi ha aiutato, abbiamo condiviso palchi di mezza italia e ci siamo divertiti tantissimo. poi se mi chiedi se c’è gente capace in Italia ti dirò che siamo pieni. ora come ora mi vengono in mente il già citato Earthquake Island, Godblesscomputers che è un king (non so che vuol dire ma lui lo dice sempre), Hlmnsra, Vaghe Stelle e Stèv che sono dei fenomeni e chissà quanta gente mi sto dimenticando. Siam pieni.
Mi hai bruciato la domanda su Giulio
No, dai, fammela
(Hai in parte già risposto, ma stica.)
Che rapporto avete? Sicuramente siete compatibili da un punto di vista musicale, ma si nota che c’è qualcosa che va al di la del rapporto “lavorativo”. Dove nasce la vostra amicizia?
La nostra amicizia nasce nella mia prima data in assoluto, fatta in salento ormai due anni fa, suonava anche lui, aprivo per Go Dugong. Da lì è nato un rapporto d’amicizia che col tempo si è molto consolidato, abbiamo suonato insieme un mare di volte, a Modena, a Ferrara, a Milano, a Napoli. Sempre divertente. Soprattutto perché dopo i concerti lui è sempre incazzato per qualche motivo e ogni volta cerco di capire perché (la cosa è sempre divertente, forse anche lui non dovrebbe sapere certe cose spero che non mi meni). Poi mi è sempre piaciuto molto suonare con lui perché nonostante facciamo un genere affine ci stiamo sempre più spostando su terreni opposti ed è sempre bello per me vedere dove si spinge Giulio, è bravo. Un giorno imparerò a usare gli equalizzatori e i filtri come li usa lui.
Senza voler scendere troppo nel tecnico (anche perché io non ci capisco nulla) cosa usi per produrre? E soprattutto mi piacerebbe chiederti se hai un determinato suono che utilizzi spesso?
Come ti dicevo ora sono in uno studio professionale, prima era quasi un gioco, producevo in casa con una schedina audio e strumenti midi. All’igloo invece mi si è aperto un mondo, dovessi farti la lista degli strumenti, delle schede audio, e di tutte le macchine usate per scrivere il disco che verrà finiremmo l’intervista domani. Posso dirti che sarà un disco suonato tutto con strumenti analogici, a parte qualcosina. I synth che abbiamo usato di più sono il korg polysix, il microkorg, il juno della roland e il korg ms-10, ci sono anche delle chitarre e dei bassi, come ho già detto delle batterie, tanti strumenti improvvisati campionati e tanti giochini, tipo il kaosspad. che figata il kaosspad. Non esiste un suono che utilizzo più spesso di altri. Forse chi ha un orecchio allenato sulle macchine riconoscerà spesso il suono del polysix, ecco.
Qual è la tua formazione musicale? Cioè da piccolo anche tu ascoltavi Nelly come me?
Qui Giorgio mi stupisce. A volte immagini, sbagliando, che i tuoi producer preferiti debbano ascoltare per forza chissà quali note superiori, ed invece…
Nelly, Eminem, Snoop Dog, Puff Daddy; poi sono arrivati gli Eiffel 65
Che figata!
Poi l’indie rock, poi è arrivata la ricerca del suono per piacere personale e infine ho provato a trasportare la ricerca nella mia musica.
Quindi eri un ragazzo normale, non uno di quelli chiusi in casa a fare solfeggio e campionare suoni strani?
Ma no, ero uno sfigatone esagerato, non che ora sia molto di più ma ero proprio un ragazzino standard. Anzi ti dirò a dieci anni volevo fare il prete, per dire. Se ho avuto una buona formazione musicale non è, per rimanere in tema, opera dello spirito santo. Devo ringraziare un po’ di persone che consciamente o meno mi hanno dato una mano. Da mio nonno che suonava la tromba nella banda di paese, ai miei genitori che mi hanno sempre insegnato a tenere la mente aperta per qualsiasi cosa. Più avanti con gli anni ci sono state le compagnie al liceo ma dal punto di vista musicale le persone più importanti sono state quelle che mi hanno “allevato” musicalmente nel vero senso della parola. Sono gli attuali proprietari del “Mattatoio” Giacomo, Marco e Filippo a cui devo infiniti grazie.
Che rapporto hai con la scena hip hop italiana? Te lo chiedo perchè proprio oggi ascoltavo il nuovo singolo di Calì, e la produzione di AleAka è principalmente elettronica. Hai mai pensato di produrre un pezzo per qualcuno che ci rappasse su?
Dell’hip hop italiano attuale non ci capisco nulla, sono totalmente fuori dal giro, però posso dirti che mi piace Mecna. E comunque sì, mi piacerebbe tantissimo fare delle basi per un disco, mi piacerebbe molto. Anche perché credo verrebbe qualcosa di folle.
Mecna è per distacco il mio preferito, quindi se ti decidi con House of Cards, si va in vacanza insieme.
No, è che sai perché non mi ha entusiasmato troppo l’idea di vedere house of cards? Probabilmente è questione del tema principale, ovvero la politica. Sia chiaro, io adoro la politica, ma sono arrivato da qualche mese a un punto di saturazione elevatissimo, non ne posso più. Sono uno di quelli che crede che la politica sia una bellissima cosa e dal momento che ci tengo a quest’idea che ho, attualmente ho preferito prendere una pausa dalla cronaca e da tutto ciò che la riguarda.
Hai perfettamente ragione. Cosa ascolti quando non sei “ai controlli”?
Potrei spaventarti molto. Da quando sono usciti ascolto incessantemente James Holden, Deafheaven e Forest Swords, poi seguo molto Shlohmo (il fenomeno numero uno) che è sempre molto prolifico, nonostante la sua ultima no more con Jeremih non mi abbia fatto impazzire, poi ascolto tantissimo gli Eiffel 65, ogni occasione è buona per ascoltarli. E un sacco di merda, tantissima “musica schifosa.
E Miley?
Tanta musica pop, quella da heavy rotation su mtv. I veri mostri della produzione sono lì dietro. Le produzioni di Lady Gaga fanno paura, Katy Perry idem. Poi ho stra ascoltato Jon Hopkins, Kanye West e Factory Floor, ma anche Miley, Lorde, davvero non farmi continuare.
È una questione davvero interessante. Qualche giorno fa recensendo il nuovo di Pharrell parlavamo del pop, quello serio, che troppe volte si tende a screditare a discapito della musica <intelligente> o che per forza vuole significare qualcosa. Io mi sorprendo quando la gente perde la vita dietro le liriche di testi rap e sfancula invece quelli pop. Una precisazione urge. Nel nostro inizio avevo definito la musica di Machweo, e di tanti di quelli da lui citati ISTRUITA. La differenza con “intelligente” è labile, o magari esiste solo nella mia testa, e si colloca in mezzo tra le cose fatte bene, e quelle rese volutamente difficili, e per questo ritenute non per tutti. Errore. Mi è sempre stato detto che la musica dovrebbe unire, non ghettizzare. Ed infatti Machweo ci dice:
No ma quelle sono stronzate, è come se uno guardasse solo film di Lars Von Trier. Secondo me c’è un equilibrio in ogni cosa, non puoi ascoltare musica cerebrale sempre. Mi piace molto Svendeaths come mi è strapiaciuto il singolo di Sophie, “Blipp”. Ostentare intellettualismo è da sempre uno status quo, dichiarare la propria nicchia di appartenenza e seguirla come una fede è una cosa molto comune ma io la vedo alquanto deleteria. Il problema sono gli integralismi, in religione come nell’arte. Cioè capiamoci c’è musica di merda anche in quella presunta colta, eh. E poi chi lo dice che una musica difficile dev’essere per forza colta? cioè chi lo ha detto? la musica è un linguaggio, ognuno la usa come vuole, come ognuno parla la lingua con cui si sente più a suo agio. ciò non toglie che puoi dire una cagata anche in latino.
Touchè. Mi farebbe piacere sapere se hai mai pensato di esplolare altro a livello musicale, tipo immergerti nei 4/4?
Sì ci penso sempre, questo disco sarà molto diverso dal mio primo “leaving home”. E il singolo che uscirà per Bad Panda sarà una bella roba in 4/4.
Bella notizia
E spero che quello dopo sarà diverso da questo qui. c’è troppo poco tempo, tante cose da dire e tanti strumenti da provare a suonare.
Questo è Machweo. Uno con le idee chiare, amante del cinema, dell’arte. Non un intellettualoide, perché forse ne abbiamo davvero troppi qui in Italia. Ci specchiamo nella nostra storia, nell’archittettura così come nella musica, credendo di essere protetti. Ma il progresso è oramai più fondamentale dell’inglese, e cominciare con quello artistico-culturale non sarebbe male.
Dai ti lascio cenare in pace. Prima però consigliaci: 1) un disco 2) un film (o una serie) 3) un luogo in Italia da visitare.
Questa è difficile, aspetta che ci penso.
Disco: Vaghe Stelle – “Sweet Sixteen” . Film: Reality di Garrone. Luogo: banale ma mi viene spontaneo dire Otranto, sono i posti in cui sono nato. Otranto è davvero bellissima. Poi giacche sei lì gira un po’ e dammi un colpo di telefono che se sono nei paraggi andiamo a bere qualcosa.
Tutti invitati, s’intende.
UPDATE:
Ascolta e scarica il nuovo singolo di Machweo, “Tramonto”.