Report e foto di Serena Lucaccioni
Dubbi su cosa fare in mezzo alla settimana? Ci pensa l’etichetta Woodworm, che approfittando della disponibilità del Circolo Degli Artisti, decide di organizzarti un festival pieno di nomi validi della scena indipendente italiana. La serata inizia infatti con i Bachi da Pietra seguiti da The Crazy Crazy World of Mr. Rubick, che trascinano e divertono il pubblico persino scendendo a suonare tra la gente. E’ la volta di Umberto Maria Giardini: il cantautore, col suo sound ricercato, crea un’atmosfera fredda, quasi troppo invernale per essere prossimi alla primavera; ma il pubblico non ne è deluso, il mastro paroliere resta comunque uno dei più amati nell’ambiente, si sa. Segue poi un’altra scarica (anche se più un po’ più soft) rilasciata dai Julie’s Haircut, impeccabili come ci hanno ormai abituato
da anni. Nonostante la qualità generale che anima la serata, forse bisogna effettivamente stare al cliché che le cose che arrivano dopo sono sempre le migliori. Infatti, quando Bologna Violenta sale sul traballante secondo palchetto del Circolo, la sala si invade di gente, e tutti restano letteralmente incollati alla chitarra di Nicola Manzan, ignorando lo schermo dietro di lui che tenta di raccontare una storia che forse nessuno di noi è pronto a sentire. Quando finisce fa quasi dispiacere, si rimane appesi così, ad un’aura inquietante ed eccitante, sul filo del rasoio. Ma quelli della Woodworm sanno il fatto loro, ed è per questo che ci sono i Fast Animals And Slow Kids, pronti a risollevarti il morale col loro rock semplice e puro, diretto. Il cantante gioca con il pubblico come di suo solito, innalzando il livello generale di allegria e strappando a tutti un sorriso.