Quando acquistai, all’apertura del Rough Trade a Brooklyn, l’unica copia presente di “Enter” the Wu-Tang Clan per pochi dollari, mi sono sentito davvero un bambino felice. Nel 2013 si è celebrato il ventennale di quel disco, una pietra miliare che contribuì a “mettere sulla mappa” Staten Island e tutti i grandi artisti che di quella scena facevano parte.
Da allora è passato qualche mese, il gelido inverno Newyorkese ha lasciato spazio alla piovosa primavera italiana ed il Wu Tang Clan è tornato con una nuova traccia “Keep Watch“, una perla di hip-hop classic che anticipa l’uscito del nuovo disco. M’ero quasi rassegnato a dir la verità, al pensiero che del clan sarebbe rimasto solo il ricordo e l’immenso patrimonio artistico lasciatoci in dote, rappresentato anche dai mostruosi solisti che lo componevano. Ed invece, a breve, dovrebbe veder la luce “The Wu–Once Upon a Time in Shaolin”, album registrato nel corso di molti anni e che, a giudicare dal primo singolo, manterrà alto lo standard musicale.
L’album tuttavia, avrà una particolarità davvero singolare. Pare infatti che ne verrà stampata una sola copia, venduta poi (potrete immaginare) a cifre a sei zeri. RZA, factotum della banda, ha spiegato che si tratterà di una vera a propria opera d’arte, qualcosa di mai visto nel mondo della musica. Un pezzo rarissimo quindi che, alla stregua della Nike di Samotracia, andrà in “tour” in vari musei, tra cui il TATE Modern, con sistemi di sicurezza blindatissimi per non permettere la registrazione del disco, che verrà messo in play sotto pagamento di un biglietto alla modica cifra di 35-50 dollari. Questa meraviglia è stata assegnata alla mani (evidentemente dorate) di Yahya , un artistica inglese di origini marocchine, celebre per confezionare opere su commissioni di famiglie reali e potenti. Inoltre, RZA sembra aver gradito parecchio la trovata commerciale di Jay-Z e Samsung in MCHG, tanto da tentare di riproporla in collaborazione con Tarik “Cilvaringz” Azzougarh, vecchio amico del Wu-Tang.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea. Il Wu-Tang Clan ha davvero bisogno di questa patina elitaria? L’esclusività certo è sempre stata uno dei capisaldi della loro politica, le trovate di marketing e la contaminazione tra varie discipline anche. Ma stavolta, il clan non starà facendo il passo più grande della gamba?
Va bene Jay-Z, ve bene la massonerie e tutte quelle stramberie, ma nell’era del cambiamento non avremmo forse gradito qualcosa di più hardcore, di veramente vecchia scuola, senza marchette o trovate strampalate? Stiamo parlando del NUOVO DISCO DEL WU-TANG CLAN dico, non qualcosa per cui l’hype manchi, anche solo a nominarlo.
Vedremo, magari RZA ha ragione di nuovo, e ne viene fuori qualcosa da esporre accanto ai gioielli della corona. Nell’attesa di essere smentito torno a sentire il mio vinile, che pur non essendo fatto a mano, ne una prima stampa, resta comunque una mina d’altri tempi.