“E mancano ancora i dischi di Frank, Kiave e Mecna, mi spiace per voi, quest’anno è proprio di me…”. Prendendo in prestito le parole di Ghemon, lavorandole, modificandole a nostro piacimento, giungiamo alla migliore introduzione possibile al nuovo lavoro di Johnny Marsiglia e Big Joe. Si perché se questi sono i presupposti di livello, arrivati ad un quarto di 2014 il messaggio è chiaro: tra la Unlimited Struggle (così come la Blue Nox) e gli altri c’è un abisso che sarà difficilmente colmabile soprattutto dopo l’uscita di OrchiDEE e dei prossimi dischi attesi.
“Fantastica Illusione” è il secondo album di J.M. e B.J., Mc e producer di Palermo, trapiantati da un po’ su al nord. Arriva dopo “Orgoglio” e dopo il successo dei due singoli “Voci” e “1/2”, primi lampi di una carriera ancora tutta da scrivere. “Fantastica Illusione” esprime concisamente tutta l’essenza del disco, un continuo saliscendi di stati d’animo, che raccontano in maniera squisitamente personale la parabola di Marsiglia, che è un po’ anche quella del suo amico producer.
Un disco certamente complesso, cupo si è detto, dove le atmosfere non sono floreali ed i temi toccati si fanno anche pesanti come in “Angelo in terra”, ma che ci consegna un mc molto maturo, che mostra una capacità d’adattamento a varie tematiche e metriche davvero invidiabili. Quello che balza all’attenzione rispetto al precedente disco è un livello generale più alto, i cui punti di forza sono rappresentati sia dalla bontà dei featuring scelti sia da alcune basi di Big Joe davvero convincenti. Una selezione, quella dei feat., molto ben ponderata, che oltre ai colpi sicuri Mecna, Stokka & MadBuddy e Dj Tsura, vince anche la scommessa di Next Cassel in quella che è la traccia più “cattiva” dell’album “Chi sei per giudicarmi” sul tappeto di synth cucito perfettamente addosso ai due.
Nel gioco della ricerca del singolo, spiccano “Qualcuno qua” dove la strofa di Mecna si accompagna ad un risultato parziale già ottimo, e “Tutte le volte” dove Pat Cosmo risulta assolutamente credibile sul beat più minimale e bello dell’album. Ma la riuscita del disco non si deve solo a Johhny Marsiglia. Big Joe sfodera davvero una bella raccolta di strumentali, tutte molto suonate rispetto al precedente album dove la presenza di sample era decisamente più massiccia, si dimostra elastico, passando da cose più “sperimentali” come nella title track, a basi più tradizionali tipo “L’ultimo liricista” accompagnati dai perfetti scratch di Lil Cut.
Un lavoro artistico a 360°, completato da un artwork, ad opera di Corrado Grilli, che riesce a cogliere tutte le sfumature del disco. Un diamante impuro dalle mille sfaccettature, una firma su di un assegno di garanzia di un futuro in divenire sulla base di un solido presente, con i piedi per terra di chi conosce e comprende cosa sia una “fantastica illusione”.