Déjeuner sur l’herbe. Ambientazione campestre. Nella penombra che riposa dal sole trovo due giovani su un fitto prato stesi che poeticamente imburrano fette di pancarrè. Sono i Vincent Butter che dovrei tecnicamente definire come duo folk composto da Paola degli Honeybird & the birdies e Andrea dei Persian Pelican ma che, in sostanza, descriverei come due fermi sostenitori della colazione a sacco. Siedo con loro: mi si è aperta una voragine allo stomaco…Vincenzo Burro chi è?
Immagina una miriade di canzoncine disperse nell’etere radiofonico, orfane di archiviazione o incisione. Prosegui nel pensarle una accanto all’altra, mentre si osservano timide, non sapendo come parlare per via della lingua differente, ma consapevoli di appartenere alla stessa “famiglia”.Come fare per “riportarle in vita”? Come indirizzarle verso l’ascolto di tutti? Qui nasce Vincent Butter, musicologo hawaiano inventore di un macchinario atto a catalogare le canzoni perdute. E di conseguenza spuntiamo anche noi, continuando la sua ricerca “immaginaria”.
Bello pensarvi come esploratori alla ricerca di un tesoro perduto, ma io che vi trovo adagiati tra prelibatezze d’ogni genere, riformulo: come nasce il b-side project di una coppia che fa colazione sulle tovaglie a quadroni degli Honeybird & the birdies tra i fiorellini di campo di Persian Pelican?
La coppia, di nome e di fatto, nasce dall’amore, dalla buona musica e il buon cibo. E soprattutto dal considerare la digestione una fase creativa in cui tutto ciò che viene assimilato diventa lievito per successive creazioni.
Ecco, restiamo in tema pic-nic. Nell’EP-cestino di vimini io ritrovo marmellate di Little Joy, confezionate a mano da Rodrigo Amarante, da spalmare rigorosamente con burro à la Devendra. Cos’altro?
Insieme agli ingredienti che hai ben citato aggiungiamo un pandispagna imbevuto di Victor Herrero, condito con qualche ciliegina al sapor di Juana Molina, Josephine Foster ed essenze vanigliate di Larkin Grimm.
Sì, tra l’altro Herrero e la Foster si sono divertiti a musicare canzoni scritte da Garcia Lorca con quelle storie che hanno tutto un sapore intimo, malinconico, mentre la Molina veste di un immaginario più esotico, afro-elettronico. Tutte influenze perfettamente modulate nel vostro agreste ep… Quali country boys hanno collaborato alla realizzazione di queste tracce e quali altri, invece, avreste voluto trascinare nelle vostre ridenti campagne?
Dalle mura domestiche alla stampa su disco il percorso è stato breve ed intenso. Di questo va dato merito alla preziosa collaborazione e produzione di Michele Boreggi, che ha registrato e mixato le canzoni al “mio Studio”, di Valerio Mirabella che ne ha modellato i tratti per farle fondere tra loro e di Valentina Pascarella per la sua video-creatività. Riguardo ai country boys con cui avremmo voluto collaborare musicalmente citiamo Robert Kirby, arrangiatore d’archi di Nick Drake.
Provo a immaginare un video per Confessioni di un gelataio. Dunque. Esterno, spiaggia semideserta al tramonto. Un gelataio, al termine di una giornata da corridore su bagnasciuga, siede accanto al suo carretto e inizia il suo sfogo coi coni cialda. E…?
…guarda la foto della sua amata m… (Chi ti ha svelato la trama? Non scherziamo!)
Giuro: nessuno. Se ci penso bene, un gelataio…Ahahah. Cioè,davvero, avete in mente di girare proprio quel videoclip?
Sì, il primo videoclip dovrebbe essere proprio Confessioni di un gelataio. Con una storia che gravita vicino a quello che descrivevi poco fa. Il mistero sulle intercettazioni s’infittisce… Cose di pazzi…
Nei tags di bandcamp leggo: folk, acoustic, flamenco, pop, traditional, Italy che rispecchiano anche la scelta di poliglottismo nei testi. D’accordo. Ma, flamenco perché?
Oltre ad una passione per il genere, la scelta di inserirlo è dovuta alla sua vicinanza con il concetto di duende. Come scrive Lorca, in alcuni cantaores di flamenco si può vedere quel potere misterioso che tutti percepiscono, ma che nessun filosofo sa spiegare. Non una questione di facoltà o virtuosismo, ma di uno stile vivo, di antichissima cultura, di sangue.
After lunch, dopo un bel po’ di vino, parliamo di velleità. In un’ideale classifica di dischi più venduti in Europa, il vostro EP si troverebbe certamente al primo posto (perché No dancer can dance as we do) ma seguito da quali album?
Ti ringraziamo per la bella visione. Ad ogni modo se fossimo posizionati in una classifica vorremmo sicuramente essere in compagnia di Whokill dei tUne-yArDs, Only Myorcadial Infraction Can Break Your Heart di Matt Elliott, Impossible Spaces di Sandro Perri, Brothers and Sisters of the Eternal Son di Damien Jurado, per citarne alcuni.
Ah, poca roba…E dunque, visto che ci siamo evidentemente allontanati dall’hic et nunc, quali sono i vostri progetti futuri? Possiamo confidare nell’uscita prossima di un album?
Per il momento vorremmo iniziare a portare in viaggio le nostre canzoni, facendo concerti in modalità pic-nic (cosa che hanno fatto proprio il 1 aprile con un Release Party romano n.d.r.), per poi continuare con qualche altra data in terra marchigiana. Quanto all’album è già in fase di scrittura e alcune delle canzoni presenti verranno con noi a farsi le ossa.
Aspettiamo. Otro dia, iremos otro dia…