A pochi giorni dal party a cui non puoi mancare se sei nel raggio di 200km abbiamo fatto due chiacchiere con con Paolo Cuomo aka SpinOFF uno degli headliner della serata, che vedrà protagonisti anche quei due simpaticoni di Giraffage e Lindsay Lowend.
In più ci siamo fatti fare anche un mixato perché qua bisogna arrivare preparati e con la maglia di riserva ché altrimenti a fine party sei tutto sudato e ti viene un malanno.
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Partiamo dalla fine. Sabato c’è Propaganda, sembra che qualcosa in provincia stia cambiando.
Sì, sono d’accordo. Propaganda è un bel progetto alla base del quale troviamo ragazzi volenterosi che desiderano far ascoltare sonorità che, almeno a Caserta, non si sono mai sentite. Ritengo che sia un motore importante anche per la crescita culturale della città e la gente lo percepisce, così come ho percepito un ottimo riscontro in tutte le serate organizzate da questo collettivo.
Retromarcia. Qual è stato il tuo primo approccio alla musica? C’è stato un disco che ti ha spinto più di tutti alla produzione?
Il mio primo approccio alla musica credo siano stati i 4 anni e mezzo di pianoforte che studiai da ragazzino, i miei mi dissero di scegliere uno strumento qualsiasi e tutt’ora mi supportano nel mio percorso artistico. Flash forward, ho inziato poi col produrre beats hip hop, campionando pezzi funk con l’mpc e qualche volta sperimentando qualcosa di inusuale. Oltre ai classici come “Center of Attention” di INI e i vari dischi di J Dilla e Flying Lotus che ora mi sembrano molto scontati da citare, uno dei dischi che mi ha ispirato di più è stato “Mirage” di Ad Bourke, quando lo ascoltai ho realizzato che esisteva un genere che conciliava il wonky con il funk e si avvicinava a come volevo che suonasse la mia musica. Lo vidi poi live con l’mpc al Meet in Town e fu la prima volta che ho visto qualcuno utilizzare dal vivo questo strumento e ciò mi colpì moltissimo. Naturalmente da lì il passo verso artisti come Dam Funk, B.Bravo, Onra, Arp101 è stato breve.
Parlando del presente invece, quali sono le release più interessanti del momento? Quale ci consiglieresti?
Al momento ci sono così tante releases interessanti che ho solo l’imbarazzo della scelta. Per gli amanti del future funk posso consigliare il disco di Pomrad “This day”, uscito l’anno scorso, ma lo troverete molto attuale, come se fosse uscito ieri; vorrei che fosse già uscito il nuovo album di Dam Funk per consigliarvelo (al Tenax ha suonato un paio di brani mostruosi), vi consiglio il disco di Seven Davis Jr. uscito per Izwid, e l’ep uscito per Apron. Mi ha colpito molto il suo blend di pop, hip hop e house, “Da Rocinha 2” di Sango, dove le sue radici brasiliane sono convogliate in qualcosa di innovativo (è un buon insegnamento, sto lavorando a qualcosa che appartiene alla mia regione, le radici sono importanti). Il nuovo disco di Panoram, “Everyone is a Door”, è molto interessante e sperimentale e l’ho apprezzato moltissimo, “Tambacounda ep” di Clap! Clap! è un super disco che dovrebbero ascoltare tutti. In sordina, a mio avviso, è passato “19 days with no shirt” di Steven Smirney assolutamente degno di menzione, così come il disco di Kae, “5 Parts of Soul”, e il nuovissimo “Veleno” di Godblesscomputers, tutti italiani, tutti fantastici.
L’anno scorso chiesi ad Adam Bourke se si poteva parlare di una scena in Italia, la risposta fu negativa. Il Bel Paese sta a modo suo tirando fuori belle proposte, anche se sembra resti confinato tutto nel mondo web.
Il fatto è che il concetto di scena è un concetto che significa una cosa ben precisa, come l’incontro reale di persone accumunate da una particolare tendenza musicale e il creare qualcosa di nuovo per poi farlo conoscere in zona e poi esportarlo fuori. In Italia per quanto riguarda le nuove tendenze musicali non credo nemmeno io si possa parlare di “scena” vera e propria, appunto perché il termine significa altro: per creare una scena non basta rilasciare una compilation in free download. L’avvento di internet però ha cambiato tantissimo la nostra vita al punto che in uno schiocco di dita puoi caricare un brano e condividerlo con il Mondo e quindi anche e soprattutto con gli artisti interessati alla tua musica, e questo è un bene perché ti permette di collaborare anche con chi è lontano e crea allo stesso tempo una sensazione di vicinanza tra i cosiddetti “bedroom producers” (come me). Questo però è un qualcosa di diverso da una scena, anche se è bellissimo e porta al più semplice confronto tra producers dislocati a livello regionale. E collaborare fa bene (da vicino, poi, fa benissimo).
Futuro. C’è qualcosa di nuovo che bolle nella pentola SpinOFF?
Nel mio calderone ci sono un po’ di cose. Ultimamente sto collaborando con Dre Love, abbiamo preparato un mini live a Firenze in occasione della serata di Dam Funk al Tenax e vorremmo fare uscire quelle tracce. Ho rallentato un po’ i ritmi dall’uscita del mio EP “Riscoperta”, sto producendo qualcosa di più lento e soul ma ho anche dei brani juke da voler tirare fuori, sperimento da molto anche con diversi bpm e ho molte tracce da chiudere, magari le farò uscire con un altro moniker, ancora non ho deciso. Ho bisogno di concentrazione per convogliare questi brani ruffs in qualcosa di concreto e l’università mi sta un po’ frenando, ma non demordo! Ho poi dei pezzi house flavored da chiudere con Oscar dei Lies e con Aanti con cui ho incominciato un progetto chiamato YNA. Ho poi altre collabs con artisti lontani dalla mia zona, che dovevo portare a termine da tanto tempo e spero di farlo al più presto.
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