È uscito il 1° Aprile il nuovo disco di Nicolò Carnesi, “Ho Una Galassia Nell’Armadio”. Di seguito trovate lo streaming ed il track by track. Sul finire, le date del tour.
Ho una galassia nell’armadio
Immaginavo una caduta, un precipitare dall’alto verso il basso, pesante, lungo, così lungo e dilatato da annullare il concetto stesso di tempo, mentre la vita, la tua, ti scorreva innanzi a ritmi inimmaginabili, un viaggio della mente o della coscienza. Pensieri pari a un solo istante così come a un eternità e continuando a scendere, percepire, infine, un puntino, visualizzare un pianeta e persino l’umanità che si nasconde al suo interno. L’inizio del viaggio o, in questo caso, del disco, non è nient’altro che il ritorno a casa, l’ultima caduta, dopo la quale tante cose sarebbero cambiate.
L’esistenza stessa ha bisogno di un osservatore per essere tangibile, il due è il binario di tutto il disco e, mi piace pensare, anche in parte della vita stessa. Musicalmente ho accompagnato questo concetto, con tanti synth e chitarre elettriche, loop di voce e una ritmica che potrebbe lontanamente ricordare una marcia. Tutto è saturo ma con il giusto equilibrio.
Il disegno
Diventa molto chiaro il concetto di dualismo che, in questa canzone, si ridefinisce anche come contrapposizione. C’è il germe di qualcosa che, nel suo svilupparsi, ti conduce ad una piena creatività che si concretizza nel voler costruire/ disegnare tutto il bene possibile per te e per chi hai accanto. Appena ti allontani, però, può succedere di modificare la prospettiva e ridefinire tutto quello che è stato fatto: attraverso questo nuovo filtro, il disegno s’imbruttisce, si deforma e non rimane che tentare, spesso vanamente, di cancellare tutto. Finisce che molte delle cose fatte, purtroppo o per fortuna, rimangono, il tempo le sbiadisce e le porta in giro come pezzetti di carta strappati.
L’ultima Fermata
il bisogno di chiudere qualcosa, senza mai riuscirci veramente. I cattivi pensieri che continuano a riaffiorare, come d’altronde i migliori vizi. Aggrapparsi a tutto e, a volte, chiedere aiuto a qualcuno per uccidere i fantasmi del passato. Alla fine, auto-convincersi che le cose vadano bene, spesso è sufficiente, altre volte non basta.
La Grande fuga di Alberto
Una sera tra le tante, immaginare una sorta di Einstein ai giorni nostri, postmoderno e magari pure italiano. L’utilizzo della fantasia, a volte, rappresenta l’unico modo per evadere dalla noia quotidiana, essa conduce dove ”la logica non ha spazi”, in mondi tanto assurdi quanto ammalianti. E, se fuggire con la mente può essere un arma letale per annientare la mediocrità e la grande quantità di pregiudizi che ci portiamo in spalla, diviene evidente quanto il mondo cosiddetto reale, possa essere variegato e sofisticato, quanto il solo occhio non basti per percepire le complessità fisiche della nostra realtà. Questa fuga è raccontata con tanti synth e drum machine che si arricchiscono di sfumature acustiche quando il pensiero diventa intimo e personale.
Numeri
La materia e l’antimateria, Il negativo e il positivo, l’amore e l’odio, l’uomo e la donna, io e il non-io. E tra gli opposti, infiniti punti che risaltano diversamente nei focus delle percezioni, trasformando e ribaltando ogni presunta certezza. Non c’è una formula nelle relazioni (a meno che non siano numeriche!), siano esse d’amore, d’amicizia, di lavoro… e chi più ne ha più ne metta.
Mentre scrivevo il testo ascoltavo tantissimo Holocene di Bon Iver e confesso di essermi ispirato a quella canzone nella struttura del pezzo. L’intera canzone si basa su un semplice arpeggio di chitarra dove si innesca un bellissimo basso suonato da Antonio Dimartino, un pianoforte sognante suonato da Trabace e delle slide eteree di Roberto Angelini.
Proverbiale
Una serie di proverbi e modi di dire di utilizzo comune, storpiate in chiave (diciamo) contemporanea. La cosa mi divertiva molto, ma una strana idea si insinuava, così, nel riflettere su quanto spesso i sentimenti siano messi all’asta, è venuto fuori il ritornello. Il pezzo inizialmente era molto semplice, una ritmica in levare molto leggera, delle chitarre pulite, un pianoforte mischiato a dei synth nei ritornelli e una valanga di reveberi alla voce. Durante la registrazione del disco, insieme a Tommaso Colliva (produttore del disco), abbiamo percepito che serviva una ritmica più forte e, su questa intuizione, abbiamo richiesto la base ritmica dei Selton (Daniel Plentz e Eduardo Dechtiar) che hanno arricchito tantissimo il pezzo, tanto che nei ritornelli è diventato quasi dance. La loro collaborazione è stata preziosa anche in altre canzoni.
Cassandra
Intrigano e conquistano i tanti volti del tempo e del suo continuo scorrere. Cassandra è una canzone sul tempo, sul divenire e infine trasformarsi in qualcosa di differente, che non conosciamo ma che sicuramente affascina gli essere umani di tutte le epoche e religioni. Cassandra è anche una costellazione e son poche le cose che, come le stelle, riescono a far capire quanto il tempo sia correlato allo spazio.
Illuminati
Ai social network e alle loro contraddizioni, agli amori immaginati e mai praticati, alla crisi, ai successi, alle metropoli, alle province, alla cultura del superfluo, alle frasi fatte, alla retorica, ai tweet, agli status, alla tv e ai talent show. La canzone inizialmente era il classico pezzo rock con i chitarroni e la voce rock ma durante le sessioni in studio ci siamo resi conto che non funzionava. A Tommaso Colliva va il merito dell’idea di trasformarla nella ballata elettro-acustica che mi ha immediatamente catturato. Da lì l’arrangiamento è affiorato con facilità, l’aggiunta delle splendide slide di Roberto Angelini hanno dato vita alla canzone così come è presente sul disco.
Gli eroi non escono il Sabato
Accade così che quei fantomatici eroi del primo disco non escano il sabato ma escano fuori dal sistema solare, e così come un gigantesco loop, si ritorna di nuovo in alto, a guardare il nostro pianeta ruotare.
La Rotazione
Perché nulla è cambiato, nonostante ci appaia completamente nuovo, ritorniamo al punto di partenza a porci le stesse, eterne e imperscrutabili, domande, ma non è un ammissione di fallimento, nel viaggio abbiamo scoperto nuovi mondi e tantissime altre distanze restano da percorrere, tra un sole e un buco nero, tra correnti, desideri e stelle da guardare lontano per non smarrirsi, per non dimenticare, per salvarsi.
Le risposte universali non si trovano con facilità ma vale la pena cercarle e lottare affinché un giorno si possa trovare una piccola consapevolezza rispetto alla moltitudine di galassie e di domande che ci troviamo di fronte.
Riporto le parole usate per presentare la prima volta questa canzone al pubblico, rendono l’idea di quanto questa canzone e questo disco siano importanti per me:
[quote style=”2″]“Poi succede che la vita ti tira un colpo troppo basso, che fa così male nella testa e nel cuore da farti perdere l’equilibrio e il senso dell’orientamento. Il senso di tutto in realtà. Allora c’è solo una cosa che puoi fare: riprendere a camminare tenendo stretti in una mano i tuoi ricordi più belli. Altrimenti vince il dolore, e muore il ricordo. Vince la rassegnazione, e muoiono i sogni.”[/quote]
Scrivere questa canzone è stato un modo per reagire, di riprendere il cammino e di riguardare tutto con occhi diversi. Non è altro che una dedica, da oggi anche vostra.
DATE TOUR
19 aprile: Catania @ La Lomax
25 aprile: Palermo @ Candelai
30 aprile: Messina @ Retronouveau
01 maggio: Andria (BT) @ “May be” Officina san Domenico
02 maggio: Santa Maria a Vico (CE) @ SMAV
08 maggio: Bologna @ Locomotiv
09 maggio: Firenze @ Tender Club
10 maggio: Foligno @ Supersonic Sonic Music Club
14 maggio: Padova @ Macello
22 maggio: Roma @ Blackout
24 maggio: Guagnano (LE) – Arci Rubik