Foto di: © Homeboy photography 2014
“Sicuramente è stata una presa di posizione importante a livello nazionale. Milano. Magazzini Generali. Vedrete dal footage video e foto cosa è successo, quindi parleranno i fatti a posteriori!“. Queste sono state le prime parole di E-Green, subito dopo il grande show della Blue Struggle. MC, producer e dj della Unlimited Struggle e della Blue Nox, tutti insieme per una one night sinceramente incredibile.
Dei Magazzini Generali pieni all’invero simile hanno accolto le due crew che da qualche tempo stanno dominando il panorama rap nazionale. Tante esibizioni memorabili, un premio simpatia naturale a Fid Mella (esibitosi peraltro in un mini-djset invidiabile) e la bocca spalancata dinanzi al freestyle di Kiave sono stati solo alcuni dei momenti memorabili della serata. A proposito di cose memorabili: il look di Ghemon è stato qualcosa di fronte al quale più che alzare le mani non possiamo fare. Nonostante la tarda ora, e lo sforzo immanem Nicholas Fantini aka E-Green è stato cosi gentile di fermarsi a scambiare due parole con noi di DLSO.
Un boato enorme ha accompagnato la sua strofa nella Posse Cut della US. Green, nella traccia tu dici “sto col meglio del meglio d’Italia”. Qualcosa da aggiungere?
Io penso che qualitativamente gli standard siano settati secondo certi criteri e parametri, e che certe situazioni siano inattaccabili. A mio modesto e discutibile parere non si può dire nulla riguardo la Unlimited Struggle a 360 gradi . Questo è quanto.
Difficile dargli torto, a maggior ragione dopo questa serata. L’affetto del pubblico (importa poco se giovane) dimostra in maniera lampante quanto di buono US e BN stiano facendo, certamente sfruttano la grande luce che proviene dal mainstream, ma riuscendo sempre e comunque a mentenere un’identità ben definita. Con E-Green, abbiamo discusso soprattutto di rap, e di tutto ciò che circonda l’ambiente.
Qui in redazione (specialmente con Simone) abbiamo parlato molto spesso della scena tedesca piuttosto che spagnola con Nach. Conosci qualcuno di loro, e se sì, c’è qualcuno con cui vorresti collaborare?
Faccio una piccola premessa, ho molte carenze essendo cresciuto negli anni della semina, per come li reputo io, con molte influenze francesi da Parigi e da Marsiglia. Fondamentalmente quello che posso dirti è che il Rap, perché bisogna differenziarlo dal concetto di Hip Hop, si può definire un genere europeo a tutti gli effetti. In tutti i paesi d’Europa, compreso l’Est, sta generando un grande giro di soldi, la gente fa concerti, la gente va su MTV, i riflettori sono puntati sugli artisti. Non sono molto aggiornato perché io purtroppo sono abbastanza autistico sul rap. Nell’iPod ho ancora i pezzi che ascoltavo 10 anni fa, ed è un paradosso che io riesca a fare nuova musica ascoltando sempre le stesse robe. Ovviamente non sono un eremita sulla montagna che ascolta solo KRS o SFX, sicuramente ascolto più roba francese. So che in Germania ci son state delle evoluzioni pazzesche, da quello che è l’apice, ovvero tutto il discordo aggro berlin. A livello europeo sono focalizzato su di un collettivo di Vienna, di cui fa parte anche un membro di US che è Fid Mella, c’è Max Fisher, e poi soprattutto c’è Brenk, che è un produttore incredibile. Andatevelo ad ascoltare, lui lavora molto con gli americani. Sulla produzione sono molto orientato su quello stile, quel gusto, quella scuola che parte da Brenk, poi Mella e tutti gli altri ragazzi di Vienna.
Nel Rap, in italiano così come in qualsiasi altra lingua, vengono spesso utilizzati termini come faggot, frocio, frociate o no homo. Tu stesso a volte ne hai fatto uso, suppongo anche in termini ironici e lirici, per chiudere barre o per rendere chiaro un concetto in cui il termine in qualche modo ci può stare. Ci è capitato spesso di ascoltare interviste dei medesimi rapper (anche italiani) che si definivano essere quanto più lontani possibile dall’omofobia, oppure rapper (vedi Ghemon) che addirittura sposano la causa apertamente. Tu che conosci le lingue, come consideri l’uso di certi vocaboli nei testi? Non trovi che in molti casi in realtà non ci sia alcun intento razzista e che le persone dovrebbero conoscere meglio il genere e il contesto per non offendersi e per non crearne un caso?
Questa è una domanda molto intelliggente e molto interessante, secondo me facciamo un genere musicale che è Rap (ripeto, non Hip Hop) nel quale purtroppo o per fortuna tutto è concesso. Se voi andaste a tradurre, anche solo un 1/3 dei testi jamaicani di Raggamuffin o di Rap a 360 gradi da NY a LA, passando per il Mid-West, sentireste che c’è una forte componente omofoba. Ma questo non è assolutamente per prendere posizione o schierarsi, è inutile dirci cazzate, sta roba è cosi. Credo sia inutile fare della retorica ed è giustissimo avere del buon senso e dare peso alle proprie parole. Secondo me in Italia ci sono dei metri di giudizio molto strani, per i quali tutti si aspettano molto da tutti ma per lo stesso verso c’è tanta ipocrisia. Io dico solo: andate ad ascoltarvi un testo, ogni tanto, di qualche americano che magari stimate, fatevi due domande e datevi due risposte.
Foto di: Alo Boom
La risposta di Green è esattamente quello che ci aspettavamo da lui. Stiamo parlando infatti di uno senza peli sulla lingua, ma allo stesso tempo di qualcuno che conosce quello di cui sta parlando profondamente, ed ha idee chiare e distinguibili.
Un po’ quello che accade durante lo show, una preparazione meticolosa dove ognuno sa esattamente cosa fare. Cali continua a sorprendere, Stokka & MadBuddy si confermano eclatanti animali da palcoscenico, ed insieme a Johnny Marsiglia ed Ensi (ospite delle due crew) mettono in scena Ho Fame, che il pubblico sembra ben gradire. A dire il vero è palese come chi sia sotto il palco dia in escandescenza non appena sullo stage si presentano più di due artisti. È cosi per Ghemon e Bassi Maestro, è così per l’impeccabile esecuzione di Non Ho Mai Visto di Kiave, Ghemon e Mecna. Il pugliese è tra i più attesi, e non delude mostrandosi carico ed ispirato. Potremmo anche continuare a girarci intorno, ma la verità è che il delirio, assimilabile quasi a venerazione, è tutto per E-Green, che chiude la serata (di cui son stati mattatori anche Hyst, Mistaman con due estratti dal suo prossimo album e Frank Siciliano) con un extra che ha mandato fuori di testa i presenti (compreso chi vi scrive). Abbiamo chiesto a lui allora, come si spiega tutto l’incredibile rapporto con il suo pubblico.
Tu sei amato dalla gente (abbiamo visto stasera il pubblico dare di matto quando sei salito sul palco) sia per le tue skills e per la tua metrica ma anche per quello che comunichi alle persone. Quanto pensi possa influire la personalità di un artista sincero rispetto a qualcuno che magari dietro la qualità di rapper si rivela un uomo piccolo?
Purtroppo vedo tanti colleghi che per politica aziendale vengono istruiti ed indottrinati a prendere le distanze dalla gente . Io ti posso solo dire una cosa: ho fatto dieci anni sotto al palco, non sopra, e so cosa vuol dire essere lì. Con questo, anche collegandomi alla risposta di prima, non voglio essere un perbenista del cazzo o dire cose scontate, ma è proprio una questione di sapere cosa significa stare prima da una parte del bancone e poi dall’altra. Ed io sono un grande fan prima che un esecutore. Per me vuol dire davvero tanto, io parto da fan e poi faccio questa roba.
Chiaro semplice e conciso, in due parole: E-Green.