Mercoledì pomeriggio siamo partiti, io e due mates, alla volta di Roma con destinazione Auditorium della musica. Diciamo che se avete presente Furio del caro Verdone, ecco, noi siamo stati l’esatto opposto.
Così dopo 2 ore di rds, radio deejay e radio maria siamo arrivati, tardi. In apertura c’era Lorenzo Senni, peccato aver sentito soltanto gli ultimi 10 minuti, tra l’altro suggestivi, colpa del raccordo anulare…
Alle 10 in punto attacca Oneohtrix Point Never.
“Parlare di Lopatin è come ballare di architettura”, mai un loop, momenti estatici e bassi che sembrano mandare giù la sala, un’ora di apnea sonora talmente intensa che quando è finita sentivo i sospiri di sollievo. Parte con Still Life, Boring Angels, poi Chrome Country, io sono letteralmente attaccato alla poltroncina numerata. Lo scenario era da acido/finedelmondo/kulaworld con l’aiuto del prode alfiere Nate Boyce che ha curato la parte relativa ai visuals, forse non coinvolgente come ci si aspettava rispetto ad un’ ambientazione musicale del genere e ad un gioiello come sala Petrassi.
Ps. Big up per Meet in town, solo perle.