Come spero saprete, sono cominciati i Playoffs NBA.
Ora, io non voglio fare quello che vuole spararle più grosse degli altri, ma probabilmente il primo turno che si è appena concluso è stato qualcosa di irripetibile: 5 serie su 8 arrivate al deatmatch di gara7 e un’altra (Por-Hou) terminata con un tiro decisivo allo scadere.
Ma, come al solito, andiamo con ordine:
MIAMI (2) – CHARLOTTE (7) [4-0]
La serie effettivamente più ovvia, con conseguente sweep degli Heat. Onore alla stagione dei Bobcats e a Big Al Jefferson, che da gara2 ha combattuto stoicamente una dolorosissima fascite plantare che l’aveva praticamente immobilizzato. Dall’anno prossimo nuovo vecchio nome (Hornets) e, si spera, vecchi rendimenti.
CHICAGO (4) – WASHINGTON (5) [1-4]
Sedetevi prima di leggere la prossima frase…
I WIZARDS POTREBBERO DAVVERO ARRIVARE ALLE FINALI DI CONFERENCE!!!
WIZARD PARTY.
Nonostante coach Wittman, nonostante il fantasma di Gilberto, nonostante l’aver deluso per un decennio la propria fanbase, possono davvero farcela. No, seriamente, momenti di pallacanestro confusionaria e comunque hanno fatto un’ottima impressione: Nenè ha demolito il difensore dell’anno, Ariza e Gortat ci ricordano sempre di essere in contract year e poi c’è il nipotino di Usher.
Bulls che hanno “leggermente” risentito del pesante minutaggio (i 60′ di Jimmy Butler contro i Magic!) in regular season, Noah con un probabile infortunio al ginocchio e comunque un attacco raccapricciante.
DA QUI IN POI SI ENTRA IN TERRITORIO FANTASCIENZA
LE LEGGI DELLA LOGICA NON HANNO PIU’ SENSO.
HOUSTON (4) – PORTLAND (5) [2-4]
Four players in NBA history…. Jordan, Sampson, Stockton and now lillard have hit series clinching buzzer beaters. #ripcity #blazers
— Pinwheel Empire (@pinwheelempire) May 3, 2014
Ecco, serie finita col buzzer beater di gara6 di un predestinato.
3 partite ai supplementari, uno scarto medio per la squadra che ha vinto la partita di 4,7 punti, Harden to Howard, Lillard to Aldridge.
Troy Daniels scongelato dalla D-League che per una sera diventa l’eroe dei Texani, tanta adrenalina, rimbalzi contesi e lotte per la palla ad ogni singolo possesso.
Serie persa a mio parere da coach McHale ed ai suoi troppi isolamenti (Harden sottotono, Howard invece grande presenza in entrambi i lati) e Daryl Morey, GM dei Rockets e guru della nuova onda di analisi statistica che perde contro la sua arcinemesi: si scrive “tiro dalla media” si legge “Aldridge Lamarcus” (46 e 43 nelle prime due uscite).
Poi ovviamente c’è lui, lo 0, il predestinato.
INDIANA (1) – ATLANTA (8) [4-3]
Si entra nel calvario delle cinque gare7 in due notti.
Hawks ad un passo dall’upset, Pacers finemente rappresentati da questa eloquente espressione di Larry the Legend che la dice lunga sull’atmosfera nello spogliatoio dei giallo-bianco-blu.
Per utilizzare un eufemismo, non è stata propriamente la serie di Roy Hibbert.
(Carlos Boozer)
Per quanto riguarda l’intero universo Pacers, mi limiterò a riportare questo estratto da un articolo di Grantland, come al solito impeccabile.
“Perdendo di 20 punti David West porta un blocco per Paul George che si libera fuori dall’arco per ricevere un passaggio da George Hill. Poi non accade nulla.
NULLA.
Il coach degli Hawks, Mike Budenholzer, allarga le braccia come per dire alla sua squadra che SE NON FARANNO ASSOLUTAMENTE NULLA, SE NON SI MUOVERANNO, le cose andranno a loro favore. Hill indica alla destra di Kyle Korver, forse per dire a West di portare un blocco. Ma questa è solo una possibile intuizione, perchè poi George guarda West come per dirgli: “Mi scusi signore? Quella cosa? Potrebbe fare quella cosa?” e West lo guarda di rimando asserendo: “Io? Quale cosa?” Hill dunque indica Lance Stephenson: “Forse quello là vuole la palla” al che George pensa: “Al diavolo, in palleggio uno contro tre e la perdo. Ok?” e poi per DeMare Carroll è la rubata più facile della carriera.
I Pacers non hanno mai avuto l’attacco più intricato, elegante o efficiente, ma questo è il set offensivo vuoto. Questa è materia oscura. Questo possesso è un’occhiata fugace su tutto ciò che ci divide, un promemoria che il caos completo non è frenesia, ma un totale equilibrio termodinamico dove nulla può accadere. Questi sono i Pacers 2013-2014. Questa è la morte termica.”
Detto questo, in gara7 qualcosa è tornato ad andare per il verso giusto e soprattutto i valori tecnici sono stati fin troppo sproporzionati per un upset talmente giusto da non accadere.
OKLAHOMA CITY(2) – MEMPHIS(7) [4-3]
Mettiamola così, la squadra che ha un giocatore capace di una roba del genere non può per legge divina uscire al primo turno.
Direte voi: “poi quella partita l’hanno vinta i Thunder, vero?” “NO!!”
In questa dicotomia è racchiusa tutta l’essenza dello scontro fra Thunder e Grizzlies.
I vincitori troppo talentuosi per non poter passare il turno, gli sconfitti se ne escono con un orgoglio più che mai vivo, grit ‘n grind 4ever.
Di là Westbrook (altro buzzer beater eroico qui) e Durant, effettivamente incontenibili per ogni difesa, di qua Gasolino, Z-Bo e soprattutto #TheGrindfather.
Sì, The Grindfather, come ama autodefinirsi Tony Allen, eroe romantico, un buco totale in attacco, una dinamo inesauribile in difesa sul neo MVP della lega, riducendolo a percentuali e numeri umani.
Come sarebbero andate le cose se Randolph avesse giocato anche gara7, invece di cadere in una squalifica tanto legittima quanto idiota? La risposta per fortuna non l’avremo mai.
SAN ANTONIO (1) – DALLAS (8) [4-3]
Quindicesima stagione consecutiva sopra le 50 vittorie per gli Spurs, Mavericks che agguantano i Playoffs solo alla penultima giornata.
Anche qui sfida a senso unico, vero? Anche qui, la risposta è ovviamente NO!!
Mavericks, e soprattutto quel genio di Carlisle, che riescono a nascondere per 3 partite le proprie amnesie difensive e che sfruttano la loro intensità per imprimere il proprio ritmo offensivo.
Non c’è serie di primo turno senza almeno un finale pazzesco e in questo caso ci pensa nonno Carter.
E siccome di musica almeno un po’ dobbiamo parlare
Il peso degli Hall of Famer speroni alla lunga si è fatto sentire e un Ginobili più che ispirato ha riportato gli Spurs sulla retta via. Gara7 deludente, poco più di una formalità per i bianco-argentati.
TORONTO (3) – BROOKLYN (6) [3-4]
Breve resoconto per momenti salienti:
-“F*$k Brooklyn”
-#WeTheNorth
–Drake v/s Jay-Z
-La passione di Paul Pierce e KG.
(KG è per forza stato uno spirito animista in una delle sue precedenti vite)
-La spazzola per i pantaloni griffata OVO
-“That’s why they got me here!”
“That’s what I do! That’s what I do!”
ETERNA VERITÀ.
LOS ANGELES CLIPPERS (3) – GOLDEN STATE (4) [4-3]
Premessa: la prossima immagine sarà la prima ed ultima immersione di questo articolo nel caso Sterling.
Probabilmente la miglior serie dal punto di vista tecnico-tattico.
Si è visto davvero del gran bel basket, indubbiamente.
Blake Griffin un gradino sopra a tutti gli altri, due o tre quarti di Curry alla Curry, DeAndre Jordan che con l’assenza di Bogut diventa un fattore.
No, seriamente, Griffin davvero tanta roba.
(come si sarebbe rialzato?)
È stato davvero il più incredibile primo turno di sempre.
Il
Primo
Turno.
Siamo solo all’inizio.