“Manuale per funambol”i è il secondo album a firma Mole Moonwalktet ed esce oggi, 12 Maggio, sia su supporto fisico che digitale via Reddarmy. Di seguito trovate il track by track.
Cinemomowa
È partito tutto dal riff iniziale, che mi ricordava la famosa sigla di Anicaflash. Da qui il parallelo tra la vita reale e appunto il cinema, anzi il nostro cinema, tra comparse, ambiziosi protagonisti e presunti registi, ovvero “è solo un brutto film”.
Mi piaci se taci
Oltre al concept sul funambolismo il disco ha un altro centro focale: il fatto cioè che in quest’epoca così “social” chiunque deve dare un’opinione su qualsiasi cosa, specialmente su argomenti che non gli competono. Ecco, anche se il brano sembra sia indirizzato più che altro alle donne (solo in parte in realtà…), direi che è un manifesto per tutto il genere umano.
Il palinsesto
I fan, la gara per le views, le pose e tutto questo vomitevole finto alternativo che probabilmente non convince neanche chi lo fa. Ma vuoi star dentro al palinsesto? Tanti auguri. Un calipso in 7 col rap e il ritornello easy. Ecco questo si avvicina alla nostra idea di alternativo, in Italia.
Megadrive
Questo brano, musicalmente scritto per intero da Giovanni Zanon, sottintende un argomento tanto caro a entrambi i sessi, di qualsiasi razza e religione. Lo si evince già dal titolo, penso… “La mia testa molla gli ormeggi, e la mano con lei non ha freno”.
Infanzia ubriaca
Ho ripensato appunto alla mia infanzia, però raccontata con gli occhi di un tizio al bancone di un bar (sempre io probabilmente…) che mano a mano che la canzone va avanti diventa sempre più lucido, obbiettivo e quasi saggio. E così fa la ritmica che da mega sbilenca diventa più dritta, afro nella parte finale.
Ivana
La storia è talmente semplice da sembrare quasi banale. Questa donna con cui sono uscito stasera (tale Ivana. Spagna forse?) è di una noia mortale e davvero non so come ho fatto a pensare che potesse avere qualcosa a che fare con me, diciamo una reprise di “Mi piaci se taci” ma ancora più cinico. Tutto questo su tempi scomposti che variano ogni tot battute, stacchi stacchettini, un reggae sospetto, fino ad arrivare al finale dall’est Europa. “Questa sera non ti ascolterò”.
Il cinismo e l’ironia
Avevo registrato una prima versione di questo brano per i fatti miei qualche tempo fa. Mi piaceva come suonavano questi due accordi, molto semplici, dilatati, ma efficaci. Poi il Walktet gli ha dato quella spinta che mancava, indubbiamente Pinkfloydiana. E indubbiamente è un pezzo a cui sono particolarmente legato e che anche dal vivo sembra sempre in qualche modo sospeso.
Voi non sapete cos’è l’amore (pt.1 e 2)
Il titolo riprende un libro di Raymond Carver che lessi molti anni fa e che mi sarebbe sempre piaciuto mettere in musica. Parla dell’amore in tutte le sue sfaccettature, dalle persone al luogo in cui viviamo e da cui troppo spesso vorremmo scappare fino a quello che ci piace fare e che qualche volta diventa un’ossessione. La prima parte è sicuramente ispirata al sound di Fela Kuti mentre nella seconda si va in Brasile con il fondamentale contributo di Enrica Balzan, che ha saputo interpretare al meglio il brano.
Minimo comune multiplo
Questo forse è il brano più vecchio del disco. Sarà stata la visione di “Pi greco: teorema del delirio” a ispirarci, fatto sta che volevamo un pezzo dove tutto si incastrasse ritmicamente. Qui ci sono vari tempi scomposti e dispari, ma alla fine tutto torna, come il finale che è speculare all’inizio. Il solo di Ruggi qui, tra l’altro, è qualcosa di pazzesco.
Che vai cercando
All’interno del disco questo effettivamente è il pezzo più “normale” e scorrevole. Parla di quanto ci rompiamo la testa per trovare quella cosa che ci renda davvero felici, talvolta prendendoci per il culo da soli sugli obbiettivi che vogliamo raggiungere.
Megalomanie diffuse
Qui la storia è davvero surreale. In un appartamento di New York si consuma un rapporto diciamo non proprio voluto da entrambi, tra un rozzo cantautore dalle dubbie capacità e una manager ormai alla frutta. Quando colui che parla in prima persona piomba nella stanza, il sudicio individuo è scappato e lei si prende la colpa del misfatto. Volevo il massimo del marcio sui suoni e penso che il risultato da questo punto di vista sia eccelso.
Lo sposa liscio
Una ballata di protesta. Effettivamente la potrei riassumere così… Non mi vuoi sposare perché ti annoio e parlo sempre di Miles Davis? Ok, allora ci metto il liscio e pure il solo di chitarra suonato col penny.
Capodanno a New Orleans
Quanti buoni propositi si fanno negli ultimi giorni dell’anno sperando che vadano in porto, quando invece la maggior parte delle volte nessuno viene esaudito soprattutto perché tutto sommato ci va bene così. Mi piaceva l’idea di ambientare questo capodanno a New Orleans per dare a questi buoni propositi qualche speranza in più, visto il sound quasi gospel.
Blu elettrico
Questo pezzo è stato originariamente scritto da Gianluigi Iasevoli e i Dirk Bogarde. Ci andava di registrarlo perché lo suonavamo già da tempo ai concerti.