L’esordio discografico dei Missili (Le Vitamine, V4V-Records) suona come una guerra di trincea. Ha le onomatopeiche di molotov e kalashnikov che risuonano dai sotterranei scavati a zig-zag in territorio nemico.
Gli artiglieri di Lanciano tendono l’agguato dalle feritoie della musica underground schierando il battaglione dell’indie-pop. Si difendono con tutte le armi del caso: synth, cori beat, percussioni africane che fanno fuoco sulla fanteria del cantautorato italiano 2.0.
Si dice che le armi gliele abbiano costruite i Vampire Weekend, che gli scudi siano stati forgiati dai Boxerin Club e che le armature le abbiano cucite i Need New Body.
Così schierati in campo, i Missili possono vincere qualsiasi battaglia: d’amore, d’indi(e)pendenza, d’anarchia. Esploderanno missili, fuochi d’ogni genere, pioveranno tempeste d’acciaio perché dal fronte nemico si dica che nelle unità “Le vitamine” si combatte a suon di marcette elettroniche e si percuotono ritmiche tribali.
I nostri riporteranno ferite, istantanee sbiadite di una calda primavera in Yucatan, scudi sgualciti da bastonate, fossili e trofei, ma avranno vinto la guerra.
Agli avversari non resterà che ingoiare quelle pillole bianche e blu e chiedere la resa incondizionata.
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