[quote style=”2″]…non è una questione di forma,
ma è dimostrare che l’Hip Hop non è una formula
dove uno dice “Yo!” e l’altro fa il gesto delle corna..
(Ghemon – Niente può fermarmi – 2007)
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In Europa negli ultimi anni hanno preso forma diversi progetti lontani dal classico binomio beatmaker-rapper che noi tutti conosciamo, album definibili come mash-up che fondono il rap con il jazz, il funk e la musica da camera.
In Spagna ad esempio, rapper piuttosto affermati come Rafael Lechowski e Kase.O hanno pubblicato interi dischi suonati da musicisti che nelle proprie carriere non avevano avuto, fino ad allora, mai a che fare con il rap. Una sorta di Jazz hop ma senza campionamenti, bensì suonato in presa diretta.
Per non parlare poi dell’ultimo album di Nach che vi abbiamo presentato qualche mese fa.
In Germania rapper mainstream come Sido, che addirittura ha iniziato la sua carriera come gangsta rapper e Max Herre la cui cifra è uno pseudo conscious-rap con influenze soul, hanno inciso degli album Unplugged per Mtv.
Max Herre con la nuova stella nu jazz Gregory Porter.
Sido in versione sentimentale, con canzone dedicata al figlio.
Da noi si sono susseguiti semi-progetti e alcune sperimentazioni dei quali molti, forse, neanche si ricorderanno, progetti che hanno coinvolto più o meno sempre gli stessi nomi. Fa riflettere il fatto che a sperimentare e a metterci la faccia siano esponenti della old school, semi divinità uscite a testa alta dagli anni 90 e con delle carriere ancora in attivo.
Qui di seguito Dj Gruff insieme al suo pupillo Tai Otoshi (vi consiglio di ascoltare il suo Taio Tape Vol. 1, rilasciato a novembre 2013) insieme al compositore e direttore d’orchestra Ezio Bosso. Una perla unica che tutti dovrebbero aver ammirato almeno una volta.
…non ti fidi di nessuno: vivi come un boss solo all’ultimo bossolo, e pure te che fissi una parete vuota così tanto che, così tanto per dire, alla fine pare te…
Nel 2006 Franco Micalizzi, compositore romano celebre per essere l’artefice della musiche dei film polizieschi degli anni 70, realizzò un progetto insieme a Turi, Moddi, Colle der Fomento e Kaos, i quali sciorinarono le proprie barre sui beat delle colonne sonore di Tomas Milian, Luc Merenda e Bud Spencer. Dalla leggendaria serata al Rolling Stone di Milano, in cui le idee furono finalmente trasfigurate in un live, è stato prodotto un Dvd considerato ad oggi una rarità.
Il progetto Loop Therapy invece è un album vero e proprio, pensato da Cesare Pizzetti (contrabbassista), Matteo Mammoliti (batterista) e Fabio Visocchi (pianista) che per realizzarlo hanno chiamato all’appello dei mostri sacri del rap italiano come Bassi Maestro, Colle der Fomento e Turi, presenti purtroppo solo in tre delle 12 tracce. Una reinterpretazione moderna delle sonorità jazz condite da campionamenti soul e rap, dagli scratch e dall’ elettronica.
Questo è il video del primo singolo estratto Per non dire basta feat Turi. Nell’album trovate anche una versione remixata dalla leggenda dei piatti Ice One.
Qui invece la traccia coi Colle Der Fomento.