Ci dev’essere, in California, qualcosa che stimoli la creatività. Forse i raggi di sole, sempre presenti, riescono ad illuminarti di una luce diversa, geniale. Non bastasse la Silicon Valley, tra Los Angeles e dintorni hanno sviluppato concept più che prodotti, modi di fare più che smartphone, con un unico fattore comune: l’innovazione tecnlogica. Quindi per il settore “musica“, si è guardato ad un diverso approccio alla gestione della label, più che ad un nuovo genere (parola orribile, ma che qui verrà usata per comodità). La Soulection non ha inventato nulla di nuovo, così come Mark Zuckerberg non ha inventato internet, entrambi hanno fatto semplicemente la cosa giusta al momento giusto: hanno messo insieme pezzi che erano già sparsi nell’immaginario di alcune menti, visualizzando come sarebbe stato il futuro.
La Soulection è una start-up a tutti gli effetti, internet based, gestita (o “run”, come dicono loro) da cinque ragazzi giovani, che coprono da soli, tutte le potenziali necessità di cui una label ha bisogno. E qui però che entra in gioco la variabile innovazione. Dato che tutti noi, come tutti loro, viviamo nell’era di internet, la maggior parte di noi è “nativa digitale”, allora perché non far della Soulection una label esclusivamente gestita via-internet? Ciò si sostanzia, in maniera abbastanza rozza, in una riduzione NETTA dei costi.
Cosi com’è, è chiaro che la Soulection viva di social media, di Souncloud, di Bandcamp, e di diffusione digitale in generale. Diffusione che viene favorita dal modus operandi della label, che rilascia molti dei suoi EP in free-download, postponendo invece il FD per gli album principali.
Recentemente hanno superato i centomila ascolti ed hanno fatto un regalo ad i loro ascoltatori con 14 tracce rilasciate in free download (con l’interessante modalità “Name your price”, ma non c’è tempo per parlare anche di questo). Nel comunicato che appare insieme alla compilation si legge “ con l’aiuto di piattaforme come Soundcloud & badcamp siamo stati capaci di svilupparci nella label, nello show radio, nel brand, nella cultura che siamo oggi. Senza l’aiuto di Soundcloud, di bandcamp, dei social media, oggi non ci sarebbe Solection“.
La cosa che più stupisce di questo comunicato, oltre l’esercizio di modestia che tuttavia potrebbe risultare non così interessante, è l’assoluta veridicità delle parole, e la presa di coscienza dell’importanza di internet per la diffusione e lo SVILUPPO musicale. Non che questa cosa non si sapesse già, ma qui viene solo evidenziata sotto la luce giusta, e cioè del punto di vista del “per fortuna la musica ha incontrato il web” e non del polemico “internet ha abbassato il livello della musica permettendo a chiunque di produrre”. Il che, seguendo la cara vecchia logica della domanda-offerta, è sotto un certo di punto vista vero. Nessuno può dire il contrario.
Ma se viviamo quotidianamente di esempi, allora quello della Soulection non può che essere preso come positivo.
Ovviamente, tutto l’interesse “social” che la Soulection suscita non è dovuto, se non in minima parte, alle modalità di gestione del prodotto, quanto alla qualità del prodotto stesso. E qui stiam parlando di musica. Sulla descrizione della pagina Facebook della Soulection campeggia la frase “The Sound Of Tomorrow”. Adesso: contestualizzate a tre anni (anno di lancio della Soulection) fa l’abstract hip hop come lo conosciamo oggi, misto cioè all’ambient sperimentale, i beat alla Kaytranada e Ta-Ku per elencare quelli più riconoscibili, ed ecco comparire “il suono di domani”.
Alcuni artisti, come Sango o IAMNOBODI (che dovrebbero risultare familiari ai lettori di DLSO) hanno fatto di Soulection un notevole trampolino di lancio, identificandosi in un suono (che ha questo punto faremmo bene a definire Soulection) che è diventato subito riconoscibile. In vero, anche i più famosi Ta-ku e lo stesso Kaytranada, sono stati mandati e continuano ad esser mandati “online” da Soulection il più delle volte, a controprova della lungimiranza e della competenza dei suoi owner.
Ovviamente il processo non è immune da critiche. C’è chi pensa (e mi metto in testa al carro) che pubblicare tracce ogni quarto d’ora possa risultare in qualche modo controproducente, e che l’iper-produttività a volte farebbe bene a restare negli hard disk dei producer, per non saturare la rete con prodotti (se pur minimamente) imperfetti.
Ma queste sono contestazioni non misurabili. Di misurabile, per ora, ci sono solo i risultati Soulection, i tanti nomi presenti nel suo roster che ritrovate quasi tutti in questa meravigliosa compilation.
Dalla California e dalla Soulection, con amore.