Dunque, anche Hyperdub si cuce la stellina dei 10, in questo caso anni e non scudetti, ma il valore similare è pressoché identico a quello di 10 campionati di serie A. Trainati dal master “conducta” Kode9 si prepara a una lunga ed intensa festa scudetto qui raccontata in due cd che sono insieme sussidiario e prossimo testo di studio di quello che hyperdub ha creato.
Per farlo, l’Antonio Conte─ma anche un Sacchi o un Capello secondo la fede va bene─chiama a raccolta tutti i migliori dal suo cast di All star confermando prima la lungimiranza e poi lo sguardo al futuro di chi non può più essere solamente definito come il figlio di quella Croydon che diede i natali al Dubstep.
In questa sequela di brani tornano i soliti martelli da guerra di terra d’Albione con tutti i pro e i pochissimi contro. Già, perché rimango dell’idea che il genere Hyperdub─cosi è giusto chiamare e acclamare ciò che si fregia del marchio HY─sia come la zucca: la zucca va bene con tutto da settembre a marzo, un po’ meno quando i gradi si alzano, le giornate si fanno lunghe e forse c’è bisogno di più spensieratezza, come le fragole per intenderci. Torniamo ai martelli, i martelli ovviamente partono dal dubstep di primissimo livello che ha reso famoso Kode9 e la sua invenzione, Mala, ne è la dimostrazione. Tutto però è vorticosamente proiettato nei nuovi reflussi tendenziali degli ultimi anni, c’è del juke, c’è tanto, tantissimo e bellissimo footwork con Spinn e il compianto Rashad─che non si drogava stronzi o comunque non si drogava male─ci sono solide, solidissime conferme come Morgan Zarate, ci sono i trappismi (ma sono davvero tali?) di Taso& Djunya. Non manca il grime tagliente e ruvido né gli escapismi contro stilistici di Kode9 per un cd di inediti che davvero verrà sezionato da orde di produttori da cameretta ed il perché è facilmente capibile: semplicemente c’è il meglio e permane il meglio. Sussidiario storico e saggio breve è invece il secondo cd, dove appare il sommo Burial in uno dei pezzi più hyperdub e meno burialiani della sua produzione; a braccetto ci trovi Ikonika (quella del primo album) e tra gli altri, ci trovi anche
LV e Okmalumkoolkat con solito pezzo scriteriato, ma che vorresti aver fatto tu. Insomma, il top del top, il meglio del meglio per una delle etichette che davvero può dire di aver rivoluzionato il mondo della musica elettronica.
Costa? Qualcosina, ma sono soldi ben spesi, fidati.