Non capita molto spesso che un giovane regista italiano presenti il proprio film di debutto alla Settimana della Critica a Cannes.
Un film che ha avuto una interminabile gestazione durata più di 4 anni alla rincorsa di finanziamenti costantemente procrastinati. Una storia che racconta l’adolescenza siciliana di Davide Cordova, in arte Fuxia, che per anni si è esibita come drag queen nelle notti gay romane, ex vicina di casa del regista, i cui racconti lo hanno talmente affascinato da volerci girare un film.
Sebastiano Riso ha ambientato Più buio di mezzanotte in una Catania contemporanea che allo stesso tempo ti permette dei salti nel tempo, un ritorno al passato. Via delle Finanze è stato in Europa uno dei primi quartieri a luci rosse, un mondo a parte dove di giorno non trovate nessuno e di notte si popola di una fauna umana dalle mille sfaccettature. Il film è stato interpretato tra gli altri da Micaela Ramazzotti, Vincenzo Amato(protagonista di Respiro di Crialese) e dal ragazzino dal volto androgino Davide Capone, uno che a 14 anni si è presentato al provino cantando per intero I Put a Spell on You di Nina Simone…
Più buio di mezzanotte non è semplicemente un film che parla di omosessualità, come ai tempi la trilogia di Mary per sempre non era solo la storia di un gruppo di ragazzi borderline. Piuttosto il racconto, lontano dagli stereotipi, di un paese con un piede nel passato e uno nel presente, con un immaginario popolare stagnante che sembra non voler evolversi.
Abbiamo fatto due chiacchiere con il regista, appena tornato dalla kermesse.
Ciao Sebastiano, raccontaci brevemente della tua esperienza a Cannes dove hai presentato il tuo primo lungometraggio. Le prime reazioni del pubblico, la passerella, l’attenzione mediatica internazionale.
È stato elettrizzante trovarsi lì con un film invitato alla Settimana della Critica. A Cannes ero sempre stato da studente di cinema e mi sono sentito considerato e rispettato, cosa che in Italia capita di rado a chi fa cinema. Il red carpet l’ho fatto due volte! La prima ho accompagnato la Commissaria Europea alla Cultura, la seconda con tutti i candidati alla Camera d’or. La stampa ha parlato bene del film ovunque, ad eccezione di una testata settimanale che però consideriamo inficiata da fatto personale e contro al quale stiamo agendo.
Mi sono letto quasi tutte le interviste, ho visto tutte le clip disponibili del film e ho sfogliato una marea di articoli. Trovi che ci sia una netta differenza tra l’accoglienza mediatica italiana e quella estera ?
No. Il film e’ stato ben accolto da tutti. La critica de Le Monde e Figaro e’ stata ottima. In Italia, da Concita de Gregorio a scendere hanno scritto bene tutti, poi qualcuno ha voluto evidenziare dei difetti ma mi pare giusto che ci sia anche qualcuno a cui il film non sia piaciuto del tutto.
Ho letto anche molte inesattezze in alcuni articoli, nei quali veniva messa in discussione la “questione temporale” del film. In pratica molte testate hanno fatto molta confusione circa il periodo in cui il film sarebbe stato ambientato, per via dei cellulari o delle tv. Vuoi spiegare una volta per tutte questo punto?
Si, una volta per tutte ti dico che il film e’ ambientato nel 2014. Quindi i telefonini hanno piena cittadinanza. Il fatto che gli aneddoti di Cordova risalgano agli anni ’80 mi ha fatto pensare che avrei potuto collegarmi idealmente a quel tempo perché Catania offre ancora scenari e location immutate rispetto all’epoca.
Come è nata l’idea di scrive un film sulla storia di Fuxia alias Davide Cordova, (che per anni si è esibita come drag queen in alcuni locali gay romani diventando un volto molto noto nell’ambiente) in un paese come il nostro in cui la genericità regna sovrana e in cui si fa fatica persino a trattare il tema dell’omosessualità senza evitare stereotipi o prese di posizione da tifo da stadio ? Oltretutto la sua storia racconta un altro micromondo nel già piccolo mondo gay italiano, ma in fondo è anche la storia di un paese e di una città, Catania, dalle mille contraddizioni. Sei d’accordo?
Sì, anche perché sono concetti che vado ripetendo sin dai primi giorni di Cannes.
DLSO è principalmente una testata musicale, non può mancare una domanda a tema. La canzone cardine della colonna sonora del film è “Amore Stella” di Donatella Rettore, un pezzo presentato controvoglia a Sanremo del 1986, tra i meno popolari della sua carriera e addirittura per anni snobbato dalla cantante stessa (nonostante abbia uno dei ritornelli tra i più belli della musica pop di quegli anni in Italia). Come mai questa scelta ? Cosa rappresenta questa canzone e il “mondo della Rettore” per il protagonista del film ?
Nulla di particolare. La Rettore era semplicemente un idolo di “Davide ragazzino” e dei suoi amici, ho scelto quel brano perché ho trovato appunto il ritornello fantastico e anche perché volevo accostare una canzone pop ad un film intimo.
Rettore : Amore stella RAI 2 from Mariapaola Ventimiglia on Vimeo.
Sei stato accostato a un sacco di nomi leggendari del cinema quali Pasolini, Rossellini, Truffaut, Fassbinder e molti altri. Insomma per essere un film di debutto non ti è andata male. Quali registi sono stati per te fonte di ispirazione per questo film? Io ci metterei anche Steno (La patata Bollente), Pappi Corsicato, Luciano Salce (Basta guardarla), registi che hanno trattato a loro modo il tema dell’omosessualità in Italia in un periodo storico non proprio incline alla tolleranza. Ti ci ritrovi in questi nomi ?
Non direi di ritrovarmi in questi autori che restano comunque importanti (specialmente Salce) nella formazione della mia inutile vita. Trovo esagerati certi accostamenti ma qualcosa di pasoliniano nel film c’e’, lo confesso.
Quali saranno i prossimi step promozionali del film? So che ci sono altri festival in programma e che il film è stato acquistato all’estero. A quando la pubblicazione del Dvd?
Se ci prendono andremo a Toronto. Inseguire troppi festival è molto costoso quindi la domanda la girerò all’Istituto Luce che distribuisce il film e Rai Trade che è il venditore internazionale. Più buio di mezzanotte al momento è stato acquistato da Germania, Australia, Polonia, Belgio e altri paesi che non posso citare perché i contratti sono in via di definizione.
Un ringraziamento speciale a Sebastiano e ad Andrea Saraceni (Idea Cinema) per l’intervista.