INTRO
Premessa: quando ci hanno chiesto di raccontare traccia per traccia il disco, cosa che ci è piaciuta subito, abbiamo pensato di dividerci il compito con chi ci ha aiutato, facendolo spiegare, quando possibile, direttamente agli ospiti con cui abbiamo collaborato. Ogni pezzo ha la sua piccola storia, che abbiamo ripetuto in varie interviste. Qui volevamo darvi un punto di vista più esteso.
L’intro dell’Ep è stata fatta in maniera quasi automatica, avevamo in mente quale campione prendere e come usarlo. Doveva essere storto e precario come certe macchine di Goldberg ma supportato da dei bassi maleducati come chi piscia fuori dal vaso… apposta.
CATTLE STAR GALAKTICAL feat. Bioshi Kun
Bioshi Kun: “È successo tutto in una caldissima giornata della scorsa estate. Dopo aver perso la testa per il nocino di casa sua, quando Shapka mi ha proposto una collaborazione, non ci ho pensato un secondo. È arrivato a casa mia con una cartella piena di bozze di pezzi del nuovo lavoro di Apes On Tapes. Mi sono subito innamorato di Cattlestar Galak-Tical. Il suono era incisivo e metallico un po’ come lo scratch, i bpm perfetti ed aveva delle parti più vuote che sembravano aspettarmi! Abbiamo registrato take di scratch tutto il giorno, per poi finire in un’altra session qualche settimana dopo. Sono veramente entusiasta e orgoglioso di quello che è uscito! Il fatto che non abbiamo collaborato a distanza ha reso tutto ancora più coinvolgente! Decidere di collaborare faccia a faccia nell’era di dropbox è una delle cose più sensate e belle da fare. La musica d’altronde non è solo click online, ma è fatta di persone ed emozioni che nessun network potrà mai sostituire”.
EJACULATTITUDE Feat Godblesscomputers
In casa Apes, in quel periodo stavamo sperimentano suoni nuovi, inventandoci catene di plugin ed effetti. In casa c’era nebbia e quindi tutto scorreva lento e pigro. Montammo un beat minimale lento sul risultato dei nostri esperimenti: un synth semi-arpeggiato che ci faceva pensare a moti organici nascosti, quindi serviva un titolo da vero mammifero. Consegnammo il tutto a Lorenzo (Godblesscomputers). Sapevamo di cosa era capace. Ora il mammifero aveva spina dorsale e tirava pure dei bei calci. Il risultato è proprio quello che volevamo. Eargasm.
ON AIR ON RYANAIR Feat. Millelemmi
Millelemmi: “On Air On Ryan Air era il titolo del beat che gli Apes mi hanno passato. Mi sono lasciato trasportare dal nome e dalle atmosfere già esistenti e ho scritto questa raffica di idiozie nonsense in cui fantastico su una sorta di interrail via aerea fra litri di alcool e hostess prorompenti che va a finire (ovviamente) con un dirottamento e una jam fra me a bordo e loro dalla torre di controllo. Il fatto che agli A.O.T. sia piaciuto subito lascia intuire con che gente abbiamo a che fare… che poi il pezzo sia finto addirittura nel disco toglie ogni dubbio sulla situazione mentale di questi ragazzi. Aiutateli! Io li amo, non posso”.
RED SQUARE feat. Desanimaux
Desanimaux: “Quando gli Apes mi hanno passato i beat di Red Square, ascoltandoli ho subito pensato a delle lenzuola molto stropicciate, a San Diego e a un sacco di obiettivi fish eye. Ho scritto il testo di getto e, quando ho registrato la voce, faceva davvero un caldo tremendo. Ho lavorato con gli Apes alla produzione della traccia e il risultato mi piace tantissimo. Spero piaccia molto anche a tutte le ragazze a cui piace indossare pantaloncini da pallavolo. With me sweet pills on lips / Beyond the real with the fish eye dream”.
SUMMERTONE:
Non avendo mai fatto prima un album di collaborazioni, ci siamo esaltati e abbiamo deciso, anche con una certa curiosità, di scoprire il punto di vista dei “contributor”. Il disco raccontato dalle loro parole è un ulteriore modo per ringraziarli a dovere! L’ultima parola però è interna, va alla voce del pezzo di chiusura, il nostro Dyami: “Ho scritto il testo un annetto fa. Era estate e organizzavamo un sacco di feste e serate. Notai che la gente che veniva era di ogni tipo, nonostante i sound diversi. Alle stesse serate potevi vedere dagli “hip hoppers” ai “punkrockers”. Il testo è venuto fuori da sé, come uno shout out verso tutta la gente che ci supportava, una sorta di ringraziamento. Il beat è stato tirato fuori da un hard disk polveroso. Ci piaceva un sacco la melodia del campione ma era troppo sporco, quindi è rimasto in disparte per un po’. Quando è spuntato fuori il testo, tornava perfettamente in arrangiamento e completava tutta l’atmosfera. A quel punto abbiamo pulito il campione e rafforzato il beat e ci siamo innamorati di Summertone. And that’s the way that it is, we got hip hoppers to punkrockers moshin’ our gigs”.