Hyperdub torna con il secondo volume della sua raccolta celebrativa per i dieci anni di attività e, questa volta, si fa blu, come il cielo della notte che rivive nell’immaginario di chi ascolta questo lavoro. Ecco perché, l’ora o poco più della compilation veste perfettamente il taglio d’abito per quando la notte si fa scura, con il suo intimo ai piedi del letto, arricciato. Lei dorme incurante del caldo opprimente, tu alla finestra fumi perché nel grinder ne hai ancora un po’. Lei forse è lì davvero o forse solo un ricordo che stai immaginando.
Nel pieno di questo viaggio Jessy Lanza canta uno di quelli vecchi, buoni come al solito, e più avanti ne farà uno di quelli nuovi, ottimo. Prima ancora Burial, poi arriveranno Cooly G e un Ghostface sempre più in forma, sempre più cool. Sono immagini, sogni sfocati, sirene da tetracannabinoidi, ombre confuse in una notte calda dove il basso pulsa piano e dilatato come il sangue a luglio.
Disco che si presta a qualsiasi immaginazione di storie e pensieri prima dell’alba, sono bravi quelli di Hyperdub nella veloce messa in sintesi dei loro ritmi migliori prestati al genere femminile. E allora il lento ondeggiare si fa sessuale oltre che sensuale, fisico e materiale nelle ottime prove dei sopracitati a cui, gioco forza, si aggiungono i soliti nomi pronti a esplodere come quello di Morgan Zarate – non mi stancherò mai di ripeterlo. Meglio del primo volume ? Forse sì, diciamo sicuramente che in questa composizione si esplora la rilettura in chiave più pop di un suono a cui Hyperdub ha sinceramente più volte strizzato l’occhio, in una loro personalissima ma mai banale interpretazione di quello che molti chiamano r’n’b e che per me è solo musica, per sesso e cuore.