Kutmah – Our Mannequin
La sua agenzia definisce Kutmah come un “underground electronic talisman”, definizione particolare ma che pare essere azzeccatissima per questo producer che ha attorno a se un’aura mistica che lo rende un personaggio interessantissimo e tutto da scoprire. Non è uno che si fa sentire spesso Kutmah, release ben ponderate e fatte uscire solo quando ce né veramente bisogno, il che rende ogni sua uscita una novità assoluta con conseguente attesa, quasi sempre soddisfatta alla grande.
Il suo ultimo lavoro dal titolo Our Mannequin presenta uno spettro ampissimo di influenze: reminiscenze di certa elettronica di stampo teutonico tra i tardi ’70 ed i primi anni ’80, suoni ipnotici, drum dal flavor funky, synth che cavalcano onde morbidissime e vocal robotici che riportano a certa synth wave sempre di stampo germanico. Non devono essere state secondarie nella realizzazione di questo lavoro le influenze del produttore di base a Londra ma originario di LA, in cui i Suicide fanno capolino senza troppo disturbare il processo creativo personale e dal sound vario di Kutmah. Our Mannequin è un lavoro scuro, non cupo ma certamente connotato da sfumature ampie e numerose di colori grigi e neri. Un disco scritto nell’oscurità e che nell’oscurità ha portato gli artisti che con Kutmah hanno collaborato, come ad esempio il Seven Davis Jr. di Agalmato, brano in cui le influenze teutonico/britanniche sopra indicate trovano la propria massima espressione. Amargossa è il più “contemporaneo” dei brani racchiusi in questo ep, almeno quello che personalmente mi pare staccarsi dalla forte influenza retro futuristica per muoversi entro territori spazio temporali che sono più vicini al sound abstract più attuale.
Point Point présente Filet Mignon Volume II
Filet Mignon Volume II è una compilation in free download in cui una serie lunghissima di talentuosissimi produttori, da San Holo a Lido passando per D- Bass, Phazz e Donovans, propongono la propria visione di sound del futuro. Dalla trap – che nel lavoro in questione la fa da padrona, all’ house che attinge dalla ghetto e dal turbo funk (Kiwi di Strangefruit ne è l’esempio più chiarificatore), nelle 21 tracce in oggetto si analizza il sound da club più attuale e variegato.
Se Mary Jane di Tielsie è già anthem da canticchiare in doccia o sotto l’ombrellone, Limitless firmata D-Bass & Wongo entra di diritto tra i brani utili per far volare il dancefloor nel momento in cui pare spegnersi un attimo. Scarichi tutto in modalità up to you e ti ritrovi una manciata grossa di tracce con cui far godere la prossima audience di un tuo set.
Sodo Studio – Brazilian Follies
Rimanendo in tema di beats, questa volta tutti nostrani, è il turno delle Brazilian Follies firmate Sodo Studio. Bastano pochi secondi per vedersi proiettati in un mondo magico fatto di ritmi carioca, colori accesi e benessere alla round.
Il Cristo Redentor che campeggia in copertina, con cuffioni d’ordinanza e accerchiato da sistemi audio di ogni ordine e tipo, ben sintetizza l’attitudine di questo album: campionamenti che vanno dallo stato di Rio Grande alle favelas della Rocinha, da San Paolo allo stato di Mineiro. E’ tutto un boom bap su sample carioca, un sorriso costante sulla faccia e la testa che fa su e giù inconsapevolmente, senza che te ne accorga ti ritorverai con la testa proiettata fra splendide carnagioni mulatte intente a danzare al ritmo di Sodo Studio. Un vero e proprio sogno insomma.
Bialogard – Partings EP
Chi ha detto che l’estate sia il momento in cui c’è solo la felicità a farla da padrona? Forse più di ogni altro periodo dell’anno lo spleen estivo può essere acuito da una solitudine calda ed umida, in cui il sole batte sempre troppo per essere veramente di sollievo. Probabilmente deve essere così che vive le proprie estati Fabrizio De Felice, in arte Bialogard, giovane producer di base a Milano con la passione per i suoni dilatati, le voci ipnotiche e le ritmiche sincopate.
Partings EP è un sogno lucido ed al tempo stesso vibrante e multiverso dove post rock, sonorità ambientali, chill wave e sonorità dreamy si fondono per creare un universo ben costruito, fatto di suoni coerenti, particolari ed unici, si, ma pur sempre con un senso se accolti nel loro insieme. Un consiglio per quelle giornate in cui il sole cala tardi e la testa non smette di pensare.
Koolmorf Widesen – JX-EP
Ho conosciuto la musica di Koolmorf Widesen un bel po’ di anni fa. Uno dei mi migliori amici me lo aveva segnalato durante il suo soggiorno toscano ai tempi dell’Università: qualche tempo dopo mi arrivò una promo del suo lavoro precedente datato oramai 2007, poi ne avevo perso le tracce fino a qualche giorno fa. Leonardo Barbadoro, è un musicista a tutto tondo, uno che la musica l’ha studiata a la conosce nel profondo. Se nei panni di Koolmorf Widesen si dedica ad una ricerca sul sound di stampo acid, infatti, il produttore fiorentino non disdegna di toccare i territori della musica da camera e la realizzazione di colonne sonore per i progetti più vari.
Per la realizzazione di JX-EP, sua ultima fatica fuori per l’etichetta americana Wil-Ru Records, le prese di posizione di Leonardo sono divenute drastiche: niente software per la produzione di suoni sintetici o campioni, niente computer, niente artifici digitali. Tutti i brani sono stati suonati dal vivo, con veri strumenti analogici collegati ad una console di mixaggio e registrati direttamente su nastro.
Quello di Koolmorf Widesen è il piacevolissimo ritorno di un artista che, oltre a potersi realmente fregiare di tale appellativo, ha già condiviso il palco (oltre che la qualità sonora in molti casi) con artisti di livello assoluto come Fuck Buttons, Luke Vibert, Venetian Snares, Borgore, Legowelt, 808 State, The Bug, Tim Exile.
A chiudere la rassegna dei consigli, due band, una australiana e un’altra londinese, con stili diversi ma che potrebbero diventare rilevanti nel giro di poco tempo. Gli Yakini sono gli aussie del duo e il loro sound si muove nel solco di band come Tycho: elettronica strumentale, in cui le chitarre giocano a fare le protagoniste.
I Whilk and Misky, invece, sono londinesi. Whilk produce e Misky aggiunge le voci. Insieme scrivono i brani, già alcune premiere su Mixmag ed un remix ai Rudimental.