Hai presente quando ti si incantano gli occhi su un imprecisato punto dello schermo e resti a fissarlo, come ipnotizzato dai suoi movimenti, fino a che non arriva qualcosa a distoglierti bruscamente dalla trance visiva?
Ecco, il video dei Warias, “Dune”, sortisce quasi l’effetto di una catarsi ottica, di una dissociazione psichica: non riesci mai a capire perfettamente com’è che un attimo prima distingui chiaramente i contorni e l’attimo dopo ti sembra che sia tutto fuori fuoco, impastato in un groviglio di cerchi e percussioni martellanti che in un crescendo psichedelico battono sulle pareti del tuo cervello e ti attenuano la coscienza.
L’afrobeat dei Warias è pratica ascetica, immaginifica. Ma se non metti play non puoi capirlo.