Il countdown è finito. Finalmente dopo 13 anni di attesa possiamo smetterla di riascoltare i vari “Come to daddy”, “Select ambient works” o l’ultimo disco in ordine di tempo “Drukqs”. Aphex Twin ha sfornato il suo ultimo lavoro e qui mettiamo un po’ in ordine le cose:
Richard David James aveva bisogno di ritrovare se stesso e la vita di tutti i giorni; i problemi con l’ex moglie, l’impegno di portare i figli a scuola la mattina, la desolazione della campagna inglese… aveva bisogno di una vera e propria riabilitazione anche e sopratutto per la sua creatività che ne stava risentendo.
Mentre Richard si rilassava, la sua etichetta restava in allerta e quando la Warp Record ha ricevuto la chiamata, tutti a Londra pensavano fosse uno scherzo. Beh non lo era.
Il disco c’era e così sono partite le operazioni di marketing: il rilascio della tracklist e del nome del disco via “deep web”, il dirigibile con il logo di Afx che svolazzava sui cieli grigi di Londra, la gear list del nuovo disco, insomma non ci voleva molto e non ci hanno messo molto a creare interesse attorno ad uno dei più enigmatici personaggi di sempre. Però che stile.
Adesso passiamo al centro di tutto, la musica, la materia prima. Ad ogni lavoro di Aphex ci si aspetta un ribaltone, qualcosa di nuovo di mai sentito prima, ed è forse questa la vera delusione percepibile nel nuovo album. Tutti ad aspettare l’avvento del messia che doveva segnare un nuovo anno zero dell’elettronica moderna, ma il messia stavolta è venuto solo per ricordarci che esiste e che se la passa bene tutto sommato. Già dal singolo “Minipopos 67” si intuiva la strada che avrebbe preso il disco, la traccia è un lavoro totalmente pop (chiaramente sempre alla maniera di Aphex); non mi era mai capitato di canticchiare una sua traccia. La rabbia estrema di Druqks è svanita, ci troviamo di fronte ad un lavoro più da “poltrona”se vogliamo. Il livello sale in episodi come la distesa “Produk 29”, le lunghe jam acide di “CIRCLONT6A (Syrobonkus Mix)” e “CIRCLONT14 (Shrymoming Mix)” mentre “PAPAT4 (Pineal Mix)” ci riporta agli inizi dei 90′ in grande stile.
Non c’è dubbio che nel giro di 2-3 mesi questo disco potrà crescere ascolto dopo ascolto, resta il fatto che di passi avanti non ne sono stati fatti, ci troviamo semplicemente di fronte ad un grande disco e forse a noi mortali non basta quando si parla di Aphex Twin.