Molti lo attendevano da anni. Il ritorno di Franco Battiato all’elettronica. Quel suono che rese i suoi primi due album Fetus e Pollution due pietre miliari, spesso rinnegati dall’artista stesso e non apprezzati (capiti) abbastanza da una buona fetta del pubblico in adorazione che lo segue da anni.
Si è parlato di sperimentazione, di ritorno al passato, di avanguardia. C’è poco di tutto ciò nel nuovo album in collaborazione con Pinaxa intitolato Proprietà Proibita. Piuttosto un disco celebrativo della propria carriera, musicalmente quasi un remix-album, una rivisitazione piena di riverberi elettronici e semi campionamenti di tracce già edite, riarrangiate e riassemblate con lo stesso spirito del primo periodo di Franco.
In quasi ogni traccia infatti troviamo dei sample provenienti dal suo passato discografico, strofe ricantante e sinth (probabilmente provenienti dalle stesse macchine utilizzate tra il 1971 e il 1972) che vi suoneranno già sentiti. Una sorta di Burial autocitazionista, un viaggio attraverso indizi nascosti dietro melodie sincopate, archi melanconici, strumentali ed echi del passato.
Andiamo più nello specifico:
“Le pareti…le pareti…del cervello…” – prima strofa cantata dell’album. Traccia: Leoncavallo. Citazione : New Frontiers(1982)
Le voci si faranno presenze è una variazione della ghost track presente in Fleurs (1999) al termine della traccia Invito al viaggio.
Traccia: Come un branco di lupi. Citazione: Inneres Auge(2002) e L’ignoto(2000).
Traccia: L’isola elefante. Citazione: Shackleton (1998).
Traccia: Proprietà Proibita. Citazione: Propiedad Prohibida(1974).
Ciò non toglie che il prodotto finale suoni tutt’altro che datato, un lavoro che mantiene il fascino di alcuni album altisonanti del maestro. Un piacevole ascolto per i conoscitori della sua discografia e una sorpresa per le nuove generazioni che magari ricordano solo i suoi grandi successi popolari. Un uomo di quasi 70 anni che si dimostra al passo con i tempi e (spero che Battiato non legga mai questo articolo) in grado di poter essere “figo” attingendo a suoni e atmosfere di venti, trenta, quarant’anni fa.
E chissà che magari la sua esibizione al #C2C2014 non segni l’inizio di una nuova era….