Mettiamola così: ci sono modi migliori (o peggiori) di cominciare. Molto dipende dai punti di vista. Il modo di cominciare a cui ci stiamo riferendo è quello di collaborare con Justin Bieber, il soggetto è invece Jaden Smith. Talentuoso attore nonché figlio di uno degli uomini più fighi (nell’accezione generica del termine “figo”), Jaden ha studiato anche musica, e, anche se i suoi successi nel campo non sono paragonabili a quelli davanti la macchina da presa, sono passati oramai tre anni da quando tutto e cominciato, in un modo o nell’altro.
A dir il vero, l’escalation del maggiore dei figli del Principe di Bel Air è stata davvero ottima e, se gli si perdonano gli errori di bassa gioventù, di tutto rispetto. Nel 2012 pubblica un mixtape “The Cool Cafe”, di 18 tracce, tra contenuti inediti, cover di SBTRKT e featuring con la sorellina Willow. Un risultato sorprendente, dato che stiamo parlando di un allora 14enne, che di “lavoro” dovrebbe fare l’attore.
Ma è tra la fine del 2013 (data di uscita di After Earth) e l’inizio del 2014 che Jaden Smith può essere eletto “interessante prospetto del rap americano” (ovviamente non paragonabile a Bishop Nehru o Joey Bada$$, sia chiaro). Le collaborazioni con Ta-Ku e Jhene Aiko, più il gran bel singolo “Shakespeare” mostrano un JADEN (il nome che nel frattempo ha assunto) cresciuto dal punto di vista artistico, con una migliorata capacità di ascolto e di scelta. Papà è ancora lontano, ma chi ben comincia è a metà dell’opera.
Quest’anno – a partire da settembre – Jaden torna a far parlare di se. Collaborerà, come vi avevamo annunciato, con Childish Gambino, e pare aver pronto il suo secondo mixtape “The Cool Tape vol.2“. Quando si è giovani la voglia di mostrare al mondo le proprie capacità è tanta, così nei due giorni passati Jaden ha rilasciato (sul canale Soundcloud della sorella) due sue nuove tracce. “Blue Ocean V19“, con l’angelica partecipazione di Willow, è qualcosa che si avvicina più al conscious rap, mentre in “Trophy V6” emergono sonorità più hip-hop (con vene di jazz) in un lavoro che suona molto ’90s.
Per ora Jaden si colloca perfettamente a metà tra la scommessa vinta in partenza e il figlio d’arte inconcludente, il problema, anzi, il punto a favore è che ha compiuto da poco 16 anni e che quindi, prudenza al volante permettendo, ha tutte le carte in regola per essere poco Lindsay Loahn e molto The Fresh Prince.