“Tanto gentile e tanto onesto pare” questo ragazzo androgino inglese che si fa chiamare Kindness. Mai pseudonimo fu più azzeccato.
Sembra entrare in punta di piedi di notte per infilarsi nelle casse di casa tua e magari ti diventa anche uno dei dischi dell’anno, mentre lo ascolti senza accorgertene per la centesima volta. La formula vincente è una commistione di influenze finissime quali Prince, Sade, Frankie Knuckles, un pizzico della prima Janet Jackson e Madonna del periodo Bedtime Stories.
Se poi ci aggiungiamo delle strumentali che funzionerebbero anche senza vocals, una ricerca dei sample da appassionato beatmaker (Herbie Hancock in For the Young, Art of Noise in With You) e degli ospiti come Robyn, Blood Orange e Kelela direi che il gioco è fatto.
Ma lasciamo a Adam Bainbridge (questo il suo vero nome) l’onore di presentare la sua seconda fatica discografica Otherness.
“I want to give people another choice. There’s a lot of great, direct contemporary-sounding pop music to choose from, but even the most mainstream of mainstream audiences might also want something that sounds different from time to time. I still love and appreciate pop music, but I’m happy to leave the people making it to get on with their thing. My motivation is: ‘What do I feel I can do better than anyone else?’ I hope I’ve made that record.”