Passaporto è tornato perché i veri avventurieri (cit.) non mollano mai. Zaino in spalla, siamo andati anche per questa stagione alla ricerca dei talenti piccoli e grandi dell’illustrazione italiana e la vera sorpresa è vedere che ne scoviamo in ogni angolo. Ricominciamo dalla città che ci ha adottati spiritualmente e più precisamente da una mostra a lei dedicata, Greetings From Milano. La matita è quella di Marco Goran Romano, i cliché affrontati sono quelli di tutti noi. Bentornati desainers.
Stai per inaugurare la mostra Greetings from Milano dedicata al capoluogo meneghino. Che tipo di sguardo sulla città dobbiamo aspettarci?
La parola giusta per definire il mio punto di vista è “ironico”. Ho volutamente lavorato su quelli che sono i cliché, i simboli pop della città: questo
sicuramente deriva dal fatto che lavoro soprattutto per l’editoria, campo nel quale è importante essere comprensibili da un pubblico vasto ed eterogeneo.L’ermetismo non è il mio forte, insomma.
La mostra vuole indagare il caos cittadino dal punto di vista di chi viene dalla periferia e ne viene travolto. Come mai in nessuna delle tue bio nomini la provincia da cui vieni?
Di solito dico: pugliese di nascita, toscano d’adozione e milanese di residenza. In realtà, però, devo ammettere di vivere una condizione di odio e amore (più il primo) verso il Salento. È una terra che ha tutto, però sento di non potermi realizzare lì.
Cosa pensi dei limiti? Stimolano l’ingegno o li trovi noiosi?
Sono super-stimolanti, infatti cerco sempre di auto-limitarmi in termini di colori e forme, per divertirmi di più.
Rumore o silenzio?
Silenzio esteriore, rumore interiore.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Parigi ha la Tour Eiffel e Londra ha il Big Ben, ma c’è anche tanto altro dietro queste città. A Milano cosa vedi, oltre il Duomo?
Milano è relativamente piccola, ma io vedo una città viva, con una comunità creativa molto attiva con cui mi piace confrontarmi. Questo secondo me è uno
dei suoi pregi: non avrai le stesse opportunità di New York, ma puoi trovare tanti stimoli e una realtà decisamente più a misura d’uomo.
Quest’anno sei stato incluso tra gli artisti under 30 da tenere d’occhio secondo Print Magazine. Sotto i 30 anni è facile essere considerati giovani e bravi, dopo i 30?
Ho ancora 28 anni, ma già so cosa può succedere: se hai spaccato prima, dopo i 30 continuerai a farlo.
Che musica suona per le strade di Milano?
I Power Francers.
Pensi che l’illustrazione abbia abbastanza spazio in Italia?
Ci sono tanti talenti, non abbiamo nulla da invidiare all’estero. Sono i committenti a scarseggiare.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?