Un giorno un signore si è seduto sulla mia panchina e mi ha detto “…pensa, se le città fossero unite l’una all’altra e si trattasse soltanto di attraversare la strada”. Ecco, signore della panchina, io ci ho pensato eh, per tutto il giorno e anche per quelli successivi. Ci sto pensando persino ora. Ho pensato che vorrei passarti a prendere in bici la mattina quando è presto ma solo dopo aver fatto un salto in Cina a prendere un tè, quattro inchini due sorrisi e poi via, verso di te. Vuoi pedalare tu?- ti direi. Io mi siedo sul portapacchi così ti abbraccio la schiena e ci appoggio l’orecchio per sentirti respirare. Il tè lo beviamo davanti ad un lago azzurro tra gli alberi verdi in Canada, tra i rumori del bosco e quelli delle mie mani che strofino per scaldarmi. Passo un attimo per casa che mi prendo la felpa poi saliamo sulla Tour Eiffel? Sì. E se un giorno siamo indecisi allora chiudo gli occhi e giro su me stessa in mezzo all’incrocio con l’indice puntato, come in quella filastrocca dell’asilo dai un bacio a chi vuoi tu, direzione sud-ovest, si va. Poi se oggi pomeriggio c’è il sole facciamo una passeggiata fino al mare, prendo ventun conchiglie e le porto sul Monte Bianco, mescolo gli ecosistemi come un mazzo di carte, ti mando in confusione fino a quando non ti butti sul mio letto credendolo il tuo. Ogni posto è qualunque posto / ogni posto è un posto qualunque.
World Map Archive è un progetto bellissimo che raccoglie tutte le carte geografiche del mondo disegnate a mano, nero su bianco. È semplicissimo, basta disegnare la mappa, compilare il modulo con i tuoi dati e spedirla (via posta (quella vera con la busta e la cassetta della posta e il cane che ringhia al postino) oppure via mail). L’unica regola è: non guardare la cartina prima di disegnarla. Lo so che almeno un paio di voi avevano già tirato fuori l’atlante e la carta forno per ricalcare il tutto, ma le regole sono regole. Questa è la mia, in partenza per berlino domattina, e la tua?
World Map Archive è una di quelle cose che ti fanno alzare gli angolini della bocca in un sorriso leggero e si incastrano lì, tra il tropico del cancro e il trentottesimo meridiano. (che secondo i miei calcoli di geoanatomia significa: il cuore)