È mattina presto, lo vedo dalla luce che entra senza il bisogno di aspettare l’orologio. Mi muovo nel sacco a pelo sch sch sch, mi stropiccio gli occhi e sono pronta, mi metto perfino gli occhiali per vederci bene. Alzo la zip della tenda dove ho dormito lentamente, quasi come fosse una cerimonia solenne di cui non posso perdere neanche una parola o movimento. Davanti a me: il bosco. Aprire la tenda e trovare il bosco è un po’ come alzare la tapparella e trovare il mare. Non puoi fare a meno di fare un respiro lunghissimo per cercare di buttare nei polmoni tutto quello che ci sta, bronchi e bronchioli forza datevi da fare, non voglio perdere niente. Guardo le radici degli alberi attorno che sembra che mi abbraccino e mi proteggano, tocco il legno e ci tamburello sopra piano, come se suonassi un concertino per pianoforte. Ma senza pianoforte e senza saper suonare un concertino per pianoforte. Accendo il fornello che è piccolo e preparo l’acqua per il tè; mi viene in mente quella volta sulla strada in salita con le tazze in mano, le tazze vere quelle da tenere in casa e invece noi non eravamo in casa ma tra il bosco e l’albero di cachi già maturi. Io avevo gli occhi stanchi e tu i capelli corti. Faccio una pausa di quattro quarti e accarezzo il muschio. Sei un albero, pensavo. Sei un albero alto e sottile con le foglie larghe con la rugiada sopra, ma non ho bisogno di tagliarti a metà per sapere quanti anni hai.
Tracklist “Rifatti gli occhi”: boschi
1. Low Leaf – june gloom
2. Aquilo – you there
3. London Grammar – hey now
4. Mmoths – all these things
5. Groenland – immune
6. San Fermin – Sonsick
7. William Fitzsimmons – fortune