Andrea Zanenghi, nelle sue vesti di Acid Andee, è una vecchia conoscenza di DLSO. Il pretesto di tornare a scambiare quattro chiacchiere ce la dà l’uscita di “Love Harder”, seconda release della label Discomaths da lui fondata assieme ai produttori e dj spagnoli Clip! e Kresy. Ecco di seguito quello che ci hanno raccontato:
Innanzitutto una domanda ad Andrea. Come hai conosciuto i tuoi compagni d´avventura spagnoli e come siete arrivati ad intraprendere l´avventura Discomaths?
A: Non pensavo di fermarmi tanto tempo il giorno in cui arrivai a Madrid di passaggio. Conobbi Alejandro (Kresy) attraverso internet ed amici comuni. Notando gli interessi ed i gusti musicali condivisi, iniziammo a pianificare questa nuova avventura, Discomaths. La prerogativa dell’etichetta era che questa non si dovesse identificare con un suono standard e che gli artisti avessero lo spazio sufficiente per potersi esprimere genuinamente. Naturalmente il tutto in un ambito dance-oriented. Edu (Clip!) era un producer che già adocchiavamo entrambi da molto. Ci conoscemmo personalmente qualche anno fa ad un evento organizzato dalla RBMA a Madrid dove entrambi erano stati invitati a suonare. Birra, sigaretta, pacharan, due risate, fu lì che si delineò la struttura della famiglia Discomaths.
Considerando che si parla spesso di una eterna rivalità tra Italia e Spagna, vorrei che tu Andrea ci descrivessi i tuoi compagni Kresy e Clip! e che magari anche loro facessero lo stesso riguardo a te:
A: Che dire, Kresy è un brontolone e Clip! un tesoro. Scherzi a parte sono due persone che credono veramente in quello che fanno ed io li appoggio al 100%. Che io sappia non esiste una grande rivalità tra Spagna ed Italia, sempre che non si parli di calcio. Credo che il problema principale, soprattutto nel bel paese, è che si guarda sempre al nord o ad oltre oceano come un esempio da seguire, dimenticandosi che anche a questa longitudine dell’asse terrestre, spesso molto vicino quando non proprio all’interno dello stesso paese, esistono realtà valide e fresche delle quale vale la pena parlare. Chissà che questa specie di “disinteresse generalizzato longitudinale” si possa facilmente interpretare come rivalità, rivalità che però esiste anche all’interno dei paesi stessi, il classico problema degli artisti nazionali dimenticati.
E: Credo che se esiste una qualche forma di rivalità tra Spagna ed Italia si deve alla scarsezza di opportunità che ci sono in entrambi i paesi per i musicisti elettronici. È normale, non si vedono molti artisti italiani o spagnoli come headliner nei festival più grandi, cosa che ci da poca visibilità. Credo che la cosa più importante da fare ora sia creare scene all’interno dei nostri circuiti e sicuro che in qualche punto le due scene confluiranno.
Andrea è l’elemento più comunicatore della squadra mentre Kresy passa le sue giornate producendo in pigiama e bevendo strane infusioni.
K: È la prima notizia che ricevo sulla rivalità che esiste tra Italia e Spagna su questo terreno. Rispetto i miei compagni; Edu è un catalano allegro, entusiasta ed un produttore infaticabile, Andrea è un italiano da libro, dandy e seduttore, che suole proiettare i suoi difetti su di me! (ride)
Quali sono i punti di contatto musicali che vi trovano sempre d´accordo?
A: Credo la genuinità e la mancanza di artificio.
E: Credo nell’utilizzo di hardware nelle nostre produzioni ed il “grit” finale che apporta ai pezzi. Non crediamo nelle canzoni sovraprodotte che non dicono nulla. Al giorno d’oggi chiunque può ottenere un suono chiaro e nitido, nonché strutture semplici, generandole unicamente via software. Così che attualmente la cosa divertente è che i pezzi non suonino perfetti ma che abbiano un’anima.
K: il carattere e la personalità.
Raccontateci un po’ della scena musicale spagnola, gli artisti/clubs/labels/negozi di dischi che vi piacciono e frequentate e che pensate i nostri lettori dovrebbero conoscere
E: In Spagna label e artisti non hanno ancora lo spazio che meritano. Senza dubbio però il talento abbonda sul territorio. Se parliamo di Barcellona in quanto a label la prima che viene in mente a chiunque è senza dubbio Hivern Discs, dopo c`è Classicworks (etichetta di Cardopusher e Nehuen) che ultimamente sta ricevendo un buon feedback internazionale, Struments e Bons Records. A livello di negozi di dischi Discos Paradiso è il più conosciuto ed è il posto in cui molti di noi si vedono per bere qualche birra pomeridiana. C’è pure Subwax, che a sua volta si occupa anche di distribuzione.
K: Hivern, Lovemonk, Bons Records, Struments, Good Ratio, Slow Town, Hizou… La lista è quasi interminabile. Ci sono molte label e la maggior parte di loro specializzate in una qualche corrente house che cura nel dettaglio ogni uscita. Parlando di club si sente molto la mancanza di posti che si dedicano a spingere musica di qualità, per un pubblico maturo con criterio ed educazione come nel resto d’Europa. Quando arriva l’estate iniziano i festival di musica elettronica con sempre i soliti nomi, sempre, ed un sacco di artisti di riempimento dei quali non si sa nulla. Da segnalare sicuramente il ruolo della RBMA nella diffusione dei giovani talenti.
A: In Spagna esiste una scena molto più grande di quello che si possa immaginare. Ci sono artisti molto validi. Senza parlare nuovamente degli attivissimi Edu e Alejandro, con i loro rispettivi progetti, consiglio l’ascolto dell’ultimo disco di Lost Twin, un impeccabile produttore sivigliano. Parlando di dischi non posso dimenticare i ragazzi di Downbeat che, oltre a stampare dischi di grande qualità, gestiscono pure il mio negozio di dischi di fiducia nel cuore di Madrid, Is The Place. Per chi è più nel mondo bass, footwork ed affini, consiglio l’etichetta digitale Soulless Labs, gestita da Orphidal e Doma, che tralatro sta per lanciare la prima release su supporto fisico con il duo basco Reijkjavik 606. Titan’s Halo e Fundamental Records per gli amanti dell’electro più puro. Qua a Madrid purtroppo non ci sono molti club di qualità e la maggior parte delle volte finiamo nella Sala Siroco dove i ragazzi di Post Club, Lemoncat, Bourbaki ed Holy Dubs ci intrattengono quasi ogni fine settimana. La programmazione è mediamente molto buona.
La label Discomaths è arrivata alla seconda release proprio in questi giorni. Raccontateci qualcosa a proposito.
K: Credo di aver utilizzato qualsiasi aggettivo disponibile nella realizzazione del press kit (ride).
E: Sono i pezzi più deep che abbia mai fatto uscire. Pure i più melodici e chissà, forse i più luminosi. Credo che possano farmi arrivare ad un pubblico più amplio del solito. Sono quattro brani che si possono ascoltare tanto in casa quanto in un club.
A: Condivido ciò che dice Edu e spiego brevemente ciò che voleva dire Kresy nel press kit del quale parla, ossia che il disco non è altro che una rappresentazione in quattro atti di una storia d’amore estiva. La dichiarazione amorosa, l’amore consumato, l’innamoramento e l’addio.
Quali sono i vostri programmi per il futuro? Vedremo presto i djs di Discomaths anche in Italia, magari in uno showcase tutto vostro?
K: Se dipendesse da me verrei domani stesso.
A: Riguardo all’etichetta abbiamo già un paio di uscite nella pipeline, posso dire che la prossima sarà un Ep di Kresy. Parlando di date, in territorio italiano stiamo cercando di muovere qualcosa con qualche promoter locale, vediamo se si riesce a fare qualcosa di interessante. Un altro dettaglio è che tutti facciamo live, un elemento che tra l’altro ci unisce molto, nonostante che sia Kresy e Clip! siano anche ottimi djs.