Il 12 settembre scorso è venuto tragicamente a mancare Andrea Marongiu, batterista dei Crystal Fighters nonché nostro connazionale, a pochi giorni dall’unico concerto italiano previsto per il 20 settembre all’Atlantico di Roma. A distanza di poco più di un mese dalla sua morte e in occasione del recupero della data capitolina, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Sebastian Pringle, voce e chitarra della band di stanza a Londra. Impossibile non partire da un ricordo di Andrea.
Versione italiana (Leggi qui la versione inglese)
A settembre siamo rimasti scioccati dalla tragica dipartita del vostro batterista Andrea Marongiu. Per onorare la sua memoria avete deciso di recuperare alcune delle date precedentemente programmate. Quale sarà il vostro approccio sul palco a seguito di questa tragedia? Chi ha preso il suo posto dietro alle pelli?
È stato un evento profondamente triste che ci ha scioccato e commosso tutti enormemente come individui e come band. È stata una decisione difficile se riprendere con i concerti quest’anno o meno ma abbiamo deciso in suo onore di continuare con un nuovo batterista che si occuperà delle stupefacenti parti ritmiche che lui scrisse. Il nome del nuovo batterista è Daniel Bingham e ha cominciato a suonare con noi a partire dai concerti in Sud Africa.
Andrea era italiano. Come e quanto le sue origini hanno influenzato la vostra musica e il tempo che avete trascorso insieme?
Siamo tutti estremamente appassionati della cultura italiana, io e Gilbert abbiamo studiato italiano a scuola per cinque anni e amiamo moltissimo la lingua, così quando Andrea si è unito alla band ci siamo rallegrati di accompagnarci per così tanto tempo a qualcuno proveniente dalla vostra bellissima nazione. Il suo senso dell’amore e dell’umorismo erano immensi e ciò lo attribuisco sicuramente alle sue origini italiane.
“Cave Rave” ha compiuto un anno. Siete ancora soddisfatti del lavoro fatto sul vostro secondo album?
Siamo molto soddisfatti del disco, ci ha dato tanto e ci ha permesso di viaggiare ancor di più in lungo e in largo rispetto a prima, e sicuramente ci ha fatti conoscere a molti nuovi fan in giro per il mondo.
Lo scorso agosto avete pubblicato “Love Alight” come singolo a sé stante, sebbene il pezzo fosse stato composto durante le session di “Cave Rave”. Come mai non è stato incluso nel vostro secondo album? Può essere considerato un esempio della direzione che la vostra musica prenderà prossimamente?
Non è stato incluso semplicemente perché non avevamo più tempo per completarlo con il nostro produttore Justin Meldal-Johnson, così l’abbiamo terminato da soli a Londra e quindi pubblicato. Ad essere sinceri non è propriamente una proposta per il futuro, ciò che verrà è ancora una sorta di mistero.
La musica dei Crystal Fighters è sempre stata un incrocio di culture e stili. Pensate di incorporare nuovi strumenti o generi nel vostro sound multisfaccettato?
Cerchiamo sempre di acquistare nuovi strumenti e acquisire nuove idee culturali ovunque andiamo nel mondo quindi credo che la loro inclusione nel prossimo album sarà inevitabile. È stato molto toccante per me andare in Africa per la prima volta quest’anno, e di certo India e Sudamerica saranno comprese stavolta.
Negli ultimi anni sembra che non ci siano più confini tra rock ed elettronica. I clubbers vanno ai concerti rock e viceversa. Quali sono le tue impressioni, essendo parte di una band che ha sempre guardato a e attinto da entrambi i mondi?
È esattamente così che siamo entrati nella condizione musicale in cui ci troviamo ora, amando tutti i generi musicali e quindi differenti tipologie di eventi, dai rave ai concerti hardcore a quelli di musica classica. Tutto ha un proprio posto in questo meraviglioso mondo moderno e noi proviamo a star bene il più possibile nel nostro sound, perché è così che ci sentiamo come persone.
Dopo 6 anni, “I Love London” è ancora una hit. L’avreste mai immaginato quando avete scritto il pezzo nel 2008? È ancora una valida descrizione del vostro rapporto con Londra, la città in cui vivete?
Non l’avremmo mai immaginato! “I Love London” è stata praticamente la prima canzone che abbiamo scritto come band e per noi ha resistito davvero bene. Le sensazioni che abbiamo nei confronti della città sono cambiate molto considerando il fatto che giriamo il mondo per vivere e suonare, ma credo che l’idea di Londra come pazza città festaiola, chiunque tu sia, resti ancora valida.
C’è qualche nuovo artista uscito quest’anno che vi ha impressionato?
Quest’anno FKA Twigs e i Jungle ci hanno sbalordito tanto.
Tornate a Roma per la data all’Atlantico. Quali sono i vostri ricordi migliori legati alla Città Eterna? Ricordo un vostro concerto al Circolo degli Artisti nel 2010.
Roma è una città talmente grande e antica con così tanta storia e cultura che è quasi travolgente pensare a quanto è successo lì nel corso degli anni. Amo poi il nome “Città Eterna”! Non l’avevo mai sentito prima ma è un modo perfetto di descriverla.
Il vostro concerto romano sarà aperto dai Boxerin Club, una band molto talentuosa della Capitale. Ascolti musica italiana?
Ho ascoltato molta musica italiana e il valore della vostra musica è innegabile. Aquadrop da Milano è uno dei nostri producer preferiti e ha realizzato un remix di “Love Alight” davvero spettacolare.
Versione inglese
In September we were shocked by the tragic passing of your drummer Andrea Marongiu. To honour his memory, you rescheduled some of the tour gigs. What will be your approach on stage after this tragedy? Who is going to play instead of him?
It was a deeply sad event that shocked us and affected us all massively as individuals and a band. It was a tough decision whether to carry on with the shows this year but we decided it would be in his honour to continue with a new drummer playing the amazing drum parts that he wrote. The new drummer’s name is Daniel Bingham and he has been playing with us since our shows in South Africa.
Andrea was Italian. How his origins influenced your music and the time you spent together?
We are all extremely fond of Italian culture, Gilbert and I studied Italian at school for five years, and love the language dearly, so when Andrea joined the band we were delighted to be around someone from your beautiful country for so long. His sense of love and humour was immense and I would definitely credit that to his Italian origins.
“Cave Rave” is one years-old now. Are you still satisfied with the work you made on your sophomore record?
We are very satisfied with the record, it has done great things for us and enabled us to travel even further and wider than before, and indeed introduced us to many new fans from around the world.
In August you released “Love Alight” as a standalone single, despite being written during “Cave Rave”’s session. Why was it not included in your 2nd album? Can it be considered a sample of the direction your music will take in the future?
It was not included simply because we ran out of time to finish it with our producer Justin Meldal-Johnson so we finished it ourselves in London and released it. To be honest it is not really a suggestion of what is to come, what is to come is still a very much a mystery.
Crystal Fighters’ music has always been a melting pot of cultures and styles. Are you going to incorporate new traditional instruments or genres in your multifaceted sound?
We always seem to acquire new instruments and new cultural ideas wherever we go around the world so I think their inclusion on the new record is inevitable. It was very moving for me to go to Africa for the first time this year, and of course India and South America will probably feature this time.
In the last few years it seems like there are no more borders between rock and electronic. Clubbers go to rock concerts and vice versa. What are your impressions, being a band who has always looked to and gleaned from both worlds?
That is exactly how we came into the current musical state we are in, through being lovers of all types of music genres and indeed different styles of musical events, from raves, to hardcore shows, to classical concerts. Everything has it’s place in this amazing modern world, and we try to fit as much as possible into our sound, because that is how we feel as people.
After 6 years, “I Love London” still is a hit. Would you have ever imagined it when you wrote the song back in 2008? Is it still a good depiction of your relationship with London, the city you live in?
We didn’t imagine it no! I love London was the first song we wrote as a group pretty much and has lasted so well for us. The feeling we have about the city has changed a lot as we move around the world to live and play, but I think the sentiment of London being a crazy party town whoever you are still holds true.
Have you been impressed by any new music who has come out this year?
FKA Twigs and Jungle blew our minds a lot this year.
You are going to be back in Rome for the Atlantico gig. Which are your best memories about the Eternal City? I remember you played at Circolo degli Artisti back in 2010.
Rome is such a ancient behemoth of a city with so much history and culture it is almost overwhelming to think about what has happened there over the years. I also love the name The Eternal City! Never heard that before but it’s a perfect way to describe it.
Boxerin Club, a talented band from Rome, is going to open your Roman show. Do you listen to Italian music?
I have listened to a lot of Italian music in my time, and the should of your music is undeniable. Aquadrop from Milan is one of our favourite producers, and he did a remix of Love Alight which was crazy good.