Come una scatola di cioccolatini, di quelle che non sai mai quello che ti capita, anche questo mese vi offriamo una selezione di dischi elettronici -o giù di lì- che pensiamo potreste apprezzare. Il fatto che siano tutti abbastanza diversi uno dall´altro potrebbe rendere piena di sorprese la scoperta, se non li avete già scoperti per conto vostro, questo è chiaro.
Decisamente degno di nota è “Double Divide” per Second Storey, vero nome Alec Storey, uscito su Houndstooth, label discografica del club londinese Fabric. Sound design super avanzato e complessitá ritmiche al servizio di un sound massimalista e ricchissimo di sfumature e dettagli che mira sia al corpo che alla mente. Per chi volesse poi qualcosa di più diretto il consiglio è di cercare anche il singolo “Shaman Champagne” nei remixes di Perc e ADEN.
Distal ritorna con il seguito dell´album d´esordio “Civilisation” con quella che lo stesso produttore di Atlanta definisce un opera spaziale. Ed infatti il titolo “Retrograde Space Opera” ben descrive l´intricato labirinto di influenze ed invenzioni narrative e sonore contenute all´ interno del disco. Inevitabilmente il pensiero va alla mitologia drexcyana ed a conferma di questo lo stile di Distal si trova al punto esatto di intersezione tra le coordinate di Chicago e Detroit. Ben si adatta al concept inoltre l´aspetto visuale della release, la prima per la label Anarchostar, curata dall´artista argentino Freschore.
Da Seattle arriva il duo degli Odesza con l´album “In Return” a conferma delle potenzialità delle loro musica, mix efficace di sensibilità pop e stato dell´arte della produzione elettronica. I più esigenti potranno forse trovare i tredici brani contenuti nel disco troppo leggeri e patinati, d´altro canto il talento qui in mostra è innegabile e la partecipazione di numerosi guest vocalists aggiunge varietà ed interesse alle canzoni. Se amate la melodia coniugata alle sonoritá piú moderne, un pó come chi aggiunge lo zucchero nel caffé, questo disco fá sicuramente per voi.
Un’ altra uscita su Counter/Ninja Tune, la stessa label degli Odesza, è “Alium”, il secondo album della Submotion Orchestra da Leeds, UK. Il loro è artigianato musicale di fattura fine, non inventa nulla di nuovo ma fornisce una versione originale e di grande respiro delle ultime tendenze musicali rendendo appetibile al grande pubblico le sonoritá e le dinamiche della bass music ma nel contesto tipico di una band che suona a tutti gli effetti, e che non a caso si esprime al meglio proprio in ambito live. Ciliegina sulla torta la voce della cantante Ruby Wood, ulteriore elemento di emotivitá ad un album che pare la colonna sonora di un film di cui ogni singolo ascoltatore è stimolato a scrivere la propria personale trama. Se siete amanti di Bonobo questo è un disco che potrebbe darvi piú di una soddisfazione.
Per celebrare la bellezza di ventuno anni di attivitá lo storico due tedesco dei Mouse On Mars ha deciso di fare le cose veramente in grande. Ecco allora “21 Again”, in uscita su Monkeytown, doppio CD che vede la partecipazione di ben trenta artisti tra quelli che negli anni in un modo o nell´altro sono stati a fianco di Jan Werner ed Andi Toma. Tra questi Tim Gane e Laetitia Sadier ex Stereolab, Tortoise, Junior Boys, Siriusmo, Atom TM, Machinedrum, Matthew Herbert, Prefuse 73, Mark E. Smith, i Funkstörung (riformati proprio per questa occasione), naturalmente gli stessi Modeselektor e tanti tanti altri. L´eclettismo, l´irriverenza e lo spirito d´avventura dei Mouse On Mars si prestano bene a questa inedita operazione che non manca di incuriosire ed avvincere per tutta la sua durata. Non solo per gli amanti della “vecchia scuola”.
https://soundcloud.com/monkeytown-music/sets/mouse-on-mars-21-again-mtr052
Per chiudere questa rassegna una novità su Planet E, la label fondata da Carl Craig, con la collaborazione tra Matt Edwards (Radio Slave) e Thomas Gandey (Cagedbaby) che porta il nome di Matom. Progetto nato per sonorizzare un tributo ai leggendari Hansa Studios di Berlino dell´epoca di David Bowie ed Iggy Pop ed a cui i due produttori hanno in seguito lasciato libero corso permettendo alla musica di fluire senza restrizioni. Il risultato si sente nella natura riflessiva ed esplorativa dei brani che compongono questo gioiellino, una vera e propria dichiarazione d´amore al lato analogico e pionieristico dell´elettronica.
La foto ad inizio pagina è di Thorir Vidar