Alessia Olivari vive a Roma, è una ragazza giovane e piena di stimoli. La sua provenienza geografica è pienamente rispecchiata dalla schiettezza del carattere e parla come una designer che sta ancora cercando la sua strada: a tratti ricorda Olimpia Zagnoli, in altri momenti illustra col piglio di un autore patinato. In bocca al lupo Alessia.
Da bambina i compagni ti chiedevano di disegnare sempre sui loro diari. E sul tuo chi disegnava?
Quando mi chiedevano un disegno, io ne chiedevo sempre uno in cambio. Ne avevo anche molti miei, però. Mi piaceva inventare personaggi che facevano cose tra le diverse pagine. Oppure riproducevo scene di compagni o insegnanti che mi erano sembrate divertenti. Tra l’altro sono cose che disegno ancora, anche se il mio ultimo diario risale a diversi anni fa ormai.
Tre esperienze che ti hanno segnato più di tutte.
In generale, questo è un anno che mi ha segnato tantissimo, sia a livello professionale che personale. Ho affrontato situazioni molto impegnative a livello personale, che sono riuscita a superare con una lucidità che non mi aspettavo per prima da me stessa concentrando le mie energie sul lavoro.
La mia esperienza in Svezia è stata sicuramente importante, forse perché è stata la prima cosa che volevo e mi sono presa da sola.
Per la terza sono un po’ indecisa, ti direi la volta in cui ho visto una balena, mi sono sentita veramente piccola.
Di che colore sei fatta?
La mia personalità è esattamente spaccata in due. C’è una parte superficiale decisamente rigorosa, direi un pattern geometrico in bianco e nero. E una più profonda che credo sia fatta più o meno di questi colori qui, anche se è difficile che le persone arrivino a vederla.
Davvero non ti ha contattato nessuno per comprare il progetto Pasta For One? Anche solo per rubarti i bellissimi pattern.
Prima di tutto grazie! Ad essere sincera, ho ricevuto molte critiche in Italia per Pasta for One. È un progetto che mi ha aperto tante porte però, molti dei miei rapporti lavorativi attuali partono da li. Ma sono una designer e sono consapevole dei limiti di quel progetto.
All’estero ho ricevuto molti apprezzamenti, al contrario. Sono stata contattata per dei lavori di packaging che rimandassero anche ad un concetto di tradizione italiana attraverso dei pattern (cosa che secondo molti dei clienti che ho avuto come freelance avevo reso con Pasta for One), e mi è sembrato buffo visto il riscontro che ho avuto qui.
Nel tuo Feel Better First Aid Kit ci sono 4 rimedi immediati per aumentare la propria autostima: passione, coraggio, fascino, pazienza. Quali sono le controindicazioni?
Direi semplicemente saper accettare le conseguenze dell’essere più pazienti, coraggiosi, passionali o fascinosi. Spesso siamo convinti di sapere cosa ci manca per ottenere qualcosa, ma capita anche che non sappiamo davvero a cosa andiamo incontro. Io per esempio sono una persona molto paziente, ma mi accorgo che molto spesso non è qualcosa che gioca a mio favore, al contrario…
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
L’imprecisione come valore aggiunto o la perfezione assoluta?
L’imprecisione è un qualcosa di personale, piccole cose che parlano di chi le ha fatte. Mi sembra molto più interessante di un qualcosa di perfetto, per quanto possa avere senso parlare di perfezione assoluta.
I tuoi lavori sembrano essere divisi da una linea netta intorno alla data del 10 settembre: passi da illustrazioni per bambini a lavori maturi e patinati. Spiegaci.
Non mi è successo nulla di particolare il 10 Settembre, si tratta solo di cosa scelgo di far vedere. Le illustrazioni per bambini sono piccole storie che nascono in poco tempo, scarabocchi di cui riempio il mio taccuino nei tempi morti della giornata e che forse meriterebbero uno spazio tutto loro.
I lavori più maturi sono frutto di un qualcosa di più profondo che nasce da una riflessione, ma molto spesso partono anche loro da semplici schizzi. Mi piace sperimentare su diversi livelli, ma se mi imbatto in qualcosa di diverso e che mi convince, mi piace ripetermi per vedere dove posso arrivare.
Chi guardi dal basso verso l’alto nel tuo settore?
Le persone ispirate direi, perché mi sembrano custodire un segreto che non sanno nemmeno di possedere.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?