Non è solo quello dell’Harlem Shake. Baauer ha girato il mondo grazie alla sua hit del 2012, collaborando nel frattempo con artisti del calibro di Just Blaze e remixando dagli AlunaGeorge a Jay Z. Ma da dove arrivano le sue sonorità? Se da un lato ci sono lunghe sessioni in studio alla ricerca del cut perfetto e l’intuizione giusta in un momento fortunato, dall’altro le produzioni di Baauer sono il frutto di un ascolto raffinato alla miriade di suoni partoriti ogni giorno dal mondo.
Per la realizzazione del suo primo album, Harry è partito dalla sua casa di New York City alla volta degli Emirati Arabi e poi del Giappone. Obiettivo: collezionare il maggior numero possibile di sonorità locali difficilmente riproducibili con strumentazioni digitali. In terra nipponica, tra templi e vulcani, ha potuto registrare il suono di Tonkori e Mukkuri, strumenti introvabili suonati dall’antichissima tribù degli Ainu; mentre nel deserto arabo ha incontrato la comunità di Al Hebsi e ascoltato il tipico canto del posto detto Al Nadba.
Ad accompagnarlo in questo viaggio ai confini uditivi del mondo, l’amico e produttore Nick Hook.
Puoi anche ascoltare i singoli suoni campionati andando qui. Saranno 27 minuti di pure bliss.