Il collettivo C+C=Maxigross torna con un nuovo EP in sei tracce, registrato con il norvegese Martin Hagfors (Motorpsycho e Jaga Jazzist, tra gli altri).
“An Instantaneous Journey” è un EP folk, senza troppe divagazioni, se non quella sfacciatamente psichedelica che mette dell’acido sul parquet caldo steso dalle chitarre acustiche.
Mi sento in un cottage inglese, con l’alce sul camino, acceso. E il Natale alle porte.
Occhi e orecchie qui sotto che c’è il track by track: C+C=Maxigross raccontano.
The Woods (originally on “Addicted” by Home Groan, Album 2001)
È la personale riscrittura della favola di Cappuccetto Rosso (Little red riding hood) di Martin, rivista in una chiave ambientalista ambientata in Norvegia. Quando Martin viveva in campagna e i suoi figli erano ancora piccoli un po’ di lupi iniziarono ad attaccare le fattorie, uccidendo pecore, galline e gettando nel panico i contadini. La tv locale intervistò pure sua figlia in merito, la quale disse che non era preoccupata per i lupi, anzi, la cosa più pericolosa che faceva all’epoca se mai era andare a scuola la mattina camminando a lato della strada, rischiando di essere investita dalle grandi auto norvegesi. Infatti il testo parla pure della sensazione di essere travolti da una macchina! La nostra versione è stata riregistrata ispirandosi all’eco delle grotte presenti al Ponte di Veja, un enorme e suggestivo ponte naturale di pietra a pochi minuti dalla nostra casa di Vaggimal.
Maximum Amount (originally on “Racoon” by Home Groan, Album 2002)
È una canzone rock and roll che parla semplicemente della noiosa quotidianità dei lavori monotoni e meccanici, come ne ha fatti Martin negli USA prima di dedicarsi interamente alla musica. Le vibes della nostra versione sono legate al sound di Tom Petty e degli Stones dei primi settanta: groove, pochi accordi asciutti e qualche coretto!
Coffee or Cigarettes (originally on “Fish” by Home Groan, Album 2000)
Una storia un po’ stramba e legata alla famiglia di Martin: un suo zio scozzese era abbastanza matto, era diventato schizofrenico dopo aver lavorato per anni a contatto col piombo, e ormai le sue giornate le passava unicamente bevendo thè e fumando sigarette. Una mattina mentre Martin era ospite a casa sua si svegliò ed entrando in cucina disse: “I’m never gonna make it today, making this morning go away“… l’assurdità di questa frase connessa alla vita che conduceva ha ispirato Martin a scrivere questo pezzone psych. La nostra versione secondo Martin è molto più interessante dell’originale ad opera degli HGH, in quanto ha il ritmo giusto, più lento e profondo. Oltre ad essere piacevolmente immersa in riverberi e wah wah fluttuanti!
Country Chris (originally on “Country Chris / Life Is A Little Lie” by Motor Home, Single 2003)
Omaggio a Sugar Magnolia dei Grateful Dead e il loro autore di testi John Barlow, che Martin ha conosciuto personalmente. Parla di un uomo in cerca di compagnia nelle tipiche gas station dell’immaginario americano che si trova di fronte a una povera ragazza sfatta, probabilmente drogata, molto affascinante proprio per la sua decadenza. Inizialmente è stata registrata dai Motor Home, progetto estemporaneo che vedeva i tre Motorpsycho originali accompagnare Martin in questa country song! Noi l’abbiamo registrata interamente in presa diretta con pochissimi microfoni ispirandoci al sound di Harvest di Neil Young. I cori infatti sono molto alla CSN&Y!
Company Oil (originally on “I Like You” by Martin Hagfors, Album 2011)
Martin è un’ambientalista, molto attivo in Norvegia contro le lobby del petrolio, che controllano tutta la politica nazionale e influenzano anche l’ambiente artistico e musicale organizzando premi ed eventi volti a farsi una buona pubblicità, nonostante il loro comportamento rispetto all’ambiente sia tutt’altro che positivo. La sua associazione si chiama “Stop oil sponsor for the art”, più chiaro di così! Questa canzone parla proprio di questo! Inizialmente immaginata da Martin come canzone morriconiana in stile Spaghetti Western è stato poi prodotta da Lars Horntveth dei Jaga Jazzist in maniera totalmente differente, orchestrando degli stupendi fiati e archi. La nostra versione è molto più folky e fricchettona, con sitar, percussioni che profumano di incenso.
Astrodome (originally on “Astrodome” by Home Groan, Album 1999)
Forse la sua più bella canzone, molto forte, potente, incisiva, proprio per questo semplice. Non si ricorda neanche dove e quando la scrisse, ma rimane il brano che esegue in ogni concerto, qualunque formazione lo accompagni. Un uomo che guarda la gente vivere ma si tiene a distanza, rivivendo vecchi ricordi senza cercare di crearsi una sua vera vita. Una canzone triste con un finale epico molto intenso, la degna chiusura del disco. Inevitabilmente alla Crazy Horse.