Se ti è capitato di finire davanti alle vetrine de La Rinascente negli ultimi giorni, avrai notato che quest’anno al posto di tavole imbastite e panettoni milanesi ci sono dei bellissimi libri pop up completamente illustrati. Fermati 5 minuti e aspetta la magia: vedrai conigli uscire da cilindri, marinai di cuori ed esplosioni di candy multicolor. Uno di questi libri è firmato da Irene Ghillani: sognatrice, romantica e viaggiatrice. Le diamo il benvenuto in Passaporto.
La Rinascente di Milano per questo Natale 2014 ha assegnato a 6 illustratori italiani l’arduo compito di animare le sue vetrine con dei libri pop up giganti. È un segno dei tempi che cambiano o una bella, ma isolata iniziativa?
Ovviamente spero che sia un segno dei tempi che cambiano. Che sempre più si guardi al nostro patrimonio e ai tantissimi giovani italiani che hanno qualcosa da dire, un modo speciale per esprimersi e raccontare qualcosa. È importante che ci siano sempre più iniziative come questa.
Illustrare per professione vuol dire lasciarsi la propria adolescenza alle spalle o portarsela dietro costantemente?
Non so se per tutti sia la stessa cosa ma per me sicuramente significa convivere costantemente con la mia parte infantile. Sono sicuramente affetta dalla sindrome di Peter Pan. Illustrare è tornare bambini!
La tua figura è abbastanza particolare: borderline tra moda e illustrazione sia come percorso personale che iconografia, sembri propendere più per la prima strada che per la seconda. In quali panni ti senti più a tuo agio?
Sono laureata in Moda e Costume e lavoro come stylist e scenogafa. Mi piace moltissimo ma è un mondo talvolta lontano dal mio essere. Ho seguito un corso di illustrazione editoriale e nell’ultimo anno ho disegnato tantissimo e ho recuperato una mia vecchia passione; è ciò che mi fa stare bene e a mio agio.
Il mio sogno è che diventi anche il mio lavoro principale.
Gli amici ti chiedono di personalizzargli qualsiasi cosa?
Da quando sono piccola è sempre successo. Grazie al mio amore per il bricolage in combo con la passione per il disegno, i regali sono personalizzati. Negli anni ho fatto di tutto: tazze, t-shirt, piatti, quadretti, contenitori in legno decorati, libricini illustrati… I miei amici si aspettano sempre qualcosa di speciale. E ora con il Natale alle porte ricomincia l’incubo! :)
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Che rapporto hai con l’altro sesso? Disegni quasi sempre delle donne.
Nessun conflitto con l’altro sesso. Ho un papà fantastico e sono circondata da amici meravigliosi.
Fin da piccola guardavo i giornali di moda e disegnavo donnine con indosso le mie creazioni di fantasia. In pratica mi sono allenata per anni sulla figura femminile ed è ciò che mi viene spontaneo disegnare. Credo anche che spesso i miei personaggi siano una trasposizione di me stessa e di ciò che mi accade.
Una parola o due insieme che non riesci a pronunciare.
Australopiteco, è davvero difficile.
I tuoi personaggi non sembrano mai particolarmente felici.
Io sono molto solare e positiva, la negatività e la tristezza la lascio nei disegni. Sono la mia valvola di sfogo.
Che percentuale di Guido Scarabottolo c’è nelle tue illustrazioni?
Guido Scarabattolo mi piace tanto, e ho un sacco di libri con le sue illustrazioni in copertina. Non so dire se questo abbia direttamente influenzato le mie illustrazioni.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?