Si dice che Brian Eno abbia scoperto la musica ambient in un letto d’ospedale, durante una degenza forzata dovuta ad un incidente d’auto. La storia narra che un suo amico, andando a fargli visita, gli abbia portato delle cassettine da ascoltare nel lungo tempo libero: durante uno di questi incontri mette su un disco, chiude la porta dietro di sé e lascia la stanza. Il volume del mangianastri è però troppo basso per un ascolto pieno e soddisfacente della musica, ma troppo alto per essere del tutto ignorato. Brian Eno, che non può alzarsi dal letto per regolare il volume, decide che questo paesaggio sonoro d’accompagnamento, a tratti impercettibile eppure sempre presente, debba avere un nome tutto suo e che possa essere l’inizio di una nuova, eccitante storia da raccontare ai contemporanei.
È in questo quadro che si inserisce l’ultima traccia di Shigeto con la sua Tide Pools: in uscita all’interno della compilation Ghostly Swim 2, prende il concetto di ambient e lo fa suo con disarmante naturalezza. I layer sono dilatati fino ad inghiottire completamente lo spettatore, xilofoni e sensazioni atmosferiche si mescolano alla voglia di essere catapultati in un club intimo alle prime luci del mattino.
Perfetta per la disintossicazione da ansie natalizie.