Dietro un album c’è sempre tantissimo, oltre la musica s’intende. Dietro un album c’è sempre di più, non importa quanto si sia già scoperto, già ammirato. Nasce da questa idea, semplice eppure troppe volte non tenuta in considerazione, “More Set”. Tutto quello che in “Meteors Remotes”, album di debutto dei Farglow, era rimasto nascosto ai più, magistralmente estrapolato da una formazione impeccabile di artisti e remixer sopraffini come i Niagara, Japanese Gum, passando per Earthquake Island e Bienoise.
E proprio dalle mani di Bienoise che arriva il remix che vi facciamo sentire oggi in anteprima (il disco uscirà in free-download per la diNotte Records il 18 gennaio, un anno dopo “Meteors Remotes”. E proprio da Bienoise che ci siamo fatti spiegare la sua personale versione di Behavioral Therapy, prima delle venticinque tracce della raccolta.
“Venticinque remix, differenti vestiti messi addosso ai caleidoscopici brani strumentali della band, altri colori con cui il parco giochi di provincia è stato ritinteggiato”
Da dove nasce l’idea di questo remix? Anche se dire remix è, a mio modo di vedere, un po’ riduttivo.
No dai, per una volta è quasi un remix per davvero, ho cercato di non allontanarmi troppo.
Allora è un remix.
L’elemento fondamentale l’ho scovato immediatamente nelle parti di tastiera, che nel mix originale erano un pochino nascoste ma che mi hanno affascinato per le sonorità parecchio Boards of Canada – che come è noto sono il duo cui accendo i ceri ogni notte. A quel punto ho costruito attorno, volevo una sonorità vagamente anni novanta con qualche elaborazione un po’ naif (come ad esempio il bitcrusher, che non uso mai in modo così evidente) l’arpeggiatore della ritmica è desunto da un altro strumento (mi pare un mix di chitarra e basso) e ci sono pesanti interventi dei miei giocattolini modificati (soprattutto mangianastri in questo caso).
Si può dire “che figata”?
ahah.
Domanda orrenda, ma di rito: come sei stato coinvolto nella collection?
Sono stato coinvolto da Marco con una mail qualche mese fa: non ci conoscevamo (e non conoscevo il progetto), ma è noto il mio amore per i remix e non mi tiro mai indietro quando qualcosa mi piace poi ha citato alcuni miei brani ( Without Love, it’s just a Tree going Tu Tu Cia, e il remix di Frankie Hi NRG) che quando vengono tirati in ballo sono la captatio benevolentiae definitiva.
Quindi avete scelto voi (i vari remixer) le tracce da remixare?
Sì ne abbiamo discusso assieme ma eravamo abbastanza liberi nella scelta.
Quando l’hai realizzato? Ovviamente voglio sapere se l’hai fatto prima o dopo il Rbma.
Decisamente prima anzi, penso di averlo finito addirittura prima di aver saputo di essere stato selezionato. Ovviamente ora i miei remix li faccio pagare 10000 euro ma questo non scriverlo perché preferisco discuterne caso per caso, ahah.
Ti prego, posso scriverlo?
Ops, pensavo fosse spento il microfono!
L’avessi fatto dopo, il remix dico, sarebbe cambiato qualcosa?
Uhm è molto difficile da dire…
(Sì, lo so, sono uno stronzo).
No, è una domanda interessante perché di sicuro ora sto riflettendo su modi diversi e più liberi di lavorare – se ascolti il mio mashup di Nest of Giants dei MU è davvero “free form techno” ed è una direzione che mi affascina perché potenzialmente riesce ad abbracciare ancora di più le mie influenze maggiori e fa nascere brani bellissimi da suonare dal vivo quindi, FORSE avrei fatto una cosa meno legata ad una forma, diciamo ma in sei mesi non sono certo cambiato così tanto, quindi il piano elettrico penso mi avrebbe comunque implorato di trasformarlo in una cosa alla BoC.
God bless BoC insomma.
Alla BoC per dire eh, è molto più verso la IDM da cassettina. Ah sì, sempre siano lodati.
Qual è il tuo brano preferito della raccolta?
In verità ancora non ho avuto modo di ascoltarla tutta, ma l’idea di un album di remix mi piace molto. Anche se ormai è un po’ abusato il remix totale, in verità è sempre un’operazione che mi affascina e qua dentro ci sono parecchi nomi che vale la pena di scoprire (e molti che devo scoprire pure io eheh).
Io non sono mai stato un gran fan della cosa, perché è come se mi deconcentrassi un po’, come se perdessi attenzione verso il remix, che è una cosa particolare già di suo. Però devo dire che sto rivalutando molto la forma.
Sì, diciamo che io sono un po’ contro tutto ciò che aumenti a dismisura gli output musicali nel senso che se di ogni album facciamo uscire un remix totale diventa impossibile (già lo è) stare davvero dietro a tutto e soprattutto è difficile che siano tutti capolavoro. Però i remix trans-genere sono sempre affascinanti, qua si tratta di un disco post rock che diventa un disco di musica elettronica e di questo vale la pena parlare. Allo stesso modo in cui con Floating Forest cerchiamo sempre di legare ad ogni album (rigorosamente improvvisato e perlopiù suonato) un remix (che ovviamente va da tutt’altra parte come genere, e tendenzialmente non è improvvisato – unica musica non improvvisata che pubblichiamo).