Dorian Concept ci delizierà questo venerdì 16 Gennaio con un live al Leoncavallo di Milano insieme agli amici storici The CloniOUs e Cid Rim. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per una chiacchierata schietta e piena di spunti. Ciao babies, ci si becca al Lobo #6.
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[tab title=”ENG”] Hi Oliver, let’s start from the beginning. Your Micro Korg video series is still in the memory of many of your fans, something I find quite funny. How was that phase of your career for you?
Yeah its quite funny to me as well. I guess it´s one of those coincidences, where I was one of the first to maybe use that specific synth in a different way. And of course because I endorsed the image through my solo live show, it kind of got stuck to me. but I don´t really have a problem with it. I find it quite remarkable that people find it that remarkable somehow. Ha ha.
Your career started in Vienna more or less when the so called “Vienna Sound” was becoming less and less relevant, at least worldwide. Anyway I would like to ask you if acts like Kruder & Dorfmeister, the label G Stone and nights like the infamous “Dub Club” were an influence for you?
Yeah I guess I did somehow pop up in the rather quiet mid 2000s and back then I did listen to Kruder and Dorfmeister regularly. I also heard about the infamous “Dub Club” mondays, but never made it over sadly. I think from a production side of things, I´ve always looked more towards UK-centric music but I think from an emotional side of things, like what it means to be a kid in Austria, K&D definitely had a big influence on that. It´s interesting how they´ve been able to capture something so essentially viennese back in the late 90s. And even now it still translates.
The track “Trilingual Dance Sexperience” is your breakthrough tune. I guess more or less in the same time you lived in London for a while. How important that experience has been for you?
I´ve passed through London a lot in that time, but never really lived there. I was really considering to move back in 2010/2011 but I noticed I just couldn´t leave my hometown. But yeah, trilingual (with its nods to garage/2step) definitely is something that even I associate with London. I guess also because it was definitely the most spun track out there for me. When I made it, it actually started as a “piss-take”. I was trying to make fun of a deep-house track, with the transposed chord being pitched up and down. But it´s like that quite often. The less serious moments of music making often have this immediate and direct energy.
Inevitably we would like to know something about your experience as touring keyboarder for Flying Lotus. How did you get to meet and start working with him?
We met back in the Myspace days, around 2008ish maybe? He played one of my tracks in his Essential mix, and when I played at the Sonar festival he asked me to join in on the Brainfeeder party he was organizing there. After he finished “Cosmogramma” he got back in touch with me because he wanted to have musicians to join him on stage. In the States it was Thundercat and Austin Peralta, and in Europe me and Richard Spaven. It all just grew rather naturally, and I feel incredibly fortunate to have contributed to two of his albums and his live show.
You worked with the Cinematic Orchestra too and I remember you worked with Austin Peralta during that period. How was that experience for you? And… May I ask you how do you remind Austin?
Ever since I was a teenager I´ve been a huge Cinematic Orchestra fan so, yeah… It´s been rather crazy to work with them. Jason Swinscoe asked me if I wanted to contribute to his “In:Motion” series. The concept of that is that he invites musicians over to make a soundtrack for a movie that doesn´t have one. Like for example soundtrack a silent or art-movie. We’ve been in touch because we shared the stage at the Royal Albert Hall for one of the Ninja Tune 20 year celebrations. And yes, Austin also was asked to contribute to that series. You have to listen to what he did, it´s beautiful. I’ll always remember him as an incredibile pianist and composer. And just an overall incredible individual.
I would like to ask you something about your last album “Joined Ends”. I noticed that in your new tracks, rhythmically, you didn´t stuck to one formula, a grid, but you kept things very “free-form”, fluid. And the drums are never “in your face”, more implicit in between the layers. There are even here and there, to my ears at least, traces of what sounds like re-works of the handclapping Dwali riddim.
The overall concept was to just make really dense and complex layered drums sound as subtle and natural as possible. I wanted for them to tie into the compositions fluently rather than them being the driving force behind somehow. And yeah, the handclap to rhythm is like the human voice to melody. I guess people often connect with the human aspects, even of electronic music.
You will play in Milano at Leoncavallo. What can you tell us about your live show?
That it will be my first time in Milano with in the new formation. Which consists of Clemens Bacher (aka Cid Rim) on drums and Paul Movahedi (aka The Clonious) on Midi-bass and electronics. It´s been amazing to travel with them and turn the album into a proper live show.
What´s your plans for 2015? New productions, remixes…
Ninja and I have been gathering an amazing remix EP that should be out before Spring and I´m also working on some new material that I´m definitely trying to release before Summer.
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[tab title=”ITA”] La serie di video in cui mostravi i tuoi virtuosismi con il Micro Korg è rimasta nella memoria di molti tuoi fans, una cosa che trovo anche piuttosto comica. Come ricordi quella fase della tua carriera?
Sì, è abbastanza comica anche per me. Penso che sia una di quelle coincidenze, in quel caso ero uno dei primi ad usare quello specifico synth in un modo insolito. Naturalmente quell’immagine mi è rimasta attaccata addosso visto che ho continuato a supportarla nelle mie esibizioni live, ma la cosa non mi dà fastidio. Trovo solo straordinario il fatto che la gente per qualche motivo trovi quella serie ancora straordinaria. Ha ha!
La tua carriera è iniziata a Vienna più o meno nello stesso periodo in cui il cosiddetto “Vienna Sound” stava perdendo rilevanza, per lo meno a livello mondiale. Ad ogni modo ti vorrei chiedere se gente come Kruder & Dorfmeister, la label G Stone ed un club come il famoso “Dub Club” sono stati per te un influenza.
Sì, più o meno artisticamente sono saltato fuori intorno alla metà degli anni duemila e in quegli anni ascoltavo regolarmente Kruder & Dorfmeister. Ho anche sentito parlare dei lunedì del “Dub Club” anche se purtroppo non ci sono mai potuto andare di persona. Credo che dal punto di vista della produzione ho sempre cercato ispirazione in Gran Bretagna ma per quel che riguarda l’aspetto puramente affettivo, nell’ essere un ragazzo nell’Austria di quel periodo, K&D hanno avuto una grande influenza. È interessante come nei tardi anni 90 siano stati capaci di catturare l´essenza dello stile viennese. Ed ancora oggi riescono a trasmettere quel feeling.
Il brano “Trilingual Dance Sexperience” è quello che ti ha reso popolare. Se non mi sbaglio più o meno in quel periodo hai vissuto per un po’ a Londra. Quanto importante è stata quell’esperienza per te?
Sono passato spesso da Londra in quel periodo ma non ho veramente vissuto lì. Ho preso seriamente in considerazione l’idea di trasferirmici tra il 2010 e il 2011, ma ho notato che non sarei stato capace di lasciare la città nella quale vivo. Ma sì, in effetti “Trilingual…”, con i suoi riferimenti alla garage ed alla 2 step, è una traccia che anche io associo a Londra. Quando l’ho realizzata è nata come uno scherzo. Stavo cercando di scimmiottare un pezzo di deep house con quella trasposizione di accordi pitchata su e giù. Ma spesso è proprio così che funziona. Le volte in cui si fa musica senza prendere ciò che si fa troppo sul serio hanno questo tipo di energia immediata e diretta.
Inevitabilmente ci piacerebbe chiederti qualcosa riguardo la tua esperienza come tastierista nelle esibizioni live di Flying Lotus. Come hai avuto la possibilità di conoscerlo e cominciare a lavorare con lui?
Ci siamo incontrati ai tempi di Myspace, può essere che sia stato intorno al 2008? Lui ha incluso uno dei miei pezzi nel suo Essential mix e quando io ho suonato al Sonar Festival mi ha chiesto di seguirlo al party della Brainfeeder che aveva organizzato lì. Dopo aver finito “Cosmogramma” mi ha ricontattato perché era alla ricerca di musicisti che lo accompagnassero sul palco. Negli Stati Uniti c’erano Thundecat ed Austin Peralta ed in Europa io e Richard Spaven. La cosa si è sviluppata in maniera naturale e mi sento fortunato di aver contribuito a due dei suoi albums ed ai suoi concerti.
Tu hai lavorato anche con la Cinematic Orchestra e ricordo che in quel periodo hai anche suonato con lo stesso Austin Peralta. Ci racconteresti qualcosa di quell’esperienza? Ed inoltre, se te lo posso chiedere, come ricordi Austin?
Sono stato un enorme fan della Cinematic Orchestra fin dalla mia adolescenza per cui, sì… è stata una cosa pazzesca lavorare con loro. Jason Swinscoe mi chiese di collaborare alla sua serie “In:Motion”. L’idea della serie è la collaborazione tra musicisti scelti da lui nella composizione ed esecuzione di musica per films che non hanno ancora una colonna sonora. Come ad esempio un film muto o un art movie. Eravamo in contatto dopo avevamo condiviso il palco alla Royal Alber Hall in occasione di una delle celebrazioni per il ventennale di attività della Ninja Tune. Ed infatti anche Austin era tra i musicisti invitati a partecipare. Dovresti ascoltare quello che ha suonato in quell’occasione, è bellissimo. Lo ricorderò sempre come un incredibile pianista e compositore. Ed una persona incredibile.
Vorrei chiederti qualcosa a proposito del tuo ultimo album “Joined Ends”. Ho notato che dal punto di vista ritmico nei tuoi brani non ti sei orientato su degli schemi predefiniti come la tipica cassa in quattro ma hai mantenuto i patterns più liberi e fluidi. Inoltre i suoni delle percussioni non sono mai prominenti ma piuttosto resi impliciti tra i vari strati sonori. Qui e lì, per esempio, mi è sembrato di sentire, rielaborati, i battiti di mani del Dwali riddim.
L’idea generale è stata quella di realizzare degli strati di suoni di drums densi e complessi ed il più naturali possibile. Ho cercato di integrarli in maniera fluente all’interno delle composizioni piuttosto che dargli il ruolo di forza trainante. E poi sì, i battiti di mani per il ritmo sono come la voce umana per la melodia. Credo che chi ascolta li associa subito ad un elemento umano, anche nella musica elettronica.
Suonerai al Leoncavallo di Milano. Che cosa ci puoi dire delle tue esibizioni live?
Sarà la mia prima volta a Milano con la nuova formazione. Questa è composta da Clemens Bacher (aka Cid Rim) alla batteria e Paul Movahedi (aka The Clonious) al basso MIDI e strumenti elettronici. È stato fantastico viaggiare con loro per portare sul palco la musica contenuta nell’album.
Quali sono i tuoi programmi per il 2015? Nuove produzioni, remixes…
Con la Ninja abbiamo messo assieme una fantastica raccolta di remixes che dovrebbe essere pubblicata prima della primavera e sto anche lavorando a del nuovo materiale che dovrebbe vedere la luce prima dell´estate. [/tab]
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